di DANILO SANGUINETI
Storia delle due centenarie che saltarono giù dal campionato di serie D e rischiarono di perdersi…
Il 2019 doveva essere un anno speciale per Us Sestri e Usd Lavagnese, che furono entrambe fondate nel 1919. In un certo senso potrà ancora esserlo anche se non come speravano le due gloriose società del Tigullio orientale.
Il Sestri Levante è incappato nella debacle più sorprendente. Aveva fatto la rivoluzione la scorsa estate, una specie di rimpatriata di una celebrata consolidata coppia del calcio levantino, l’allenatore Costanzo Celestini e il direttore sportivo Augusto ‘Gugu’ Podestà. Tempi addietro, 15 anni prima per la precisione, avevano portato in alto la squadra corsara, tanto in alto da farle sognare per diversi mesi la serie C. In questa seconda versione le premesse erano forzatamente diverse. Una rosa giovane senza ambizioni di primato ma che si pensava potesse raggiungere facilmente il traguardo minimo, la salvezza. Invece è caduta in uno sprofondo di prestazioni e di risultati che nel girone di ritorno si è trasformato in una discesa a capofitto in classifica, tanto da costringerlo a giocarsi la salvezza in una gara unica contro la tutt’altro che imbattibile Arconatese.
I corsari avevano dalla loro il fattore campo – il Sivori riempito di tifosi decisi a sostenerli nonostante tutto – e due risultati su tre – anche pareggiando sarebbero rimasti in serie D – non ci sono riusciti, hanno perso senza alcuna attenuante e il contraccolpo ha rischiato di essere devastante. Il ritorno in Eccellenza dopo sette anni di massima categoria dilettanti ha fatto barcollare certezze e scosso sino alle fondamenta un club che sotto la presidenza di Stefano Risaliti (in carica dall’estate 2014) aveva addirittura sfiorato la promozione in Lega Pro: secondo nel torneo 2014-15, vincitore dei play off nazionali, aveva rinunciato al ripescaggio. Si pensava che dopo un paio di stagioni senza infamia ma anche senza gloria l’anno del Centenario potesse portare gradite sorprese: il ritorno di Celestini, la ripresa del settore giovanile che, affidato a Domenico Bertorino, stava conoscendo nuovi fasti, la sostituzione, a lungo agognata, del manto erboso dello stadio Sivori con un fondo in sintetico di ultima generazione avrebbero dovuto servire da propellente.
È andata diversamente e per qualche giorno si è temuto il disastro. Celestini non confermato, Podestà dimissionario, il presidente Risaliti che veniva descritto come intenzionato a mollare tutto. Chi lo ha ipotizzato però non conosceva le doti di incassatore dell’imprenditore chiavarese che, passato qualche giorno dal ko con l’Arconatese, ha rimesso le mani sul timone e cominciato a tracciare la nuova rotta per il vascello rossoblu. Venerdì 17 maggio ha riunito i soci dell’Unione per l’annuale assemblea e ha disegnato il nuovo scenario: come gli avevano chiesto i tifosi ha deciso di non presentare domanda di ripescaggio “perché voglio riportare il Sestri in serie D conquistando il diritto sul campo”. E poi ha cambiato il consiglio direttivo: alla vice presidenza, oltre al confermato Guido Risaliti (suo cugino) è stato chiamato Francesco Bacigalupo. La carica di direttore sportivo è tornata a Vittorio Raffo che avrà Diego Goatelli (altro ritorno) come collaboratore dell’area tecnica. Nominato consigliere il commercialista Paolo Bellolio. Virginia Risaliti, figlia del patron rossoblu, sarà il nuovo direttore generale, ad Aldo Pepi (altro ritorno) è stato affidato il ruolo di team manager. Infine Michele Gianelli, 87 anni, ex vice presidente durante la presidenza di Antonio Muzio, diventa presidente onorario. Pochi altri giorni e anche il rebus del tecnico ha visto il ritorno alla base di un vecchio amico di Risaliti: Alberto Ruvo, ex mister di Vallesturla, vincitore di un campionato di Eccellenza ligure con la Fezzanese nel 2014/15 e proprio in questa stagione di uno di Promozione toscana alla guida della Pontremolese. L’intento è chiaro: tornare immediatamente nella categoria superiore. Magari a 101 anni il team corsaro potrà spegnere quelle candeline di una torta che è stata messa in frigo, non gettata via.
