di ALESSANDRA FONTANA
“Nessun uomo è un’isola”: lo sanno molto bene i ragazzi di Varese Ligure che non solo si sono dati da fare rimboccandosi le maniche, ma hanno realizzato un sogno, quello di far rinascere la squadra di calcio del paese. Comincia così la storia del Borgorotondo, la squadra di Varese. Una squadra qualunque di un borgo di provincia che milita nelle categorie di dilettanti, potrebbe pensare qualcuno, ma a rendere speciali queste squadre sono proprio i membri che le compongono e che calpestano quei campi fatti di polvere, sacrificio e tanto divertimento.
“Lo spettacolo è tragicomico, ma quei pazzoidi sul rettangolo di gioco non ci badano, da dentro tutto sembrava diverso e loro sarebbero pronti a tutto pur di vincere. E questo ogni domenica, da settembre a primavera inoltrata, in ogni angolo di Italia. È una partita qualunque, ma non è mai una partita qualunque. È lo splendore la miseria del calcio, quello vero”, per dirla con Andrea Masciaga, autore del libro ‘Ma restiamo con i piedi per terra’ che rende magnificamente lo spirito dei calciatori dilettanti.
“Il Borgorotondo ha giocato fino alla stagione 2018-2019”, racconta il calciatore Filippo De Vincenzi. La squadra infatti non si è iscritta al campionato di Terza categoria per l’anno successivo (il Covid avrebbe poi complicato il mondo dello sport e non solo). “Eravamo in vacanza a Courmayeur – continua De Vincenzi riferendosi anche agli amici del paese – e ci siamo detti, aiutati dal coraggio che regalano i bicchieri bevuti in compagnia, quando torniamo a casa rifondiamo la squadra!”. Detto fatto, da lì si è mosso tutto: “Fortunatamente siamo tanti giovani, diciamoci la verità, durante l’inverno a Varese che fai? Siamo tutti amici, ci vogliamo bene… perché non giocare a calcio insieme?”.
E così la boutade di una serata allegra si è trasformata in un vero e proprio progetto: “Siamo quasi tutti di Varese, ma c’è anche chi è di Lavagna o Castiglione, abbiamo però tutti un legame con Varese”. La riscossa dell’entroterra: “È stata un’impresa, l’ha raccontato il nostro direttore sportivo, siamo l’unica squadra a rappresentare un intero Comune. Noi siamo nostrani al 100%, rappresentiamo Varese e siamo di Varese”, ribadisce il capitano con convinzione.
“Ho giocato undici anni nel Tigullio, Cogornese, Caperanese e tante altre squadre ma quando scendi in campo per il tuo paese è diverso, hai un altro modo di vivere la partita”. Una maniera per rivendicare l’orgoglio dell’appartenenza e non dimenticare le proprie origini: “Sì, è un modo per tenere la comunità unita, anche se è sempre più difficile un po’ perché la società odierna tende a valorizzare l’individualismo e poi perché nei piccoli borghi sempre meno abitati il rischio di perdersi c’è”.
Questo gruppo di giovani (nati a cavallo tra gli anni novanta e duemila) è ripartito dal passato scommettendo sul futuro, un modo di ragionare sicuramente in controtendenza che li ha già premiati durante la festa di presentazione con l’abbraccio commosso del paese e l’entusiasmo di chi, nonostante tutto, sogna sempre nuovi inizi. Il mister è Massimo Mariolino, il direttore sportivo è Edoardo Moscatelli, il direttore generale è invece Mirko Silvano. “L’obiettivo di campionato? Quello primario della società è stato riportare la squadra a Varese, quello secondario è fare gruppo e divertirci. Sono le cose più importanti”, conclude De Vincenzi con la sicurezza di chi un’impresa l’ha già compiuta: far rinascere ASD Borgorotondo Varese Ligure Borgorotondo.