di ALBERTO BRUZZONE
Fare arte e… non metterla mai da parte. Anzi. Il lavoro portato avanti a Chiavari dall’associazione culturale Tecnica Mista è fitto, intenso, instancabile e di altissima qualità. Dopo le iniziative dedicate a Vittorio Ugolini, Bartolomeo Sanguineti e Mauro Giuffra (tanto per citarne alcuni), si va avanti adesso alla scoperta di un’altra ottima personalità e di un artista dalle indubbie qualità: lui si chiama Cristiano Senno e la sua personale viene ospitata presso l’Auditorium dei Filippini, in via Raggio, sino al prossimo 8 agosto, dopo l’inaugurazione, molto partecipata, che si è svolta lo scorso sabato 24 luglio.
L’esposizione si visita a ingresso libero, tutti i giorni dalle 19 alle 22, e il sabato anche dalle 10 alle 12, sempre nel pieno rispetto di tutte le normative anti contagio da Covid-19 (ancora e solo per oggi, giovedì 29 luglio, l’orario è dalle 16 alle 19).
Tecnica Mista non si è fermata di fronte al virus, al contrario: i suoi membri hanno continuato a progettare, a pensare, a studiare, perché l’arte è uno dei motori culturali della ripresa, e perché di arte non si può fare veramente a meno, così come non si può e non si deve fare a meno di quella preziosa opera divulgativa dedicata agli artisti che operano sul nostro territorio.
Cristiano Senno, in particolare, è nato nel 1969 a Lavagna, dove oggi vive e dove è in piena attività. Ha studiato disegno e pittura sotto la guida del pittore, scultore e incisore Luigi Grande e, dal 2009, fa parte dell’Associazione Incisori Liguri. Ha esposto in mostre personali sia a Chiavari che a Lavagna che a Genova, e ha partecipato a diverse mostre collettive, grazie alle quali le sue opere sono state ad Arenzano, a Firenze, ancora a Genova, ad esempio presso il Museo di Sant’Agostino, e al Castello Foltzer di Rivarolo.
Di Senno hanno scritto importanti critici e colleghi come Germano Beringheli, Gianfranco Bruno, Giorgio Seveso, Adriana Dentone, Vico Faggi, Giannetto Fieschi, Luigi Grande, Franco Lecca e Mario Rocca. Proprio uno di loro, Giorgio Seveso, accompagna con una sua riflessione il catalogo che Tecnica Mista ha dedicato alla mostra chiavarese (nell’immagine in alto, a cura di Massimo Rivara, ecco ‘La foce’, del 2019, olio su tela, 50×100).
Secondo Seveso, “si sente, da un’immagine all’altra, una mano sempre più matura e penetrante, un impulso sempre più governato in termini risoluti dal lirico e dal sensibile; si avverte, nella consuetudine dei generi e dei motivi che più ‘tradizionali’ non si potrebbero – il paesaggio, la figura, il ritratto – la perspicacia di una personalissima traduzione espressiva, la presenza solida di un linguaggio compiuto. E l’impressione è subito avallata dai commenti e dalle letture che negli anni l’opera di Senno ha raccolto su di sé, prestigiosi per contenuto e per firma, da Franco Lecca a Vico Faggi a quell’acuto e rimpianto protagonista della nostra critica d’arte che è stato Gianfranco Bruno. Oltre, naturalmente, al già ricordato suo mentore e ‘iniziatore’”.
Ma, osserva il critico, “la perentorietà e l’acutezza pittorica di Senno si avvertono soprattutto perché sono nutrite da quello che proprio Bruno aveva chiamato a suo tempo ‘ardore espressivo’, vale a dire una sorta di enfasi, di concitazione realizzativa, di febbrilità narrante fatta di trasporto verso gli altri, di sollecitudine ansiosa verso la natura, verso la vita e le cose. Verso, dunque, la realtà. O, meglio, verso un’interpretazione della realtà che tende a rivelarne l’intima verità costitutiva, perché certo il suo linguaggio è evidentemente ben lontano da una descrizione pedissequa, da una declinazione diligente e impersonale di mere apparenze fisiche. È anzi spesso dissonante, dilatato. E dunque il suo non è mai un realismo dell’occhio, quanto invece del cuore, dell’animo, della sensibilità”.

