di ANTONIO GOZZI
La vicenda, dopo l’impegno di mobilitazione del Comitato No al Depuratore in Colmata culminato la settimana scorsa nella presentazione del docu-film sul tema al Teatro Caritas di Chiavari, sta assumendo connotati surreali.
Grazie alla mobilitazione del Comitato tutte o quasi le forze politiche locali hanno preso posizione contro la realizzazione dell’opera: Lega, FdI, Forza Italia, Terzo Polo, PD, M5S ed Europa Verde, e francamente erano anni che non si vedeva una convergenza così larga su un tema strategico per il futuro di Chiavari.
L’Amministrazione Comunale fino a pochi giorni fa aveva taciuto, probabilmente anche per le divisioni presenti al suo interno proprio sulla realizzazione di quest’opera. Ma sono successi dei fatti nuovi quasi certamente provocati dalla mobilitazione popolare.
Al dibattito che ha seguito la proiezione del docu-film Andrea Torchio, il presidente di Partecip@ttiva, ha affermato che la sua associazione politica (lui, in verità, la definisce farisaicamente ‘culturale’) è da sempre contraria al depuratore in Colmata, e in effetti ci sono documenti e prese di posizione che lo dimostrano. Dopo questa dichiarazione, Torchio ha lasciato repentinamente il dibattito, forse per non sentirsi dire, come qualcuno dei presenti ha fatto, che essendo Partecip@ttiva componente della maggioranza di governo che regge per la seconda tornata consecutiva la Civica Amministrazione di Chiavari il dissenso l’avrebbe potuto tranquillamente manifestare in sede di maggioranza, dandovi poi seguito con fatti politici.
Il 29 marzo l’avvocato Antonio Segalerba, Presidente del Consiglio Comunale di Chiavari e dell’associazione politica che da sei anni governa la città, in un comunicato stampa informava i chiavaresi che l’Amministrazione a trazione Avanti Chiavari “non ha mai voluto questo depuratore”.
Anche per lui come per Torchio, anzi ancor di più che per Torchio, la cui forza politica in Amministrazione è pressoché nulla, vale un principio di coerenza: sei contrario? Convochi il Consiglio Comunale e presenti un ordine del giorno con cui il Comune di Chiavari, unico comune del Tigullio Orientale a essere in regola perché ha un depuratore funzionante a Preli, dice che non vuole il depuratore in Colmata e conseguentemente non mette a disposizione a Iren l’area di proprietà comunale su cui realizzarlo. Semplice.
Del resto, lo stesso Sindaco metropolitano Marco Bucci, intervistato una settimana dopo sull’argomento a margine del bel convegno sul futuro di Chiavari e del Tigullio organizzato per i cinque anni di ‘Piazza Levante’, lo ha confermato: “È il Comune che decide dove piazzare il depuratore”.
Fino a quando il depuratore non è realizzato c’è sempre tempo per cambiare linea e per promuovere atti concreti capaci di fermare l’iter burocratico. È solo una questione di volontà politica.
Oggi non è neppure stato predisposto il progetto esecutivo e quindi anche eventuali costi sostenuti da Iren per il progetto di massima sono poca cosa a fronte del disastro della realizzazione del depuratore.
Al di là delle affermazioni di Segalerba e Torchio, ci risulta invece che l’Amministrazione Comunale di Chiavari stia facendo pressione su Iren perché acceleri il più possibile l’iter del progetto e inizi al più presto i lavori: e cioè l’esatto opposto delle dichiarazioni ufficiali di contrarietà, che peraltro sono emerse solo quando, grazie al lavoro del Comitato, il tentativo di far passare alla chetichella questo disastro senza alcuna discussione e confronto è saltato, e l’opinione pubblica cittadina ha potuto rendersi conto di cosa incombe sulla città.
Tutti possono sbagliare. L’errore della localizzazione del depuratore sull’area di Colmata si deve all’Amministrazione del compianto sindaco Di Capua, sempre retta da Avanti Chiavari. E questo è stato un grave errore perché non se ne sono valutate le conseguenze drammatiche sul comparto turistico cittadino e (come peraltro diceva Segalerba nel 2017) non si è presa in considerazione la soluzione che era la più logica, e cioè il potenziamento del depuratore di Preli e la realizzazione di qualche piccolo depuratore di valle (in calce a questo articolo riproponiamo un’interessante intervista video rilasciata dall’avvocato Segalerba in cui lui stesso sosteneva questa posizione. Peccato che una volta conquistato il Comune abbia cambiato idea).
Il surrealismo della vicenda è che tutti sono contrari, apparentemente, al depuratore in Colmata, in particolare gli esponenti della maggioranza che regge il Comune, ma non succede niente.
Non è che su Preli, ancora una volta, si addensano interessi speculativi e che un depuratore collocato in quella zona dà proprio fastidio? Ma è forse meglio sacrificare per questo il futuro della città?
L’INTERVISTA DI ANTONIO SEGALERBA NEL 2017 (Immagini tratte da TWeb News)