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Giovedì 11 settembre 2025 - Numero 391

Sicurezza scolastica, questa sconosciuta: la Liguria è la regione messa peggio in tutto il Nord Italia

In regola solo 40 scuole su 859. Le altre, cioè oltre il 95% del totale, risultano prive di almeno una delle cinque certificazioni richieste per legge
La scuola inizierà in Liguria il prossimo 15 settembre
La scuola inizierà in Liguria il prossimo 15 settembre
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(r.p.l.) Alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico, tornano di stretta attualità i dati sulla sicurezza degli edifici scolastici che mettono in evidenza una prima importante assenza già a partire dalla prima campanella: la sicurezza.


Un dossier nazionale curato da Tuttoscuola, basato su rilevazioni ufficiali del Ministero dell’Istruzione, ha evidenziato come solo il 9% delle scuole italiane sia in possesso di tutte le certificazioni previste dalla normativa. Un quadro critico che in Liguria, dove si torna a scuola il 15 settembre, assume contorni ancora più preoccupanti: appena il 4,7% degli edifici risulta completamente in regola.

Si tratta di 40 scuole su 859. Le altre, cioè oltre il 95% del totale, risultano prive di almeno una delle cinque certificazioni richieste per legge: il certificato di agibilità, il certificato di prevenzione incendi, l’omologazione della centrale termica, il piano di evacuazione e il Documento di Valutazione dei Rischi. In 40 casi, nessuna delle cinque certificazioni è presente. Cifre che collocano la Liguria tra le Regioni con i dati più allarmanti del Paese e, in particolare, all’ultimo posto tra quelle del Nord Italia.

A livello nazionale, la fotografia restituisce un sistema largamente fuori norma: più di 36 mila edifici scolastici su circa 40 mila non sono in regola con almeno uno dei cinque documenti richiesti, e quasi 3.600 non ne possiedono nemmeno uno. Un’emergenza strutturale e diffusa, che si aggrava nelle aree a maggiore vulnerabilità sismica e si concentra, in termini assoluti, soprattutto nelle regioni del Sud. Ma è il dato ligure, pur con una rete scolastica meno estesa, a far emergere una fragilità che non può più essere sottovalutata.

Dal Ministero arrivano segnali di rassicurazione, almeno a parole. Oltre 10 mila edifici scolastici sarebbero attualmente oggetto di interventi finanziati attraverso fondi del PNRR e risorse ordinarie, anche se l’impatto concreto di questi investimenti sarà visibile solo nei prossimi anni. Lo stesso dicastero ha sottolineato come la mancata pubblicazione delle certificazioni nell’anagrafe non implichi necessariamente la loro assenza, rimandando alle responsabilità degli enti locali in merito al caricamento e aggiornamento dei dati. Una spiegazione formale che tuttavia non cambia il quadro sostanziale: le scuole liguri e italiane continuano a non essere pienamente sicure.

E intanto si riparte senza che le famiglie abbiano accesso immediato a un dato semplice ma fondamentale: se l’edificio scolastico che ospita centinaia di bambini e ragazzi sia certificato, controllato, a norma. In troppi casi, la risposta è ancora no.

Nel frattempo, il nuovo anno scolastico si apre in Liguria con un’attenzione senza precedenti al personale di sostegno. Una priorità che, secondo Maddalena Carlini, segretaria generale Cisl Scuola Liguria, rappresenta una conquista ma porta con sé anche alcune criticità.

“Quest’anno i riflettori sono accesi sul sostegno – spiega Carlini -. È un segnale positivo perché stabilizzare i docenti significa contrastare il precariato, a partire da chi si occupa degli alunni più fragili. Questa è la grande scommessa della scuola”. La novità più discussa è stata la procedura della call veloce, introdotta dal decreto ministeriale 111 del 2024 e pensata per coprire i posti rimasti vacanti dopo le immissioni in ruolo. 

Ma i numeri dimostrano come lo strumento non abbia prodotto risultati soddisfacenti. “Era un’opportunità complicata – osserva Carlini – sia per le condizioni previste, sia per la mobilità interprovinciale richiesta. Non a caso la primaria è stata l’ordine più penalizzato”. 

A Genova, su 248 posti disponibili alla primaria, ne sono stati coperti soltanto 11, con 237 rimasti scoperti. Situazione simile nelle altre province: a Imperia, 65 posti disponibili e solo 2 assegnati, a Savona 44 posti e appena 2 assegnazioni, mentre La Spezia rappresenta l’eccezione con 16 posti tutti coperti. Per l’infanzia, invece, i risultati sono stati migliori: Genova (7 su 7), Savona (1 su 1), mentre a Imperia i 12 posti disponibili si sono tradotti in una sola assegnazione. Alla secondaria di primo grado, unico caso è Imperia, con 24 posti tutti coperti, mentre non vi erano disponibilità alla secondaria di secondo grado.

“Questi dati – prosegue Carlini – dimostrano che la call veloce era un’opportunità difficile da percorrere. Non a caso la primaria resta la più penalizzata. L’auspicio è che questa non resti una misura eccezionale e temporanea, ma si arrivi a un reclutamento più strutturale”.

Accanto alle ombre, però, emergono anche segnali positivi. “Ad agosto è arrivato un incremento del personale di sostegno nelle scuole liguri – sottolinea Carlini -. Sono tutti step che, con i correttivi giusti, potrebbero portare a una ridefinizione più stabile dell’organico”. 

In Liguria, il totale dei docenti di sostegno già assegnati per l’anno scolastico 2025-26 è di 1.141. Di questi, 612 a Genova (29 infanzia, 145 primaria, 170 secondaria di primo grado, 268 di secondo grado), 160 a Savona (8 infanzia, 45 primaria, 36 secondaria di primo grado, 71 di secondo grado), 160 a Imperia (24 infanzia, 37 primaria, 40 secondaria di primo grado, 59 di secondo grado) e 209 alla Spezia (18 infanzia, 111 primaria, 33 secondaria di primo grado, 47 di secondo grado).

Un organico numeroso, ma che secondo la segretaria Cisl deve essere stabilizzato con misure strutturali. “La vera scommessa è incrementare l’organico di diritto, senza ricorrere a soluzioni straordinarie. Bisogna reclutare attraverso i concorsi, certo, ma anche valorizzare le graduatorie, dove ci sono docenti con grande esperienza che ogni giorno garantiscono qualità e valore alla scuola”.

La riflessione si allarga al riconoscimento sociale e politico dell’istruzione. “Tutti parlano di scuola – conclude Carlini – ma quando si tratta di investire davvero le risorse, l’attenzione cala. La dignità degli insegnanti passa anche dalla retribuzione, e siamo ancora in attesa del rinnovo del contratto. Non possiamo permettere che la precarietà contamini anche la scuola: è il cantiere e la garanzia del futuro, e come tale va rispettata e sostenuta”.

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