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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Diga Perfigli, l’ennesima assurdità: Città Metropolitana paga quasi novantamila euro per uno studio su come abbassare il muraglione contestatissimo. Ma prima non lo aveva difeso?

Il Seggiun sulla Piana dell'Entella è finalmente salvo
Il Seggiun sulla Piana dell'Entella è finalmente salvo
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di ALBERTO BRUZZONE

Nella vicenda assurda della costruzione della cosiddetta Diga Perfigli sull’argine lavagnese del fiume Entella, ecco che viene scritto l’ennesimo capitolo assurdo. Prima Regione Liguria e Città Metropolitana difendono a spada tratta il muraglione, visto come unica soluzione per il contenimento del rischio idrogeologico (una soluzione ormai vista da tutti, ma proprio da tutti, come inutile e anacronistica), poi a lavori iniziati viene finanziato con quasi novantamila euro di soldi pubblici dalla ex Provincia uno studio per capire se il muraglione stesso può essere ribassato, per favorire l’estetica dell’opera. Come dire: fa schifo, non serve a nulla, ma ormai si deve fare e allora, visto che si deve fare, spendiamo altri soldi per farla un po’ meglio.

Questa è la questione riassunta in soldoni. La versione estesa, invece, si può leggere su un documento di Città Metropolitana datato 9 giugno 2022 (quindi la settimana scorsa). L’atto dirigenziale arriva dalla Direzione Territorio e mobilità – Servizio Amministrazione territorio e trasporti ed è firmato dal dirigente Mauro Cuttica: si assegnano, per la precisione, 88.046,37 euro “all’Rti Studio Galli Ingegneria Srl, Studio Majone Ingegneri Associati Srl, Rina Consulting Spa, con sede legale presso la capogruppo Studio Galli a Roma, via Giovanni Battista Martini, per l’incarico di approfondimento tecnico finalizzato alla valutazione dell’eventuale possibilità di riduzione dell’altezza delle arginature di progetto, e in particolare allo svolgimento di un’indagine sia in termini geometrici che delle granulometrie in alveo, e di una attività di modellazione a fondo mobile e modellazione bidimensionale volta alla definizione di nuove condizioni di deflusso”.

Nel documento, si specifica anche che il finanziamento arriva da un fondo di 720mila euro concesso dalla Regione Liguria. Soldi pubblici su soldi pubblici per concepire un progetto fuori portata, ambientalmente incompatibile, paesaggisticamente inaccettabile, vecchio e ormai rigettato da tutti.

Ma quel ‘mostro’ chiamato burocrazia non si ferma e, in aggiunta, va avanti anche la ‘macchina’ politica, con il sindaco metropolitano Marco Bucci che si sentirà ancora più forte dopo la riconferma al primo turno in veste di primo cittadino di Genova. Non si conoscono gli esiti di questo studio, né a che punto sia il suo svolgimento. Si conosce, invece, quanto scalpore abbia già fatto, specialmente tra coloro che continuano a combattere contro questa costruzione.

La richiesta da parte di Città Metropolitana di riconsiderare l’altezza del muraglione va di pari passo con un’altra vicenda accaduta nelle scorse settimane, a proposito della Diga Perfigli e della sua assai travagliata vicenda: con una lettera protocollata, infatti, gli uffici regionali del settore della Tutela del paesaggio e demanio marittimo hanno comunicato agli enti locali interessati l’avvio della procedura che porterà nel giro di qualche mese all’apposizione del vincolo paesaggistico per la piana dell’Entella. Il documento, con tanto di relazione tecnica, è stato inviato lo scorso 28 aprile.

Secondo Italia Nostra, “finalmente sono cambiate le regole. L’iter dovrebbe terminare entro gennaio 2023, ma gli effetti dei nuovi vincoli saranno immediati. In particolare, ‘i proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili ed aree di interesse paesaggistico, tutelati dalla legge, non possono distruggerli, né introdurvi modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione’ e ‘I soggetti di cui al comma 1 hanno l’obbligo di presentare alle amministrazioni competenti il progetto degli interventi che intendano intraprendere, corredato della prescritta documentazione, ed astenersi dall’avviare i lavori fino a quando non ne abbiano ottenuta l’autorizzazione’”. Nel frattempo, le ruspe continuano a stazionare, minacciose, sulla piana dell’Entella.

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