di ALBERTO BRUZZONE
Turisti ovunque, alberghi un po’ meno. L’ultimo ponte di Ognissanti ha contribuito a mettere la ciliegina sulla torta di una stagione a dir poco eccezionale per la Liguria: la prima estate senza restrizioni da Covid, infatti, ha fatto registrare un po’ in tutta la regione numeri da record, in termini di affluenza e di indotto. Tutti hanno lavorato, e tutti hanno lavorato tanto: dalle strutture di lusso alle medie strutture, sino alle più piccole, ai bed & breakfast, a chiunque potesse mettere a disposizione delle stanze o dei letti. E, a ruota, hanno lavorato ristoranti, pizzerie, take away, chioschi, stabilimenti balneari, insomma tutto il settore legato al turismo di tipo balneare ed escursionistico.
“Sono stati mesi di vacche grasse”, riassume con un’espressione tipica e assai eloquente Francesco Andreoli, direttore del Miramare di Sestri Levante e presidente di Liguria Together, l’importante e diffuso consorzio nato dall’iniziativa di un gruppo di operatori liguri per fare conoscere la regione. Ma adesso? Le vacche potrebbero continuare a essere ‘grasse’, visto il clima benevolo, “eppure nell’ultimo week end saranno state aperte meno del 10% delle strutture. La maggior parte, insomma, ha già iniziato il periodo invernale. Io mi chiedo se ci sia la voglia di restare aperti: non intendo fare polemiche, però l’anno scorso le bollette alte non c’erano e il panorama era più o meno lo stesso. Naturale un po’ di stanchezza, dopo un’estate di super lavoro, ma bisogna capire cosa c’è che non va e intervenire sui problemi e sulle criticità una volta per tutte”.
Il ponte di Ognissanti è sintomatico: “La richiesta è enorme – prosegue Andreoli – La voglia di Liguria è nazionale e va oltre i confini italiani. È stato fatto un ottimo lavoro in termini di comunicazione, di nostra presenza alle fiere e agli eventi di settore, di contatti con i tour operator. Ma poi? Ai primi di novembre eravamo tutti pieni, lo saremo anche per i prossimi fine settimana. Se avessimo altre strutture disponibili, riempiremmo pure quelle e invece, per quanto riguarda il Miramare, non abbiamo potuto soddisfare parecchie richieste di prenotazione”.
Prendendo il solo caso di Sestri Levante, “in estate lavorano una quarantina di strutture. Ora ne sono aperte sei. Occorrono soluzioni: bisogna che il privato e il pubblico si siedano a un tavolo per fare il punto della situazione. Abbiamo un clima eccezionale, abbiamo posti incantevoli, siamo posizionati a livello nazionale e internazionale: a questo punto il pubblico deve mettere gli albergatori in condizione di poter aprire. Loro ci mettono il rischio di impresa, l’ente pubblico che cosa è disposto a fare?”.
Il presidente di Liguria Together snocciola alcune proposte: “Anzitutto, una tassazione differente per chi rimane aperto almeno per dieci mesi su dodici all’anno. Poi, l’allungamento della tassa di soggiorno anche dopo la fine di ottobre, con l’idea di utilizzarla come tassa di scopo: ad esempio per il miglioramento del decoro urbano intorno alle strutture che rimangono aperte. Il turismo mordi e fuggi non porta alla regione tanto quanto può portare un turismo più stanziale, nel quale lavorano alberghi, ristoranti, locali dediti al commercio di vario tipo. È un peccato se le persone arrivano qui e trovano le porte chiuse. Lo ripeto: sediamoci intorno a un tavolo e parliamone tutti insieme”.
Il tavolo non potrà prescindere dagli aspetti legati al caro energia e dagli aspetti legati ai contratti di lavoro. A illustrare i numeri del turismo in Liguria è il presidente della Regione, Giovanni Toti: “Il ponte di Ognissanti ha fatto registrare il tutto esaurito nella nostra regione: le mete balneari e il nostro entroterra sono stati presi d’assalto da italiani e stranieri, con un importante ritorno degli americani. Da gennaio ad agosto le presenze dei turisti in Liguria sono state 11 milioni 668.723, 100 mila in più rispetto al 2019. E a questo vanno aggiunti quasi 1 milione e 900 mila presenze nel mese di settembre, oltre 100 mila in più dell’ultimo anno pre pandemia, mentre il mese di ottobre conferma lo stesso trend”.
Secondo Toti, questi numeri da record “devono farci riflettere in prospettiva futura. Ed è per questo che siamo pronti a continuare sulla strada degli aiuti alle assunzioni che andranno oltre il periodo stagionale classico, offrendo anche una formazione professionale mirata per chi assume lavoratori legati al comparto del turismo. In giro per la Liguria molti imprenditori stanno cogliendo questa straordinaria occasione con locali ancora aperti e affollati e alberghi sold out. Fermare, quest’inverno, il flusso turistico della nostra regione a causa di chiusure seppur in parte comprensibili potrebbe avere anche ripercussioni sul lungo periodo. Dare continuità al comparto potrebbe invece consentirci di compiere un definitivo balzo in avanti nel settore del turismo, perché il messaggio che vogliamo far arrivare è che la bellezza della Liguria non è racchiusa solo nel suo mare ma anche nel suo entroterra e nei suoi splendidi borghi. Per farlo è necessario cambiare anche strategie e abitudini che erano ormai consolidate negli anni, con alcuni alberghi che preferivano restare chiusi a causa delle poche presenze”.
Toti conclude: “Adesso la situazione è cambiata e dobbiamo stare dietro al cambio di passo. Per questo ci auguriamo che sempre più imprenditori scommettano su questo straordinario flusso turistico che continueremo a sostenere anche con una promozione italiana e estera. Come istituzione stiamo facendo tutto il possibile, ora serve che anche il mondo imprenditoriale investa per valorizzare questo momento. Molto gruppi hanno individuato la Liguria come un territorio su cui investire, con ambizione, con operazioni legate a porti, ospitalità, ristorazione. Serve che il tessuto imprenditoriale locale risponda con intraprendenza per consolidare nel tempo questi straordinari risultati”. Ma serve, a detta degli operatori, trovare la giusta quadra per marciare tutti nella stessa direzione.