di DANILO SANGUINETI
Questa volta Giovanni Falcini la concorrenza non l’ha infilzata come soleva fare sulle pedane e come insegna ancora oggi a fare ai suoi allievi della Chiavari Scherma. Ha convinto lo stuolo di dirigenti e tecnici con una forma meno cruenta e più propositiva. Il dialogo tra responsabili e l’interazione fra società lo ha portato a essere il nuovo presidente del comitato regionale della FIS, la Federazione Italiana Scherma.
L’uomo simbolo del club verdeblu ha ottenuto il plebiscito come successore di un nome importante per la scherma ligure come Giampiero Martelli, che per 12 anni ha retto le sorti di un comitato che ne ha dovuto affrontare di ogni colore e che pure ha ottenuto lusinghieri risultati sia come qualità delle medaglie e dei riconoscimenti ottenuti sia come numero di praticanti conquistati e portati sulle pedane.
Domenica 21 febbraio nel salone della Casa Coni delle Federazioni, alla presenza del presidente del Coni Regionale, Antonio Micillo, si sono riunite le forze della scherma ligure, cioè i presidenti delle società del territorio, i rappresentanti degli atleti e dei maestri, per eleggere il Comitato Regionale della Federazione Italiana Scherma per il prossimo quadriennio olimpico.
Giampiero Martelli, presidente uscente del Comitato, in carica da 12 anni, ha deciso di non ripresentare la propria candidatura ed è quindi stato eletto presidente Giovanni Falcini, con una votazione all’unanimità.
Sono stati eletti anche Paola Annitto di Arenzano, Paolo Frosi di Savona, Andrea Caruso della Spezia, il maestro Gerardo Cirillo, rappresentante dei tecnici, e Leonardo Patti, rappresentante degli atleti.
La domenica seguente, 28 febbraio, Falcini nella sua nuova carica era già a Roma per il congresso nazionale Fis, che ha scelto chi rappresenterà la scherma italiana nei prossimi quattro anni. Il maestro ed ora pure presidente fa il punto programmatico: “Sembrano parole di circostanza ma non lo sono: l’aver avuto il voto dell’intera assemblea da un lato mi onora e dall’altro mi preoccupa perché le undici società liguri mi hanno affidato un compito gravoso in un’epoca piena di insidie. Prima di tutto, ho voluto ringraziare il presidente Martelli per la passione, competenza, dedizione e professionalità con cui ha svolto la sua attività nei 12 anni di lavoro. Subito dopo mi sono rimboccato le maniche perché c’è tantissimo da fare”.
Punto primo: “Dobbiamo dotarci di un crono-programma da rispettare il più accuratamente possibile. Guardo al 2024. La chiusura del mio mandato – dice Falcini – coinciderà con la proclamazione di Genova Capitale Europea dello Sport. La scherma dovrà essere protagonista delle celebrazioni organizzando in loco un grande evento. Stiamo già valutando le opzioni”.
Poi ci sono gli obblighi: “La nostra base va allargata. In Liguria undici società attive sul territorio sono troppo poche. Inutile girarci attorno. Bisogna fare propaganda, anche in questo periodo senza gare e con le palestre e le scuole di scherma chiuse non si può rimanere inattivi”.
Il che ci porta al punto più dolente. “Le misure per contrastare la pandemia sono necessarie ma per noi della scherma particolarmente dolorose. Da un anno e più i nostri atleti non gareggiano. Primavera, estate e inverno 2020 si sono potuti allenare poco e male. Niente collettivi, niente combattimenti incrociati, in palestra ci andiamo a gruppi e ogni cambio di turno bisogna pulire, sanificare. Un costo enorme per i club, una penalizzazione continua per gli agonisti, soprattutto per i più giovani”.
Qualcosa dovrebbe muoversi nelle prossime settimane. “Stiamo aspettando il calendario agonistico e soprattutto il protocollo studiato dalla FIS e approvato dal CTS per tornare alla gare in assoluta sicurezza. Siamo pronti a ulteriori sacrifici, basta che ci diano spazi sicuri, sfruttabili e tempi certi”. Al solito, Falcini è andato dritto al bersaglio grosso. Niente giravolte, poche finte, affondo e zac! In questi giorni ha ricevuto felicitazioni e pacche sulle spalle dall’intero gotha della scherma italiana (il campione olimpico Aldo Cuomo gli ha inviato un ‘sonoro’ complimenti collega tramite Facebook). Ha ringraziato. E un minuto dopo stava già pensando come intervenire per aiutare la scherma ligure a risollevarsi. C’è bisogno della sua franchezza. Giovanni Falcini la maschera la usa solo quando sale in pedana.