di ALBERTO BRUZZONE
Ma che fine ha fatto il tunnel della Fontanabuona? Era una semplice discussione da campagna elettorale o dietro c’era qualcosa di realmente concreto? Viene da chiederselo, è quasi naturale e spontaneo, perché esaurite le elezioni di settembre, è nuovamente calato un velo di silenzio attorno a quella che, come ampiamente detto e ribadito da più parti, è l’opera più importante per la vallata e per tutto l’entroterra del Levante, la chiave di volta per rilanciare l’economia e per far ripartire parecchie aziende.
Non se n’è più parlato e ci si domanda il perché, visto che mai come in questo periodo storico l’effettiva partenza dei lavori pareva a un passo: e per la massima disponibilità espressa dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti; e per la convergenza tra maggioranza e opposizione in Consiglio Regionale, con la totalità degli eletti nella zona del Levante (a cominciare dai neo consiglieri) che si sono espressi positivamente; e per il parere unanime da parte di tutti i sindaci della Val Fontanabuona, da tempo riuniti in un unico tavolo di lavoro e di concertazione; e, ultimo ma non certo in ordine d’importanza, per la presenza a Roma, in veste di sottosegretario alle Infrastrutture (e quindi il Ministero direttamente interessato) del parlamentare chiavarese del Movimento 5 Stelle, Roberto Traversi.
Una congiunzione astrale irripetibile, insomma, che va di pari passo anche con una prospettiva di poter finanziare l’opera, attraverso una o più strade. Eppure, l’iter del tunnel tra Rapallo e la Fontanabuona non è mai stato semplice e pure in questa fase sembra proprio che si sia per l’ennesima volta incagliato.
Come mai? A dare il quadro aggiornato è Gabriele Trossarello, ex sindaco di Moconesi, oggi assessore comunale e da sempre in prima linea nella battaglia per veder finalmente realizzata questa importantissima opera, anche come coordinatore del tavolo dei sindaci.
È giusto ricordare che a favore del tunnel si sono espresse nei mesi scorsi ben 35 amministrazioni comunali, che hanno approvato uno specifico ordine del giorno pro-tunnel: Moconesi, Tribogna, Cicagna, Neirone, Lorsica, Favale di Malvaro, Orero, Coreglia Ligure, Lumarzo, San Colombano Certenoli, Leivi, Carasco, Santo Stefano d’Aveto, Rezzoaglio, Borzonasca, Mezzanego, Chiavari, Cogorno, Zoagli, Rapallo, Portofino, Uscio, Avegno, Recco, Ne, Sestri Levante, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese, Sori, Bogliasco, Moneglia, Pieve Ligure, Bargagli, Davagna, Lavagna, il tutto per una popolazione complessiva di circa duecentomila abitanti.
Il tunnel tra Rapallo e la Fontanabuona doveva inizialmente essere inserito all’interno delle 130 opere strategiche per far ripartire il paese, in quell’elenco denominato ‘Italia va veloce’. Così non è stato ma, nel luglio scorso, lo stesso Traversi, citando documenti ufficiali del Ministero (senza però mai mostrarli), spiegava che, anche se l’opera non figurava in quelle strategiche, figurava comunque in quelle prioritarie (varrebbe a dire, un gradino più sotto).
Solo che poi tutto è passato ‘in cavalleria’, come si suol dire: “Noi abbiamo fatto pressione più volte su Traversi, per farci spiegare a che punto è la situazione – racconta Trossarello – E il sottosegretario ci ha sempre spiegato che l’eseguibilità del tunnel era legata alla lunga trattativa della concessione ad Autostrade. Il tunnel era inserito in prima battuta nelle opere risarcitorie, anche perché il progetto esistente è stato redatto da Aspi proprio per Autostrade. È anche vero però che, a detta di Traversi, ci sarebbero altri modi per finanziare i lavori, se la trattativa con Autostrade dovesse arenarsi e si dovesse veramente arrivare alla revoca della concessione”.
Nelle ultime settimane, è uscita l’ipotesi d’inserire il tunnel all’interno del cosiddetto Recovery Plan, ovvero il piano delle opere e degli investimenti da finanziare attraverso le risorse europee rappresentate dal Recovery Fund. “Ma qui c’è un problema – prosegue Trossarello – Ovvero che, stando alle indiscrezioni, il Recovery Plan prevede solamente quelle opere che sono immediatamente cantierabili, e il tunnel fra Rapallo e la Fontanabuona non è tra queste”.
Sul portale ufficiale della Regione Liguria c’è lo stato di avanzamento del progetto, di cui pubblichiamo uno specchietto: la sottoscrizione del protocollo d’intesa risale al 13 aprile del 2011, mentre la consegna del progetto preliminare è datata 6 marzo del 2012. L’ultimo aggiornamento disponibile è il progetto definitivo, che risale al 25 marzo del 2015. La cifra indicata per l’intero intervento è di poco più di 308 milioni di euro.
Al momento, il tunnel della Fontanabuona ha superato lo studio di fattibilità, la progettazione preliminare e la progettazione definitiva. Potrà andare avanti dopo una conferenza dei servizi, il progetto esecutivo, l’appalto, l’esecuzione dei lavori e, infine, l’entrata in esercizio. Per poter essere finanziato dal Recovery Fund, quindi, è almeno due step indietro: mancano conferenza dei servizi e progetto esecutivo.
“Bisognerebbe capire – commenta Trossarello – se rispetto al progetto definitivo del 2015 mancano poche righe affinché diventi esecutivo, oppure se bisogna rifare tutto alla luce delle rinnovate normative ed esigenze. E questo è già un punto. Poi, c’è tutta la partita dei finanziamenti e delle informazioni poco chiare che abbiamo”.
Che fine ha fatto, ad esempio, la Regione Liguria? Come mai nessuno si è più espresso dopo le elezioni? “Noi – rimarca Trossarello – dobbiamo assolutamente riallacciare il discorso con Traversi. Tutto è legato al nodo della concessione o meno ad Autostrade. È questo che tiene bloccata ogni cosa. Appena sarà fatta chiarezza su questa vicenda, mi auguro proprio che si possa andare avanti: o con i fondi di Autostrade, o con quelli statali, o con il Recovery Fund. L’importante è che questo tunnel venga fatto”.