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Giovedì 11 dicembre 2025 - Numero 404

Una frana nel Comune di Carasco compromette la viabilità della provinciale 586. I sindaci scrivono al Ministero: “Temiamo di restare isolati”

La situazione non può rimanere cristallizzata ancora a lungo. “Per questo tutti gli enti coinvolti chiedono l’attivazione immediata della procedura più rapida per avviare i lavori di ripristino del cedimento”
La frana nella zona di Carasco che sta compromettendo la viabilità sulla provinciale 586
La frana nella zona di Carasco che sta compromettendo la viabilità sulla provinciale 586
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di ALESSANDRA FONTANA

La viabilità è sempre un tasto dolente per gli abitanti dell’entroterra che affrontano curve, buche, cavalli selvaggi, semafori e frane per raggiungere la riviera. Ed è proprio una frana ad esasperare pendolari e turisti del fine settimana che affrontano la provinciale 586 per la Val d’Aveto

I sindaci di CarascoMezzanegoBorzonascaSan ColombanoRezzoaglioSanto StefanoVarese Ligure, insieme al Parco dell’Aveto, lanciano un grido di allarme rivolgendosi direttamente al Ministero delle infrastrutture, all’Anas e alla Regione Liguria.

La strada 586 rappresenta un’arteria di vitale importanza per le valli AvetoSturla Chichero e per la stessa costa. L’ex provinciale infatti collega circa il 20% del territorio della Città Metropolitana di Genova e permette il raggiungere il Parco regionale dell’Aveto, oltre ad essere un importante collegamento interprovinciale ed interregionale con la Provincia di La Spezia e la Regione Emilia Romagna.

“Le forti piogge delle ultime settimane hanno causato un cedimento a valle della carreggiata nel territorio comunale di Carasco con materiale franato anche nella sottostante strada comunale di località Rietta, e soprattutto con conseguente restringimento della stessa e l’installazione di un impianto semaforico – spiegano scendendo nei dettagli i sindaci – La situazione è critica e richiede un intervento rapido e risolutivo per evitare che ulteriori precipitazioni possano aggravare li problema, portando all’interruzione della viabilità e all’isolamento di migliaia di residenti e delle attività produttive delle Valli”.

Il rischio dell’isolamento per chi vive nelle città è sempre remoto, per chi abita invece i paesini raggiungibili solo tramite una strada è invece una paura che, almeno in autunno, è all’ordine del giorno. In questi anni il maltempo ha messo in ginocchio l’entroterra diverse volte, tra frane, esondazioni e problemi di viabilità lungo le strade. La situazione è migliorata quando la gestione delle strade è stata affidata ad Anas ma i tempi lunghi, l’infinita lista di interventi e gli imprevisti vari sul territorio non hanno certo aiutato a risolvere i problemi: “Riconosciamo ed apprezziamo l’impegno del compartimento Anas di Genova per la manutenzione della S.S. 586, come il rifacimento della pavimentazione e la sistemazione della Riazza nel Comune di Borzonasca e di Rezzoaglio. Tuttavia, la situazione attuale richiede un intervento straordinario del Ministero per mettere in sicurezza e migliorare la percorribilità di questa infrastruttura strategica”.

La frana a Carasco non può rimanere cristallizzata ancora a lungo. “Per questo tutti gli enti coinvolti chiedono l’attivazione immediata della procedura più rapida per avviare i lavori di ripristino del cedimento della carreggiata a valle al Km 65+100”. Non solo: “Chiediamo il finanziamento di un piano straordinario per mettere in sicurezza e migliorare l’intero tracciato della S.S. 586 da Carasco a Santo Stefano d’Aveto”. Questo tipo di intervento potrebbe anche invogliare gli automobilisti ad affrontare i chilometri di curve per godersi la pace dell’entroterra. Per comprendere le situazioni bisogna toccarle con mano, questo i sindaci lo sanno molto bene: “Cogliamo l’occasione per invitare l’onorevole Rixi ad un sopralluogo sul nostro territorio per constatare direttamente la gravità della situazione e l’urgente necessità di un intervento, in questo territorio che coniuga produttività a turismo sostenibile, e deve pertanto mantenere idonee infrastrutture per arginare il depopolamento”. 

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