di DANILO SANGUINETI
Beach è l’aggettivo che ogni sport di squadra che si rispetti deve implementare se vuole ritagliarsi una fetta di attenzione sui media, attirare qualche praticante in più e afferrare un pugno di contributi e donazioni. C’è però uno sport che non cede alle mode. In scia di Beach Volley, Beach Soccer, Beach Waterpolo e persino Beach Handball non è spuntato il Beach Rugby. Anzi i cultori della palla ovale hanno scelto di distinguersi (come è giusto che sia per il più antico e il più british degli sport di squadra) denominando la loro versione ‘easy e free’ Touch Rugby.
Estivo è lo spirito, con regole e partecipanti adeguati al periodo. La Pro Recco non poteva non cavalcare l’onda (sic) e non ideare un’animata, colorata e divertente disfida di questo rugby in versione semplificata. Spiega Emy Forlani che oltre ad essere addetta stampa efficiente come pochi, ha una conoscenza della materia da mettere a tacere un gallese che discenda da una stirpe di ruggers: “Il Touch Rugby è una versione semplificata dello sport ufficiale. Le squadre composte da un qualsivoglia numero di partecipanti, basta che siano composto da eguale numero di giocatori, 6 contro 6, 7 contro 7 ecc. La norma principale è quella che non ci sono placcaggi e mischie, si corre e ci si passa la palla, ogni qualvolta si viene intercettati, con un tocco su qualsiasi parte del corpo, ‘touch’ in inglese, si lascia cadere la palla sul posto e l’azione passa agli avversari che iniziano la controffensiva dal posto dell’intercetto. Il campo di solito è una delle due metà del terreno di gioco regolare per le partite normali”.
In origine il Touch Rugby era una forma di allenamento: “Le squadre lo usavano per riscaldarsi nel prepartita. Poi è diventato un’occasione per avvicinare al rugby più gente possibile. È chiaro che con queste regole i master possono confrontarsi con i giovani, i Pro con i dilettanti, e anche le signore e i ragazzini sono in grado di dire la loro”. Ecco spiegato il successo del torneo di Bar di Touch Rugby. “L’aver coinvolto i bar è stata una mossa vincente. La città intera si sta appassionando perché c’è in palio la supremazia locale, le squadre prendono sul serio l’impegno e tanta gente viene a vedere le gare. Il che è positivo anche per l’iniziativa benefica a esso collegata”.
Si gioca al Carlo Androne ogni giovedì dalle 19,45 circa, in queste date: 21 e 28 luglio, 4, 11 e 18 agosto, più le finali il 25 agosto. “Al termine di ogni serata di partite si cena al campo con un menù fisso da 15 Euro e per chi viene a vedere, o si ferma a mangiare può fare un’offerta nella apposita cassetta che prosegue la raccolta fondi per Giorgio Germano, ex Squaletto ora diciassettenne la cui famiglia deve sostenere i costi per la protesi dopo l’amputazione di una gamba. Cinque bar, cinque squadre all stars, sei appuntamenti. Le squadre sono composte da giocatori e giocatrici di ogni categoria ed età, per tanto divertimento per tutti e tutte.
Nell’attesa che inizi la posa del nuovo manto sintetico di ultima generazione approvato da World Rugby si danno battaglia il Bar Ivo, Peyote, Orizzonte, Il Fondo, Tom’s.
Poi a settembre tornerà il rugby ‘grande’. La prima squadra non avrà più Jem Van Vuren come coach. Nella prossima stagione, scelti da Stefano Di Liberto, tornato nel ruolo di Direttore Sportivo saranno Davide Noto e Alessandro Regestro, con il supporto di Lucas Tagliavini per i trequarti, a sedersi in panchina. Noto, probabilmente il tallonatore più forte della storia biancoceleste, trentanove anni e una profondissima conoscenza della mischia e del gioco, già punto di riferimento per i compagni dentro e fuori dal campo, si appresta a iniziare la sua prima vera esperienza da allenatore in Serie A.
Per Regestro gli anni sono solo venticinque ma, dopo una carriera da flanker arrivata fino al Top10 e conclusa troppo presto a causa degli infortuni, si è già dedicato, oltre all’ormai prossima laurea in scienze motorie, al lavoro di personal trainer e di allenatore a livello giovanile sia di pallavolo che di rugby. Alessandro fa parte del gruppo di quei ‘ragazzini terribili’ che, giovanissimi e pieni di talento, vissero il grande momento dei campionati vinti, dei record e delle finali promozione giocate dagli Squali.
Tagliavini, classe 1992, biancoceleste fin da bambino, mediano di mischia di grande carattere e grinta e già educatore e allenatore di quasi tutte le categorie giovanili fino all’U19, supporterà Noto e Regestro per il reparto arretrato.
Le prime parole di Noto: “Sono contento e molto carico: questo è il coronamento di un lavoro iniziato già da qualche anno e ora è il momento giusto per questa svolta, sia per l’anagrafe, che è implacabile, che per il lungo stop che in ogni caso mi impone l’incidente che ho avuto mesi fa e che mi ha ‘regalato’ una placca nel braccio che non potrà essere tolta prima di aprile del prossimo anno. Insieme a ‘Reggi’ e Lucas lavoreremo sia con la Prima Squadra che con le giovanili e seguiremo la formazione e la crescita di tutti gli allenatori”. Inizia un nuovo ciclo e ci sono i presupposti perché al Carlo Androne gli squali tornino a mordere.