di DANILO SANGUINETI
Mai fusi, mai falliti, mai ripescati. Mai dire mai nel calcio perché la sua storia è zeppa di svolte a 360 gradi e ad ancor più stupefacenti retromarce. Invece a Sestri Levante, pervicacemente indipendenti e intatti dal 1919, anche questa volta sono pronti ad incassare la beffa più atroce pur di non venire meno al loro mantra, alla loro orgogliosa diversità.
In questi ultime due stagioni all’Unione Sportiva non ne è andata dritta una. Nella stagione 2018-19, quella che doveva finire con le celebrazioni per il Centenario, è retrocessa dalla serie D che difendeva da parecchi anni perdendo lo spareggio salvezza con una società guarda caso sull’orlo del fallimento.
Il 2019-20 doveva essere quello del riscatto. Il torneo di Eccellenza solo una esperienza poco gradita e assolutamente breve. Il presidente Stefano Risaliti e il suo staff avevano allestito una rosa per tornare in pompa magna in serie D. Preso un tecnico esperto in promozioni come Alberto Ruvo, c’era solo da battere la concorrenza di Imperia e Albenga. Per metà stagione il cammino dei corsari pareva irresistibile poi, tra Natale e l’inizio del nuovo anno, qualche battuta a vuoto.
Quando è arrivato lo stop per l’emergenza Coronavirus (domenica 23 febbraio) mancavano 8 turni alla fine del torneo e il Sestri era incappato in un rocambolesco 3-3 sul campo dell’Audace Campomorone e l’Imperia vincendo 2-0 sull’Alassio effettuava il controsorpasso: 50 punti i neroazzurri ponentini, 49 punti i rossoblù levantini. Le altre, a cominciare dall’Albenga, quota 44, tagliate fuori dalla lotta per il primo posto. Da allora nessuna notizia. I dilettanti debbono attendere cosa accadrà nel professionismo, in Lega Pro segnatamente. La serie D non è sicura di avere le sue 9 promozioni ma ha garantito che le prime classificate dei gironi di Eccellenza saliranno. Già le prime classificate, quindi il Sestri sarebbe beffato, non potendo contare neppure sulla prova di appello degli spareggi nazionali tra le seconde dei vari gironi, che saranno naturalmente aboliti. Per un punto, un punticino, il Sestri sarebbe condannato a un altro anno nel limbo dell’Eccellenza.
Non è un mistero che la attuale gestione consideri per il club corsaro la serie D la categoria adatta. E il presidente Stefano Risaliti non trattiene il disappunto per una situazione che lo porterà come sei anni fa (quando vinse il torneo tra le seconde della D e acquisì il diritto di chiedere il ripescaggio in Lega Pro) a una scelta ardua: “Per quello che abbiamo fatto meritiamo di giocare in Serie D”.
“Oltre ad essere stati quasi sempre in testa al campionato di Eccellenza, superati momentaneamente – e sottolineo momentaneamente – dall’Imperia per un gol sfortunato incassato al 90’ a Campomorone, avevamo vinto la Coppa Italia regionale, unico torneo portato a termine regolarmente nella stagione, e stavamo procedendo pure nella fase nazionale della Coppa, avendo battuto la vincitrice piemontese nella fase nazionale del torneo”.
Un comportamento che renderebbe, secondo Risaliti, il Sestri degno della promozione in D. “Non ci hanno detto niente di ufficiale, di ufficioso si parla di far salire solo le prime in classifica e di abolire le retrocessioni in Promozione. Io mi aspetto che la Figc in una stagione anomala, anzi del tutto straordinaria, decida di prendere le prime due classificate di ogni girone”. Dai vertici nazionali gli avrebbero fatto capire che i posti in serie D salteranno fuori comunque, perché tra le promosse in Lega Pro, le retrocesse e soprattutto la annunciata valanga di non iscrizioni, posti tramite ripescaggio ne salteranno fuori a bizzeffe. “Non accetterei una eventuale offerta di promozione a seguito di domanda di ripescaggio, neppure se, come accadde nel 2014, mi garantissero l’accettazione della stessa”.
Mai falliti, mai ripescati ma anche poco promossi se il muro di intransigenza corsaro non dovesse mostrare qualche crepa.