di ALBERTO BRUZZONE
Fumata nera, anzi nerissima, ieri in Città Metropolitana, rispetto alla definizione della tariffa della Tari, ovvero la tassa sui rifiuti. Nerissima, come l’umore di chi ha lasciato la conferenza metropolitana dei sindaci, dopo l’accesissimo diverbio tra alcuni primi cittadini, guidati dal sindaco di Ceranesi, Claudio Montaldo, e il sindaco metropolitano, Marco Bucci. Il serrato confronto tra le varie posizioni ha tenuto più banco rispetto alla sostanza stessa, tant’è vero che andrà convocato un ulteriore incontro, il terzo, per cercare di capire se ci sono margini per evitare i rincari.
Come noto, l’Arera, ovvero l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, ha invitato ogni gestore del ciclo dei rifiuti a ricalibrare le sue tariffe rispetto all’andamento dell’inflazione, sbloccando una situazione che era imballata da almeno quattro anni.
Amiu, che si occupa di servire gran parte dei comuni della Città Metropolitana, a cominciare appunto da Genova e dal Golfo Paradiso, ha prospettato un aumento del 6,9%. Il sindaco di Genova e sindaco metropolitano, Marco Bucci, dopo aver saltato la prima conferenza dei sindaci dove si sarebbe dovuto parlare di Tari, ieri è giunto al tavolo di confronto con una posizione interlocutoria: “A quanto ci risulta, le altre città metropolitane, come Milano, Torino e Bologna, hanno deciso di applicare rincari tra il 6 e il 9%. Sono costi legati all’inflazione e non hanno niente a che vedere con la raccolta differenziata. Chi dice che questi rincari sono legati alla differenziata, non fa un buon servizio ai cittadini”.
Bucci ha ribadito che si tratta di una situazione di criticità a livello nazionale e che Genova sta studiando ogni modo per evitare i rincari, come ha raccontato anche il vicesindaco Pietro Piciocchi. Lo si può fare attraverso alcune “technicalities” (tecnicismi di bilancio), ma pur sempre all’interno di maglie normative e finanziarie che sono strettissime. Bucci si è impegnato a presentare “una comparazione tra Genova e le altre città. Prima di decidere, pubblicheremo una tabellina. I numeri che sono circolati non sono ufficiali e noi faremo il possibile per bloccare ogni aumento”.
I tempi sono ristretti, perché la Città Metropolitana deve approvare il rendiconto indicando la tariffa della Tari entro il 30 aprile. Da più parti, però, viene evocata la prospettiva di chiedere una proroga allo Stato. “Ringraziamo Bucci per la lectio magistralis sulla raccolta differenziata”, ha detto ironicamente Claudio Montaldo, ma il sindaco di Genova non ha gradito il tono e tra i due è nato un alterco. “Ho detto a Bucci che è un maleducato, e lo ripeto – afferma Montaldo – È un maleducato dal punto di vista istituzionale, non ne do un giudizio sotto altri profili. Fatto sta che il sindaco metropolitano ha chiuso velocemente la seduta, non c’è stato spazio per discutere e per colpa sua non abbiamo concluso nulla. Ora chiederemo un’ulteriore convocazione, ma lo faremo con le firme. Pretendiamo di conoscere i conti nel dettaglio. Quanto pesa l’inflazione sul mio comune? Quanto pesa sugli altri comuni? Vogliamo discutere la soluzione, non che ci venga presentata come cosa fatta”. Anche Ascom Confesercenti interviene sulla Tari con il presidente genovese, Alessandro Cavo: “I rincari per noi sono categoricamente inaccettabili. Chiediamo all’amministrazione e al gestore di fare un passo indietro e, eventualmente, di considerare l’opportunità, per attenuare l’impatto dell’inflazione, di evitare spese non necessarie, come varie forme di sponsorizzazione”.