di ALBERTO BRUZZONE
Tra qualche giorno, il 31 marzo per la precisione, dopo oltre due anni finirà (si spera definitivamente) lo stato di emergenza per il Covid. Questo significa, a livello pratico, una caduta di gran parte delle restrizioni e un progressivo ritorno alla normalità.
Sono tutti aspetti che fanno ben sperare per una ripresa turistica, che sia veramente degna di questo nome. L’ottimismo c’è ancora, anche se risultava più marcato qualche settimana fa, quando i contagi del virus erano in discesa e non era ancora scoppiata la guerra in Ucraina. Adesso, invece, la risalita dei casi di Covid, per quanto non evidente sugli ospedali, torna a mettere apprensione e, soprattutto, c’è una guerra in corso che rischia di cambiare alcune previsioni che erano state fatte per l’estate, soprattutto per un certo tipo di turismo.
Solitamente, la Liguria è meta dei russi nelle località extralusso: a Levante per lo più Portofino, a Ponente tutta la Riviera dei Fiori, dove c’è anche una comunità russa piuttosto forte e radicata. Non è il tipo di turismo che possa stravolgere l’andamento generale in Liguria, ma rappresenta comunque una fetta di tutto rispetto.
In vista delle festività pasquali, per il momento, c’è cautela. Aldo Werdin, presidente di Federalberghi Liguria, osserva: “Il trend è stato anomalo. Nei primi giorni della guerra in Ucraina non c’è stato alcun contraccolpo, perché quasi tutti pensavano che la situazione si sarebbe risolta in pochi giorni. Quando poi è affiorata la consapevolezza che sarebbe stata più lunga, i contatti si sono fermati. Per quanto ci riguarda, il tempo è ancora brutto, e non aiuta a proiettarsi verso la Pasqua e il ponte del 25 aprile, ma ovviamente confidiamo in un recupero”.
Werdin fa notare che “russi e ucraini non si vedono da due anni, perché le loro vaccinazioni non erano riconosciute in Italia. In questo biennio la loro assenza è stata però coperta da una nuova clientela in arrivo dalla Polonia, dalla Bulgaria e dall’Ungheria: i loro pass vaccinali erano validi anche da noi. Resta il fatto che la situazione è tutta in divenire. Il mercato russo, così come quello ucraino, si è bloccato. Notiamo un certo ‘risveglio’ del turismo, soprattutto con la progressiva eliminazione delle restrizioni. L’abolizione dei tamponi ha smosso il mercato europeo e si intravede una leggera ripartenza”.
Ad analizzare i dati del turismo, emerge come la componente russa, soprattutto negli ultimi due anni, sia calata drasticamente. Nel 2021, complice anche la situazione pandemica, in Liguria le presenze russe sono state meno di 10mila. Nel 2019, invece, erano state 87mila: un anno, il 2019, nel quale la Liguria aveva fatto segnare numeri impressionanti per la presenza di turisti e il dato dei turisti russi rappresentava solo il 4% degli arrivi di visitatori stranieri. Un numero non certo trascurabile ma, come ribadito dagli enti turistici, riassorbibile con la proposta turistica ed esperienziale della regione.
Secondo Gianni Berrino, assessore al Turismo della Regione Liguria, “se ci sono mancati dei numeri a luglio e agosto scorsi, per i russi che non potevano venire per la vicenda legata al vaccino ‘Sputnik’, quest’anno con l’apertura del Ministero della Sanità, speravamo di tornare ai tempi antichi. La guerra sta destando molti timori, in particolare nel ponente dove i russi sono di ‘casa’ in chiave turistica”.
Intanto, nell’ambito del convegno ‘Oltre il Pnrr. Idee e risorse per il turismo del territorio’, organizzato a Camogli dal Consorzio Portofino Coast nei giorni scorsi, è emerso che a fronte di quindici milioni di presenze turistiche censite in strutture alberghiere in un anno, ce ne sono sessanta milioni non rilevate, legate alla difficoltà di intercettare e classificare i transiti negli appartamenti a uso turistico.
“Questi dati sono una stortura del settore che preclude un certo tipo di sviluppo”, ha commentato Gavino Maresu, già docente di Gestione delle Imprese e degli Eventi turistici all’Università di Genova, chiamato a moderare la prima parte del convegno. Nell’intervento della segretaria generale della Città Metropolitana di Genova, Concetta Orlando, è stato evidenziato il numero degli appartamenti a uso turistico presenti in Liguria, oltre 28mila di cui 21mila sulla costa a fronte di circa 250 alberghi. Ma il fulcro del convegno, il primo in presenza dall’inizio della pandemia per Portofino Coast che ha dedicato l’evento al presidente fondatore Franco Orio, è stato il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza: ci sono 2,4 miliardi di euro a disposizione per il comparto turismo e Anci, Regione Liguria e Camera di Commercio hanno spiegato come intercettarli e quali sono le opportunità per gli operatori sostanzialmente in due grandi macrotemi, il green e la digitalizzazione.