Tra i temi generali perseguiti dalla pittura di Cristiano Senno ci sono i corpi e i volti in primo luogo ma anche, in modo più traslato, i suoi cieli arrabbiati, le marine turbinose e schiumanti, le spiagge concitate e frantumate: “Ogni immagine si fa evocazione e concentrazione espressionistica, materia lirica inquieta, destrutturazione e ricomposizione penetrante, commossa; diviene racconto, diviene metafora. Vi s’imprimono le tracce del dramma, dell’abbandono, di una solitudine livida e sorda, come di una minaccia incombente, sospesa. Ma anche ne emerge con semplicità, dai guizzi improvvisi dei toni, dalle marezzature di luce, dal brulichio dei segni e delle materie, una disarmata speranza, una sorta di fiducia indefinita, sospesa nelle materie pastose dei colori, nelle slabbrature e spugnature delle superfici e nelle loro vibrazioni. Da tutto questo emerge un racconto figurale in cui si specchiano i volti e i gesti del mondo affettivo di Senno, il caleidoscopio della sua vita, degli amici, dei luoghi”.
Giorgio Seveso sostiene che “la pittura, per Senno, è come un diario dell’animo, è come un sismografo sensibile dell’esistere. Che è, del resto, il miglior modo di lavorare per un pittore, soprattutto oggi. Attento alla propria sostanza umana, fuori dalle tendenze à la page, senza ansia di successo ad ogni costo, schivo di piacevolezze, compiacimenti e accondiscendenze alle mode estetiche prevalenti. Ed è un diario fatto di immagini, da rispettare nella sua persuasiva verità e nella sua immediatezza, molto intensamente risolto nei suoi termini essenziali”.
Un altro fiore all’occhiello per Tecnica Mista, realtà fondata da Claudio Castellini (presidente), Gianluca Lizza (vice presidente), e da Marina Maggi, Daniele Lazzarin e Mario Rocca, con Sandro Frera che si occupa della parte legata al sito web e alla comunicazione. “Lo scopo dell’associazione – racconta Claudio Castellini – è proprio quello di valorizzare l’epopea artistica del nostro territorio, attraverso divulgazioni, mostre, incontri, ma anche attraverso la creazione di un archivio di tipo documentale”.
Si è partiti con cinque persone un anno e mezzo fa e oggi si è arrivati a oltre cinquanta soci, perché intorno a questi temi c’è grande interesse, perché il progetto piace e perché la proposta culturale è sempre stata di ottima qualità. La pandemia ha in parte frenato progetti e idee, ma ora si può ripartire con rinnovato entusiasmo.
In particolare, “stiamo preparando – prosegue Castellini – una personale dedicata ad Alberto Salietti. Lui era un pittore ravennate di origini, ma con moltissimi legami a Chiavari, dove visse e operò. La mostra coinciderà con i sessant’anni dalla sua scomparsa, nel 1961, mentre l’anno prossimo ricorreranno i centotrent’anni dalla sua nascita, che avvenne nel 1892. Lavoreremo a questo evento insieme a Gianni Franzone e a Matteo Fochessati, i due curatori della Collezione Wolfson a Genova. Contiamo di programmare questo evento nei mesi di dicembre 2021 e gennaio 2022 e, tra le iniziative collaterali, contiamo anche di realizzare un approfondimento sui quaderni di Alberto Salietti, attraverso una possibile collaborazione con la Società Economica di Chiavari che li custodisce”.
Salietti, pittore e artista molto apprezzato da Mario Rocca, che ha sempre avuto il desiderio di realizzare una mostra a lui dedicata, fu al centro di un’esposizione postuma, a Chiavari, nel 1972: a Palazzo Torriglia, grazie all’interesse dell’Azienda di Soggiorno e Turismo, venne allestito un percorso con una selezione di opere pittoriche e grafiche. Ora, si proseguirà in quella direzione, ed è bello pensare che siano proprio i chiavaresi a promuovere con orgoglio e grande passione le eccellenze artistiche della propria città e del Tigullio.
A Tecnica Mista non solo hanno imparato l’arte e non la mettono mai da parte, ma pure la insegnano e la trasmettono il più possibile a tutti gli altri.