Il 25 Aprile non può essere la festa dei “pacifisti della resa”
La pace non è gratis e per difendere i nostri valori dalle minacce di autocrazie aggressive e violente la deterrenza di una forza militare moderna ed efficiente è indispensabile
Andrea Cisternino dal rifugio per animali in Ucraina prepara l’anno di sensibilizzazione per i giovani all’insegna della musica
Dal 2010 il noto fotografo vive a Kiev, dove la sua missione, iniziata dal recupero dei cani randagi, si è estesa a tutti gli animali, anche i selvatici
Ancora una volta, purtroppo, si deve constatare che nei confronti dell’estremismo e delle minacce e le aggressioni dei nemici dell’Occidente valgono soltanto i rapporti di forza
La politica estera e la collocazione internazionale dell’Italia saranno il discrimine delle coalizioni di governo?
I pacifisti della resa rifiutano sempre e comunque l’uso della forza e invocano genericamente e retoricamente iniziative diplomatiche dell’Europa e di un’Europa possibilmente sganciata dagli Usa
Il cupo estremismo delle proteste nelle università di chi vuole cancellare Israele dalla carta geografica
Perché nessuno di voi ha manifestato e protestato per gli eccidi e le decine di migliaia di morti consumati dal regime siriano di Assad appoggiato dalla Russia e dall’Iran, o per l’invasione neo-imperialista di Putin in Ucraina?
L’eccesso di reazione di Israele e il rischio sempre più concreto di una deriva antisemita
Non pare possibile che questo governo abbia in sé la capacità di governare con humanitas la reazione che oggi appare una feroce vendetta contro i palestinesi, facendo sostanzialmente di ogni erba un fascio
Le distorsioni cognitive di quella parte di Occidente che odia l’Occidente
Non ci sono solo le piazze islamiche a richiedere la cancellazione dello Stato di Israele dalle carte geografiche. Vasti settori della sinistra estrema e del pacifismo unilaterale di fatto chiedono la stessa cosa
Lo scontro tra Israele e Hamas e la necessità di evitare scelte dannose e irreversibili
L’iniziativa dei militanti e la reazione del governo di Netanyahu, assieme al risveglio dei proxy iraniani come Hezbollah e al sostegno di Teheran ad Hamas, hanno proiettato Washington di nuovo nell’agone mediorientale