di ALBERTO BRUZZONE
C’è un punto di contatto importante tra il governo Draghi e il governo Meloni. Importante a livello nazionale e tanto più importante per quanto riguarda la Liguria. È il tema delle infrastrutture e la volontà di andare avanti speditamente su tanti dossier aperti e su tante opere ancora incompiute o in fase di progettazione.
È il caso, ad esempio, del Tunnel della Fontanabuona, per quanto riguarda il Levante genovese. Se nel precedente ciclo legislativo, anche grazie al lavoro dei parlamentari del territorio (su tutti Raffaella Paita di Italia Viva, che è stata nell’ultimo quinquennio presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati e ha dato un impulso decisivo), tanto è stato impostato, in questo ciclo legislativo altrettanto s’intende portare avanti e le conferme arrivano in questo senso dal viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, che domenica ha concesso le sue prime interviste genovesi dopo la nomina all’interno del nuovo esecutivo.
Rixi, a latere di un incontro a bordo della nave ‘Vespucci’, ormeggiata al Porto Antico di Genova, ha spiegato che “dobbiamo iniziare a cantierizzare quelle opere che se non cantierizziamo oggi, non cantierizzeremo più, perché dovremmo iniziare l’iter daccapo. Non siamo noi a dettare le priorità, ma sono le scadenze implicite nelle progettazioni e nelle autorizzazioni, quindi ci vuole una accelerazione che purtroppo non c’è stata nell’ultimo anno e mezzo”.
Accelerazione rispetto anche al Tunnel della Fontanabuona suona come musica per tutti i sindaci e gli amministratori del territorio, che da moltissimi anni si spendono affinché l’opera venga realizzata. Infatti le parole di Rixi, che non entra nelle polemiche dei comitati contrari alle grandi opere, anche se parla di “apatia di qualcuno in questi anni per far scadere le autorizzazioni” (con particolare riferimento alla Gronda autostradale, ma non solo), sono accolte molto positivamente da Gabriele Trossarello, coordinatore del tavolo dei sindaci della Val Fontanabuona e da sempre tra i principali promotori del Tunnel insieme ai rappresentanti delle realtà produttive della vallata, al tessuto economico e sociale, ai residenti, ai rappresentanti di Confindustria. “Molto bene le parole di Rixi. Per quanto ci riguarda, tutto quello che c’era da fare, in questi quindici anni, noi lo abbiamo fatto, a cominciare dalle trentasei delibere dei consigli comunali che si sono espressi favorevolmente rispetto all’opera. Abbiamo dato un segnale di massima compattezza, ora aspettiamo il progetto esecutivo e tutte le altre fasi da cronoprogramma. Non ce ne staremo comunque con le mani in mano: l’impulso lo abbiamo dato in mille maniere, siamo pronti a intervenire a fronte di eventuali intoppi, anche se mi pare che ci sia la volontà di andare spediti”.
Trossarello spiega: “Ci sono i 230 milioni di euro messi a disposizione da Autostrade, noi vigileremo e ci aspettiamo che tutto giri bene”.
Il riferimento è alla nascita dei primi comitati di protesta e ai primissimi movimenti per il no, come quello sorto a Rapallo. “Bisogna però – commenta Trossarello – vedere chi protesta e quanti sono. Il caso di Rapallo? Hanno tutto il diritto a manifestare il loro pensiero, ma parliamo di 150 persone su un comune di trentamila abitanti. Quindi lo 0,75%. Io mi limito a far notare che per il Tunnel della Val Fontanabuona si sono espressi favorevolmente trentasei comuni, il cui totale dei residenti è di 200mila persone. Quindi mi pare che i contrari siano una minoranza assai modesta. Bisogna tener conto delle opinioni di tutti, ma poi andare avanti con senso logico, mentre qui mi sembra che ci sia anche molto di ideologico”.
Secondo Trossarello, “chi è contro le infrastrutture, poi non dovrebbe andare in autostrada né usare l’auto. È facile essere contro le infrastrutture e poi avere l’autostrada che raggiunge il centro di Genova a pochi passi. Per uno che abita in Fontanabuona non è esattamente così. Ma se vogliamo che la vallata non si spopoli, bisogna che chi ci abita venga messo nelle stesse condizioni rispetto alla costa, così come chi ci lavora e chi ci investe. È un discorso di equità, su questo continuerò e continueremo a batterci”.
Intanto, oltre al Tunnel della Fontanabuona, sono altri i dossier liguri particolarmente caldi per il viceministro Edoardo Rixi: “La Gronda: o i lavori partono a fine 2022, inizio 2023, o le autorizzazioni e le valutazioni di impatto ambientale scadranno. Abbiamo poco più di un mese per risolvere quello che gli altri non hanno risolto in tre anni e mezzo. La commissione di esperti sulla Gronda già istituita presso il Mit darà le prime risultanze a metà novembre”.
Iter burocratico a parte, c’è anche il problema degli extra costi, “che devono avere una copertura normativa, altrimenti rischiano di ricadere sui pedaggi autostradali degli italiani. Ed è impensabile aumentare i pedaggi in un momento di criticità come questo in cui ci sono code chilometriche su tutta la rete nazionale, sarebbe una cosa inaccettabile”.
L’importo stimato, prima che aumentassero tutte le materie prime, era di 4,2 miliardi di euro: “Adesso una stima certa degli extra costi per la Gronda non c’è. I costi delle materie prime variano di giorno in giorno, saranno probabilmente virtuali perché nei tempi di realizzazione dell’opera, tra gli otto e i dieci anni, i prezzi cambieranno”.
Gronda a parte, il viceministro ha fatto il punto su tutti gli altri cantieri della Liguria, a cominciare da quello del Terzo Valico: “Sono preoccupato per i ritardi. Credo ci siano soluzioni per risolvere tutto, il problema è che bisogna lavorare e impegnarsi, spero che all’inizio di un Governo come questo ci sia la giusta attenzione soprattutto sulle opere che aspettano da tempo immemorabile la conclusione. Sul Terzo Valico siamo riusciti, grazie alla norma che avevo fatto di accorpamento con il nodo di Genova, a finire gli scavi, abbiamo il problema della talpa nel sud del Piemonte che è rimasta in parte schiacciata dalla pressione tra Alpi e Appennini. Entro dicembre dovremmo risolvere tecnicamente il modo in cui procedere, ma nel frattempo vorremmo iniziare con gli appalti di armamento ferroviario sulle parti di gallerie già realizzate. Se faremo così, probabilmente riusciremo anche a contenere i ritardi. Noi comunque prevediamo di rivedere l’accordo di programma con Trenitalia, dobbiamo capire se ci sia la possibilità di modificarlo nei prossimi quindici giorni, perché è già stato chiuso dall’ex ministro Giovannini. Quello che a noi interessa è il completamento della linea, non solo delle singole opere”. E il completamento di tutte le altre.