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Giovedì, 25 maggio 2023 - Numero 271

Un Puc senza visione, ma con tanti possibili affaretti e qualche affarone

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il PUC (Piano Urbanistico Comunale), un tempo chiamato Piano Regolatore, è l’atto fondamentale di programmazione urbanistica dei Comuni.
Si fa ogni dieci/quindici anni ed è lo strumento con il quale si progetta il futuro delle città, che cercano, attraverso la programmazione del territorio, di valorizzare le loro naturali vocazioni o di individuarne di nuove per lo sviluppo dell’economia ed il benessere dei cittadini. 

Per l’importanza delle loro conseguenze, normalmente l’approvazione di questi strumenti è preceduta da un ampio confronto e dibattito, fuori dalle aule dei consigli comunali, con i cittadini, le forze economiche, sociali e culturali della città.
Questo confronto e questo dibattito sono fondamentali non solo quali strumenti di partecipazione alla cosa pubblica da parte di un’ampia parte della popolazione, ma anche per affinare meglio le proposte delle Civiche Amministrazioni ed evitare errori, e per spiegare bene ai cittadini scelte difficili e complesse quali quelle urbanistiche. 

Tutto ciò a Chiavari non è avvenuto, e l’Amministrazione Comunale ha approvato alla chetichella lo strumento urbanistico che governerà Chiavari per i prossimi dieci anni. Questo tra le vibrate proteste delle opposizioni e alla faccia della presenza in maggioranza di una forza politica chiamata ‘Partecipattiva’, che esprime il vicesindaco, che si è sempre riempita la bocca delle partecipazione popolare alle decisioni, salvo dimenticarsene prontamente appena guadagnata la poltrona. 

Come sempre, quando un provvedimento come il PUC, che dovrebbe essere un elemento qualificante che la civica amministrazione avrebbe tutto l’interesse a pubblicizzare, viene invece presentato in sordina e con un bassissimo profilo, vengono dubbi. A pensar male si fa peccato, ma sovente ci si azzecca… 

Vediamo quali sono gli atti approvati dal consiglio comunale.
In realtà si tratta del Piano Levaggi (messo a punto dalla precedente amministrazione ma colpevolmente da essa mai approvato in via definitiva) con alcune significative ‘modifiche in itinere’ di cui si dirà, e con tempistiche quanto meno sospette. 

Partiamo dalla tempistica. Ci sono voluti 17 mesi dall’insediamento dell’Amministrazione Di Capua per partorire le ‘modifiche in itinere’ al Piano Levaggi. I 17 mesi di attesa hanno avuto il previsto effetto di far scadere il periodo di salvaguardia, in cui non si può fare nulla in attesa del nuovo PUC. E cosa succede quando scade la salvaguardia? Attenzione: ritorna in vigore il vecchio PUC dell’era Agostino, che regolerà l’urbanistica cittadina fino a quando non si concluderà l’iter delle modifiche in itinere. Un anno, un anno e mezzo? Vedremo. 

E cosa c’è dentro il Piano Agostino? Qui viene il bello. Cose interessanti, che permettono molto cemento che il Piano Levaggi non avrebbe consentito. 

Ma andiamo con ordine, vediamo innanzitutto quali sono le modifiche in itinere al Piano Levaggi. 

Due le novità principali, entrambe in zone importantissime della città: area di colmata e Preli. 

Area di colmata
Qui scompare la previsione del Piano Levaggi che attribuiva a quella zona un significato strategico per il futuro di Chiavari, e legava la possibilità di edificare (il cosiddetto incubatore ed edilizia soprattutto direzionale) alla creazione di posti di lavoro. Essendo l’area di proprietà del Comune, l’utilizzo sarebbe stato sottoposto a gara  pubblica premiando il miglior offerente e quindi valorizzando economicamente la proprietà comunale.

Tale previsione viene cancellata e sostituita con quella del depuratore comprensoriale, che occupa moltissimo spazio sul fronte mare e con l’insediamento per 8000 mq di un nuovo polo scolastico. 

Entrambe le previsioni lasciano perplessi, non solo perché si decide di non giocarsi l’area di colmata per il futuro economico ed occupazionale della città con attività e funzioni qualificanti, ma perché rispetto ad entrambe le funzioni previste l’area non sembra assolutamente idonea. 

Con riferimento al depuratore è assai dubbio che, dopo i danni subito dai depuratori di Santa e Rapallo per la recente mareggiata l’Iren (l’ente che lo deve realizzare) accetti di lasciarlo sul fronte mare come previsto dal piano, e non chieda invece di spostarlo più all’interno dell’area di colmata, avvicinandolo così alle abitazioni del quartiere. Per non dire che mettere un grande depuratore comprensoriale accanto ad un porto turistico non è un bel biglietto da visita. 

