di ALBERTO BRUZZONE
Nel febbraio 2022, il giorno 27 del mese, il lago del Brugneto, ovvero il principale bacino idrico della Liguria, aveva una percentuale di riempimento dell’86%. Alla stessa data del 2023, la percentuale di riempimento è scesa al 66%. Tra il 2018 e il 2022, la consistenza era in media del 92%.
“C’è il livello di acqua che vi era a luglio dello scorso anno”, commentano gli esperti e non è una novità che si cominci a parlare di allarme siccità anche in questa stagione. La Liguria è una delle regioni messe peggio, insieme a tutte quelle del Nord ed ecco che l’argomento arriva, e pure con una certa prepotenza, nelle aule consiliari sia del Comune di Genova che della Regione Liguria.
Martedì se n’è parlato e l’assessore regionale alla Protezione Civile, Giacomo Giampedrone, ha riferito: “Il lago del Brugneto oggi è allo stesso livello del luglio 2022, una situazione che ci dà il segnale di quanto il tema sia preminente”.
Lo scenario di severità idrica “permane in Liguria dalla primavera 2022 e la piovosità tende sempre più a diminuire”, ricorda l’assessore, auspicando che “il Ministero delle infrastrutture voglia realizzare nuovi invasi per i quali servono interventi strutturali che cubano milioni di euro e nulla hanno a che fare con la gestione dell’emergenza. In Liguria sono in corso interventi emergenziali per sei milioni di euro”.
Secondo Fabio Tosi del Movimento 5 Stelle, “scoprire che il Brugneto allo stato attuale è ai livelli di luglio 2022, significa che siamo messi malissimo e che alla prossima estate rischiamo di arrivarci in condizioni di estrema severità idrica, in emergenza totale per quanto riguarda l’acqua potabile e per usi civici. È noto come nella nostra regione serva urgentemente un piano per gli invasi, oltre che una strategia puntuale per raccogliere l’acqua piovana, che allo stato attuale in Liguria viene raccolta solamente all’11%. Crediamo sia arrivato il momento di far sentire la propria voce a Roma sia per farsi trovare pronti per la stagione estiva, sia per non privare l’agricoltura ligure, già ora in allarme per i futuri raccolti, e le attività commerciali della preziosa risorsa. Ma su una questione vitale come l’acqua e con l’esperienza negativa della scorsa estate, stupisce che non siano state avviate per tempo le interlocuzioni con il Ministero delle infrastrutture”.
Proprio ieri a Roma, intanto, si è riunito un tavolo sulla crisi idrica, nel quale si è convenuto di affrontare la questione a fronte della siccità in corso “istituendo a Palazzo Chigi una cabina di regia tra tutti i ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario nazionale d’intesa con le Regioni e gli enti territoriali per individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione, anche utilizzando nuove tecnologie e avviando una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica”.
Il Governo, da parte sua, “lavorerà a un provvedimento normativo urgente che contenga le necessarie semplificazioni e deroghe e accelerando i lavori essenziali per fronteggiare la siccità e individuerà un commissario straordinario con poteri esecutivi rispetto a quanto programmato dalla cabina di regia”.
La Liguria e le regioni del Nord sono tra quelle messe peggio e a fornire il quadro aggiornato della situazione è Arpal, ovvero l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure. Francesca Giannoni, dirigente dell’Unità Operativa Clima Meteo Idro, afferma: “Quello che possiamo notare è come siano mancate le precipitazioni, non solo in questo ultimo mese, ma anche dallo scorso autunno. Persiste una anomalia negativa e per questo iniziamo a registrare i primi allarmi. Il volume degli invasi scende e in particolar modo lo fa quello del lago del Brugneto, il principale fra tutti”.
La media storica delle precipitazioni a gennaio è di 120 millimetri. A gennaio 2023 sono piovuti 60 millimetri, la metà. “Non è andata meglio nei mesi precedenti – prosegue Francesca Giannoni – La media storica è di 200 millimetri a ottobre, 167 a novembre, 113 a dicembre. Nel 2022, sono piovuti 40 millimetri a ottobre, 148 a novembre, 114 a dicembre. Qualche evento temporalesco a gennaio ha dato una minima boccata di ossigeno, ma, come si può vedere, ottobre 2022 è stato un mese particolarmente siccitoso ed è da lì che ci portiamo dietro il problema principale. La Liguria è in grande crisi come le regioni del Nord mentre, paradossalmente, stanno meglio il Centro e il Sud, un discorso in controtendenza rispetto a come siamo sempre stati abituati”.
Ma come mai non piove? Come mai questo ottobre così siccitoso e le conseguenze che ora sperimentiamo? A dare una risposta è Antonio Iengo, tecnico del Centro Funzionale Meteo Idrologico Arpal: “La bassa pressione è rimasta bloccata sopra l’Oceano Atlantico e questo ha sfavorito l’ingresso di perturbazioni, che sono arrivate invece nell’Europa del Nord. C’è stato un solo piccolo break a gennaio, ma febbraio è tornato a essere molto secco. Patiscono il Nord Italia ma anche le regioni del Sud della Germania. Non vediamo grosse differenze nei prossimi sette/dieci giorni e tutto questo avrà certamente le sue conseguenze sia sull’agricoltura che sulla qualità dell’aria”.
Tania Del Giudice, previsore del Centro Funzionale Meteo Idrologico Arpal, si sofferma invece “sulle temperature elevate e superiori alle medie, e non di poco. Il problema è la persistenza di questa situazione, siamo in queste condizioni almeno dall’estate del 2021. Due esempi su tutti: lo scorso 23 dicembre a Fiorino, entroterra di Voltri, a quattrocento metri sul livello del mare, la colonnina è arrivata a 21,4 gradi. Lo scorso 27 dicembre, a Savona, la colonnina è arrivata a 18,5 gradi”. Non c’è più tempo da perdere, insomma. Il rischio di un’estate peggiore di quella del 2022 è dietro l’angolo.