di DANILO SANGUINETI
Un anno travagliato può diventare rapidamente un anno disgraziato e irrecuperabile se non vi si pone rimedio con pazienza e lungimiranza. Il Tigullio Sport Team Basket Santa Margherita Ligure veniva da mesi di attesa per poter riavere il Palazzetto dello Sport cittadino, sottoposto a una radicale ristrutturazione da parte del Comune, proprietario della struttura. Una odissea burocratica prima, realizzativa poi, che ha allungato i tempi in modo quasi insostenibile per la società e per le squadre.
Aspettava la primavera per spalancare i battenti del rinnovato complesso e tornare a poter operare a pieno regime: proprio quando la strada verso il lieto fine pareva, seppure a fatica, tracciata, è spuntato a rendere l’itinerario in salita – salita di tipo Ottomila himalaiano – il Covid 19. Una seconda consecutiva mazzata che ha fatto barcollare anche un incassatore di dichiarata fama come il dottor Pio Macchiavello, presidente del settore pallacanestro nella Polisportiva Tigullio.
“A febbraio nutrivamo una ragionevole fiducia che a fine stagione, ossia proprio in questi giorni, avremmo avuto due eventi da festeggiare. La promozione della prima squadra maschile in serie C Gold maschile (saremmo stati la seconda formazione a rappresentare la Liguria, l’unica della provincia di Genova) e il vernissage di un Palazzetto sistemato per poter ospitare competizioni di carattere nazionale”.
La pandemia ha disposto diversamente. “La Federazione ci ha comunicato pochi giorni dopo il lockdown che i campionati di ogni genere e grado erano terminati. Con le classifiche ‘cristallizzate’, ossia senza procedere a retrocessioni e promozioni di sorta. Per noi un boccone assai amaro da mandar giù. Stavamo per affrontare la seconda fase della C Silver. Nel girone eliminatorio avevamo chiuso al primo posto. Non ci avevano rallentato le tribolazioni per l’impianto: la squadra si allenava quando poteva (due sessioni alla settimana ospiti della Pro Recco Basket) e vagabondava per trovare un campo di gioco a Rapallo e Chiavari, città dove abbiamo usufruito della squisita disponibilità degli uffici comunali e dell’Aurora Basket, ma aveva accumulato 12 punti di vantaggio sulla seconda, avendo vinto 18 partite su 18. Nei quarti di finale ci saremmo portati dietro i risultati del girone e avremmo affrontato squadre che avevamo già battuto. Mi sento di dire che saremmo arrivati alle semifinali in scioltezza, poi ci saremmo giocati ottime carte per impadronirci di uno dei due posti a disposizione per salire nella categoria superiore”.
Quindi beffa più danno. “Quanto accaduto era impronosticabile e ha portato a danni tremendi, le débâcle sportive passano in secondo ordine – riflette il dottor Macchiavello – Starà a ciascuno di noi trovare il modo per ripartire, facendo tesoro di questa dura lezione. Per quanto riguarda la Tigullio, stiamo valutando il da farsi perché la situazione è estremamente fluida: da una parte il lockdown ha bloccato i lavori al Palazzetto quando pareva che avessero finalmente imboccato la dirittura d’arrivo, dall’altra nell’allestire gli organici dei campionati per la stagione 2020-21 (che dovrebbe partire a settembre) si profilano sorprese se non una rivoluzione”.
Il presidente dei biancorossi scende nel dettaglio: “La Fib ha dato tempo sino al prossimo 15 giugno ai club di A1, A2 e B per comunicare le loro decisioni riguardo alla conferma della categoria. Mi risulta che alcune società piemontesi alle prese con i tormenti post quarantena, tormenti che sono di natura essenzialmente economica – pensate a chi ha speso una fortuna per vincere o salvarsi e poi si è ritrovato senza risultati, senza incassi, senza sponsor e con giocatori, impianti, tasse varie da pagare -, e che sarebbero pronte a chiedere il declassamento spontaneo in C Gold. Questo sarebbe per il momento l’unico ostacolo a un nostro ripescaggio. Avevamo deciso di provarci perché i ragazzi e lo staff tecnico lo meritavano, sul campo avevano dimostrato la loro superiorità. Dal 16 al 30 giugno i club di C Gold, C Silver e D a loro volta saranno chiamati a una scelta”.
La sensazione è che la Tigullio possa veder accolta la sua domanda perché la crisi che già prima del Coronavirus era strisciante, oggi è diventata conclamata. “Come ripartiremo? Cosa troveremo a fine estate? Gli sponsor, che erano in via di contrazione e stavano alleggerendo i loro contributi, tra due mesi potrebbero estinguersi. E le norme per ospitare eventi, dalla sicurezza degli atleti a quella degli spettatori, sono ancora da scrivere. È facile immaginare che le precauzioni – distanziamento sociale, sanificazioni, ecc – saranno ancora in vigore. Con un aggravio per le società non quantificabile oggi, sicuramente terrorizzante per società che non sono spa e non sono organizzate come quelle professionistiche. Fare dei programmi oggi è poco più che scegliere di saltare nel vuoto sperando che sotto ci sia qualcosa di morbido ad accoglierti…”.
Se ci aggiungiamo che il nodo Palazzetto sia ancora da sciogliere… “Da oltre 12 mesi attendiamo che sia messa la parola fine sotto il romanzo, a volte buffo a volte tragico, del Palazzetto, costruito nel 1973 e che non poteva attendere oltre di essere messo a norma con le nuove esigenze delle società sportive sammargheritesi. Per noi in particolare si tratta di permetterne la classificazione come C Silver, classificazione che consente di partecipare non solo al campionato di C Gold, ma anche a quello di serie B, sempre che vengano mantenuti i 400 posti preventivati”.
La Tigullio al bivio, congelata tra sogni e paura di non poter portare con sè nel nuovo itinerario una realtà composta non solo dalla prima squadra ma anche da un settore giovanile che conta decine di ragazzi tra Under 18, Under 14, Under 13 e Minibasket. “Lo scorso 4 giugno ho inviato un messaggio di auguri all’architetto Linda Peruggi che segue per il Comune l’iter dei lavori. Non era per festeggiare il genetliaco di una persona, ma l’anno tondo tondo dall’inizio dei lavori, il 4 giugno 2019”.