Con riferimento al plesso scolastico, un’area vicina al mare, che pone grandissimi problemi di manutenzione degli immobili, non pare la più idonea. Lo Stato fa fatica a mantenere decentemente gli edifici scolastici nei centri urbani, figuriamoci quelli in riva al mare, che subiscono dagli agenti esterni e un’usura dieci volte superiore. Le scuole in centro, poi, sono una tradizione di Chiavari che aiuta le attività commerciali, che già oggi soffrono. Perché farle soffrire ancor più? E poi: chi finanzierebbe la costruzione di un edificio così importante? I rumors di ‘radio caruggio’ dicono che l’idea nasce da un’ipotesi di scambio con lo storico edificio delle scuole G.B. Della Torre in piazza Matteotti, che verrebbe trasformato in abitazioni. Si dice che dietro la proposta ci siano nomi noti del Levante.
L’amministrazione può smentire questa ipotesi di scambio su un bene che fa parte della storia chiavarese e a cui i chiavaresi tengono moltissimo? 

Preli
Al di là della previsione dell’ampliamento del Torriglia, sul quale però (o meglio su come realizzarlo e finanziarlo) le idee restano confuse, vengono previsti importanti volumi sulle aree del camping del tennis per ricettività turistica e sanitaria. Si parla di 5/6000 mq. 

Altre modifiche
La più significativa è la previsione di 1300 mq di edilizia residenziale (di cui solo il 30% sociale) sopra il parcheggio di via Ghio, vicino al castello. L’area di proprietà comunale, oltre che prossima al castello, è di cornice ai manufatti della circonvallazione, ed è particolarmente scoscesa e gravata da problemi idrogeologici.
Costruire una stecca di cemento di queste dimensioni in così poco spazio e in un’area collinare di pregio lascia assai perplessi. Il resto dell’area è perfettamente conservato con i suoi tradizionali terrazzamenti a uliveto e vigne grazie all’insediamento di un’azienda agricola. A chi si vuole consentire l’affare?
Si attendono interventi a tutela da parte di Regione e Soprintendenza. 

Ma dal punto di vista degli affari consentiti il ritorno in vigore, almeno per un po’ di tempo, del Piano Agostino sembra ancor più promettente. Vediamo il ‘cemento possibile’. 

C’è la zona Tirrenia gas, dove con il Piano Agostino sono realizzabili dai 5000 ai 7000 mq di abitazioni (cioè decine e decine di appartamenti) . Il Piano Levaggi prevedeva invece, essendo il quartiere già molto congestionato, zero volumi residenziali e un grande parcheggio di interscambio.
I rumors dicono che l’avvocato Lanzalone fosse il fiduciario di Italgas, che la speculazione sia in agguato, che i progetti siano già pronti e che ben presto se ne dovranno occupare gli uffici comunali e la commissione edilizia. Chi farà l’affare in questo caso? Staremo a vedere. 

Il Piano Agostino consente poi una lottizzazione a Maxena per migliaia di mq diffusi nella collina, che il Piano Levaggi aveva congelato.
Il Piano Agostino consente infine un indice diffuso collinare. La Regione aveva particolarmente apprezzato, del Piano Levaggi, il blocco totale dell’edificazione sulla collina di Chiavari. Probabilmente ripartirà dai prossimi mesi un clientelismo edilizio con insediamenti sparsi. 

Questi gli elementi principali del combinato disposto ‘modifiche in itinere/vecchio Piano Agostino’.
In sintesi: 

  • Nessuna visione futura della città e soprattutto nessuna scelta di fondo per contrastare il declino di funzioni e ruoli che Chiavari ha vissuto negli ultimi anni.
  • Nessuna attenzione all’innovazione e ai giovani.
  • Al di là dei proclami di tutela e salvaguardia del territorio, molto cemento e poco qualificante, con attacco alla collina che resta dal punto di vista immobiliare la più appetibile.
  • Rumors di affaristi in azione.

A fronte di tutto ciò, l’assordante silenzio di categorie economiche, sindacati, organizzazioni ambientaliste e anche di qualche neo-onorevole locale che riterremmo sensibile per competenze alla materia urbanistica. Suvvia, onorevole Traversi, si occupi un po’ anche della sua città.

Attenti, perché il sonno della ragione genera mostri, e un sindaco condannato a 6 anni di reclusione per reati urbanistici e concussione Chiavari l’ha già avuto, tragicamente, poco tempo fa.

Sindaco Di Capua, Lei si è tenuto opportunamente la delega all’Urbanistica, pur non essendo un esperto in materia. Dia garanzia ai chiavaresi di gestire con trasparenza e di non farsi gestire da un partito degli affari che purtroppo è sempre in agguato. I chiavaresi gliene sarebbero grati e magari, la prossima volta, La voterebbero di nuovo. 

L’INTERVISTA DI MARISA SPINA AD ANTONIO GOZZI

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