La Lavagnese al confronto pareva essersela cavata molto meglio. Nessun guizzo, nessun scivolone, magari un torneo non all’altezza delle aspettative, alla resa dei conti una salvezza raggiunta con due giornate di anticipo e qualche giovane interessante scoperto strada facendo. Soprattutto la conferma che lo staff tecnico capitanato da mister Luca Tabbiani e dal d.s. Simone Adani aveva saputo barcamenarsi tra esigenze di classifica e il sapiente uso delle norme che conferiscono concreti premi a chi privilegia la linea verde.
La Lavagnese ha allestito una rosa giovane, ha saputo, al contrario dei cugini di Sestri, non andare oltre il limite. Ne fa fede l’assegno staccato a suo favore dal Dipartimento Interregionale nell’ambito della settima edizione del premio ‘Giovani D valore’ . Classifica stilata tenendo conto dell’impiego dei giocatori nati dal 1998 al 2002 oltre la soglia obbligatoria e del bonus attribuito a chi svolge tutta l’attività di settore giovanile. Esclusi i sodalizi che non hanno partecipato al Campionato Juniores e le squadre retrocesse in Eccellenza. I contributi verranno erogati al momento in cui sarà formalizzata da parte dei club l’iscrizione alla Serie D o Lega Pro 2019/2010. La prima classificata di ciascun girone riceverà 25mila euro, la seconda 15mila e la terza 10mila. La Lavagnese per la seconda volta consecutiva ottiene la seconda moneta, lo scorso anno dietro allo Scandicci nel girone E e quest’anno dietro al Borgosesia nel girone A. Una soddisfazione che è stata un toccasana per spazzare le ipotesi di crisi della società. In molti scommettevano sulla volontà di passare la mano da parte dell’uomo che da 20 anni ‘è’ la Lavagnese, il presidente Stefano Compagnoni. Nell’anno dei festeggiamenti, dopo aver conquistato il diritto a partecipare al 18° torneo consecutivo in serie D, record dei record per il club bianconero, qualche preoccupazione ha cominciato a serpeggiare. Le dimissioni improvvise del tecnico Tabbiani venivano motivate con grande schiettezza dal d.s. Adani: “Non ha accettato i nostri piani per la prossima stagione che prevedono un ridimensionamento”. La soluzione è stata trovata ricorrendo alle risorse interne. Martedì 4 giugno l‘annuncio ufficiale: “La prima squadra è affidata a Giovanni Nucera, già allenatore del settore giovanile bianconero e nelle ultime due stagioni vice di Gabriele Venuti e Luca Tabbiani. Allenatore in seconda di Nucera sarà Vincenzo Ranieri che nella passata stagione, oltre a svolgere la preziosa funzione di uomo spogliatoio ha guidato gli allievi regionali leva 2002 conseguendo anche il patentino di allenatore Uefa B.
La figura del Preparatore atletico sarà ricoperta dal professor Alessandro Mariani, laureato in Scienze Motorie con indirizzo tecnico-sportivo all’Università di Genova, istruttore Fidal, allenatore di base e preparatore atletico FIGC, in attività sia come allenatore che come preparatore atletico da più di 20 anni, con esperienze di campo anche nel Genoa Cfc. A Fabrizio Genovese, già nell’organico del settore giovanile bianconero, sarà assegnato il ruolo di Preparatore dei portieri. Match Analyst sarà Simone Tuccio, già collaboratore nella scorsa stagione.
L’importante ruolo di allenatore della Juniores Under 19 Nazionale sarà ricoperto da Enrico Barilari, spezzino di Levanto, che dal 2009 al 2018 ha fatto parte dello Spezia Calcio e nell’ultima stagione ha ben figurato con la formazione Juniores Regionale d’Elite del Valdivara 5 Terre collezionando anche due presenze sulla panchina di Eccellenza. Vice allenatore di Barilari sarà ancora Giacomo Avellino, capitano della Prima squadra”.
Al Riboli la Lavagnese non chiude i battenti, spalanca le finestre per far entrare un po’ di aria fresca.