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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Tunnel della Fontanabuona, prime crepe da Rapallo: molte osservazioni critiche rispetto al progetto e un comitato del ‘no’ sempre più numeroso

Un render del progetto del Tunnel della Fontanabuona, opera attesa da moltissimi anni
Un render del progetto del Tunnel della Fontanabuona, opera attesa da moltissimi anni
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di ALBERTO BRUZZONE

Lo scorso anno tutti i comuni del Golfo del Tigullio e della Val Fontanabuona s’impegnarono congiuntamente, affinché il tunnel di collegamento tra la vallata e Rapallo venisse portato avanti senza indugi. È una delle tante battaglie che il Levante genovese ha saputo compiere in maniera unitaria, senza sfilacciamenti e senza posizioni alternative.

Poi, quando la realizzazione del Tunnel della Fontanabuona non è mai stata così vicina (ci sono il progetto e pure i finanziamenti), sono giunte le prime crepe, all’atto delle osservazioni delle varie amministrazioni comunali. Particolare fermento c’è a Rapallo, una delle città che sarebbe maggiormente interessate dall’infrastruttura, che proprio da qui dovrebbe partire, attraverso uno snodo con la A12.

L’argomento è stato assai dibattuto in Città Metropolitana e da più parti si parla di uno scambio anche piuttosto animato tra il sindaco di Rapallo, Carlo Bagnasco, e il sindaco di Genova, Marco Bucci (che sono anche, rispettivamente, vice sindaco e sindaco della Città Metropolitana): Bagnasco intende conoscere meglio i dettagli del progetto e, in particolare, l’impatto sul territorio da lui amministrato, mentre Bucci pare tirare dritto per la propria strada, con lo stesso atteggiamento assunto, ad esempio, sul fronte della realizzazione della Diga Perfigli sull’argine lavagnese del fiume Entella.

Come andrà a finire? Di certo, è proprio da Rapallo che iniziano a nascere le prime perplessità rispetto alla grande opera autostradale. Nei mesi scorsi, l’amministrazione comunale ha presentato un lungo elenco di osservazioni nell’ambito della cosiddetta Via, ovvero la Valutazione d’Impatto Ambientale. Il Comune di Rapallo scrive: “Ferma la valutazione positiva circa l’opportunità dell’opera, emerge la raccomandazione di affrontare e risolvere gli specifici profili di criticità indicati, relativi in larga parte alla fase di cantierizzazione e in misura minore all’assetto definitivo delle opere”.

Che cosa c’è che non va nel progetto? Anzitutto, nella zona di Santa Maria del Campo, laddove si prevede un muraglione di contenimento “alto dai 4 ai 10 metri”, si ritiene che “risulti indispensabile un particolare approfondimento, della morfologia di dettaglio della colmata stessa, individuando soluzioni dei terrazzamenti che escludano la presenza di fasce di contenimento di altezza elevata, con esteso utilizzo di modelli contenitivi propri della ingegneria naturalistica ed esclusione di murature a vista in calcestruzzo, al fine di ridurre al massimo le artificializzazioni evidenti di quel tratto di valle, nei confronti della opposta fronte insediata”.

Inoltre, “sempre relativamente all’intervento di sistemazione ambientale riferito all’area compresa tra l’attuale area di servizio autostradale Caravaggio e il tracciato della strada comunale di via sotto la Croce, incombe l’obbligo di segnalare come tale area presenti rilevanti condizioni di instabilità geologica, che proprio in quel tratto recentemente si sono resi necessari alcuni interventi di messa in sicurezza della sede stradale a titolo provvisionale, e la conseguente predisposizione di un progetto di fattibilità tecnico-economica, con successivo inserimento nel programma delle opere pubbliche di un intervento di messa in sicurezza approvato con Delibera della Giunta Comunale nel febbraio del presente anno”.

Quanto all’area della cosiddetta ‘finestra di Arbocò’, in cui lo sviluppo del tracciato del raccordo per circa 100 metri di percorrenza connette, in superficie, la galleria Caravaggio con quella Fontanabuona, “non può che darsi atto di come l’intervento comporti l’alterazione degli attuali caratteri naturalistici e ambientali della zona che sono particolarmente pregiati, sia per la complessiva residua ‘naturalità’ del sistema ambientale sia per l’immagine propria dell’antico sistema rurale della parte insediata dell’area, a formare il nucleo di Arbocò”.

Parimenti centrale il problema viabilistico, perché c’è “la necessità di contenere al massimo, se non escludere totalmente, la creazione di carichi aggiuntivi sulla viabilità locale, in particolare nella tratta di fondovalle (via Santa Maria)”.

Infine, le aree di cantiere: il Comune di Rapallo ne boccia parecchie tra quelle prospettate, perché potrebbero compromettere “la stessa sopravvivenza di una sufficiente logistica al servizio di un’attività industriale importantissima per la città di Rapallo”.

Ci saranno quindi parecchi punti da prendere in considerazione e, intanto, parte proprio da Rapallo un primo comitato del ‘no’. Raggruppa diverse centinaia di persone, che si sono date appuntamento in piazza, di fronte al Municipio, nei giorni scorsi: “Il tunnel – sostengono – costerà trecento milioni di euro, in base a un’analisi costi/benefici risalente al 2013, cifra sottostimata e destinata a diventare esorbitante per l’aumento dei prezzi delle materie prime. Questi soldi provengono dalla compensazione della tragedia del Ponte Morandi e dovrebbero essere spesi per la sicurezza della viabilità autostradale già esistente. Inoltre, il tunnel sarà il primo passo verso la Gronda di Levante, primo step di un sistema autostradale che graverà sul territorio di Rapallo in termini di traffico già senza controllo, smog e rumore in quanto i cantieri previsti la renderanno invivibile per inquinamento atmosferico e acustico per almeno sei anni. I cantieri saranno posti vicino a scuole, al parco pubblico, all’ospedale e al centro abitato delle varie frazioni”.

E ancora: “L’impatto ambientale sarà enorme e irreversibile per flora, fauna, per le sorgenti chiuse, rivi tombinati, letti dei fiumi deviati con il conseguente rischio idrogeologico. Il progetto passerà in zone considerate a rischio franosità elevata. I camion trasporteranno h 24 una quantità pari a 1.300.000 metri cubi di materiale di risulta tra Santa Maria e San Pietro. Sarà un danno al tessuto economico e al turismo sostenibile di Rapallo, sarà un servizio pubblico a pagamento. I cantieri finiranno ma l’impatto ambientale sarà irreversibile. Questa è l’eredità che lasceremo alle generazioni future”. Il Tunnel della Fontanabuona non parte sotto i migliori auspici.

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