(r.p.l.) Società Economica di Chiavari e Festival della Parola, una collaborazione pluriennale che vede quest’anno la proposta di un convegno per celebrare la nascita di Italo Calvino.
“Abbiamo scelto Calvino come culmine del percorso dedicato all’autore che, insieme ad un gruppo di appassionati, abbiamo portato avanti per tutto l’inverno 2023 con le mie ‘Letture del bibliotecario’”, ha spiegato Enrico Rovegno, direttore della Biblioteca e vicepresidente della Società Economica di Chiavari.
L’incontro ‘Italo Calvino. L’arte di raccontare’, patrocinato dal Ministero della Pubblica Istruzione, si terrà giovedì 1° giugno alle ore 15 presso la Sala Ghio Schiffini in via Ravaschieri.
Rovegno, Calvino ci ha lasciato un’eredità enorme e quanto mai eterogenea, è possibile ‘riassumerla’ in un convegno?
“No, e non cercheremo di farlo. Calvino ha sempre sostenuto come fosse il racconto la forma a lui più adatta, indagheremo questo aspetto escludendone altri. Grazie a Francesco De Nicola ed Elvio Guagnini partiremo dai primissimi racconti, quelli che pochi conoscono; poi parleremo del suo punto di vista sulla realtà con Giulio Ferroni; allargheremo l’orizzonte sulla fortuna tardiva ma consolidata di Calvino in Spagna; e arriveremo fino all’ultimissimo Calvino insieme a Filippo Pennacchio. Abbiamo fatto anche lo sforzo di provare a dare voce all’autore, questo grazie alle letture di Fabio Contu”.
Dei tanti Calvino di cui ha parlato quale preferisce?
“Non posso dimenticare l’impatto che hanno avuto sulla mia vita di lettore la lettura de ‘I nostri antenati’ o le pagine conclusive de ‘Il Barone Rampante’. Calvino mi è da subito piaciuto per questo tipo di narrazione, anche se riconosco il fascino del Calvino de ‘Le città invisibili’ o di alcuni racconti di ‘Palomar’”.
Questo Calvino allegorico, in particolare quello del Barone Rampante, è stato spesso maltrattato dalla scuola fino a renderlo ‘antipatico’ agli studenti. Conferma?
“È verissimo. ‘Marcovaldo’ o ‘Il Barone Rampante’ non rappresentano tutto Calvino. Farli digerire a dei poveri studenti è davvero un’impresa ardua. Nel fare odiare gli autori o i libri purtroppo la scuola a volte è bravissima. Nell’incontro di domani proveremo a suscitare interesse anche ai più giovani. Abbiamo cercato di costruire un percorso di alto livello che riuscisse a toccare più punti possibili dell’opera di Calvino entrandone in profondità, ma sempre con la leggerezza tanto cara a Calvino”.