di ROSA CAPPATO
‘Semaforo Nuovo Experience’, nuova battuta d’arresto per il progetto di recupero del faro di Camogli. L’antico faro appartenuto al Demanio, che si trova sulle alture del borgo, all’interno dell’area protetta del Parco di Portofino, dovrebbe diventare ‘Semaforo Nuovo Experience’, una location di lusso, dove soggiornare in pace e silenzio, immersi nella natura.
Dovrebbe, perché, dopo lo storico lockdown pandemico, il secondo stop giunge dall’Ente Parco, che ha bruscamente interrotto l’iter progettuale, che stava giungendo alla fine. Nel gennaio 2018 l’agenzia del Demanio, dopo un bando creato apposta in Italia, con 9 diverse località, di cui una in Sicilia, ha assegnato Semaforo Nuovo alla società ‘New Fari Srl’, che vi ha investito 593mila euro per tenerlo in gestione per 29 anni. Il bando si chiamava ‘Valore Paese-Fari’, dedicato al recupero di questi siti particolarissimi, per affidare in concessione i fari e gli edifici costieri di proprietà dello Stato.
‘Semaforo Nuovo Experience’ è un progetto che intende valorizzare la struttura esistente, secondo un modello ricettivo high-tech, prevedendo molteplici attività turistico-ricreative, didattiche, sportive, socio culturali e di scoperta del territorio. Nel 2022 Alessio Raggio, una delle anime dell’iniziativa, annunciava che l’iter aveva ricominciato ad avanzare, mentre la sua società già era all’opera per la messa in sicurezza degli immobili colpiti da una bufera di vento. Intanto la documentazione per ‘Semaforo Nuovo Experience’ era già sui tavoli degli enti preposti ai nulla osta (Comune, Soprintendenza e Parco). Al bando Semaforo Nuovo, era l’unico faro in Liguria in gara, perché l’anno prima nel corso della stessa operazione da parte del Demanio, nessuno aveva mostrato interesse.
La ‘New Fari Srl’ però, vi ha individuato l’opportunità di fondere natura e tecnologia, passato e futuro, trasformando la difficoltà di accesso al luogo, nel suo punto di forza: un turismo emozionale. Il progetto presentato dopo la vincita del bando mostrava un vero e proprio viaggio interattivo per l’ospite, che inizia già all’accesso al sito web e all’App della location. È previsto che l’ospite possa personalizzare la sua esperienza su misura e comporre dal carrello uno ‘zaino virtuale’, supportato on demand dall’assistente multimediale e un concierge da remoto. L’esperienza reale è prevista anche in notturna, tramite un Gps sul casco di chi arriva al faro dal sentiero, sino alla radura, dove un piccolo cinema all’aperto sul belvedere, dovrebbe connettere i clienti in arrivo, ai tre alloggi a loro destinati. In quello più grande si vorrebbero realizzare pareti multimediali e touch screen legati alla natura circostante e il faro stesso. Tra le particolarità, c’è il trasporto bagagli (15 Kg) portati dal drone. Raggio aveva anche pensato al progetto ‘Orizzonti verticali’, ossia un trasporto verticale con mongolfiera (fino a 6 persone) come un ‘ascensore’ di 20 metri, da cui ammirare il faro sottostante. Semaforo Nuovo sarà alimentato con un sistema fotovoltaico di 20 kW, un luogo dove il lusso è reinterpretato, per enfatizzare la radicalità del luogo. È previsto anche un piccolo osservatorio astronomico e due vasche tipo Spa, esterne.

La riconversione dell’ex caserma di Semaforo Nuovo in questa location innovativa avrebbe dovuto essere pronta per l’estate 2020, col recupero degli immobili non più utilizzati da tempo, ma oggi l’iter è congelato. Il Parco ha bocciato il progetto, in quanto, secondo l’ente, non in linea con le norme e gli obiettivi della concessione. A sorpresa l’Agenzia del Demanio ha contestato la legittimità del diniego di nulla osta e ha invitato l’ente ad annullare in autotutela entro 15 giorni la determina. Il cda del Parco ha allora assunto un legale, così il Parco Regionale (in attesa del completamento delle procedure per il Parco Nazionale) va in aula contro lo Stato, rappresentato dall’Agenzia del Demanio. Nella determina si legge che la società New Fari S.r.l. ha richiesto all’Ente, tramite il Suap del Comune di Camogli, il nulla osta per un progetto di valorizzazione del bene immobile denominato ‘Semaforo Nuovo di Portofino’, che ricade in zona B1 del Piano del Parco, con cambio di destinazione d’uso in struttura ricettiva. Negato, perché: ‘Gli edifici dell’area dovrebbero essere utilizzati per attività di ricerca, osservazione scientifica ed eventuale foresteria di appoggio, vigilanza ecologica ed antincendio, punto di supporto per visite guidate o servizi connessi alla manutenzione del Parco’. Senza il diniego del Parco la procedura sarebbe stata approvata in conferenza di servizi.
Non si perde d’animo, tuttavia, neppure stavolta Raggio, che attende una soluzione positiva. “Tutte le parti del contratto sono state rispettate – riferisce – è una operazione a cui teniamo e che vorremmo portare a compimento, ma al momento restiamo alla finestra, grati però della grande disponibilità e supporto offertoci dall’Agenzia del Demanio, in tutto questo periodo. Abbiamo investito parecchio in ‘Semaforo Nuovo Experience’, ci dispiacerebbe non poterlo più realizzare. Ci adegueremo alle decisioni, auspicando che l’impasse burocratico si sciolga e nonostante le pratiche siano state portate avanti come richiesto, dall’inizio”.
Considerando il recente diniego a procedere da parte della direzione del Parco Regionale, ambientalisti e Federparchi si sono schierati con l’ente regionale, contrari all’iniziativa da sempre. Da Camogli il ‘Comitato spontaneo per la tutela del territorio Salviamo il paesaggio’ rappresentato dal coordinatore Antonio Leverone, ha scritto alla Regione Liguria, all’Ufficio Demanio di Genova, al Comune di Camogli, al Parco di Portofino e alla Corte dei Conti regionale, ribadendo come in questi anni l’assoluta mancanza di manutenzioni ha contribuito al degrado degli immobili più volte ristrutturati con risorse pubbliche: “Da ricordare anche che in passato ai volontari locali – scrive Leverone – che con loro risorse avevano realizzato le coperture in metallo delle cisterne d’acqua esistenti (ancora visibili), era stato rifiutata una richiesta di autogestione, sia pure parziale della struttura per interventi antincendio. Sarà nostra cura seguire l’iter istituzionale della questione con attenzione”.
Per Federparchi risulta fuori luogo e incomprensibile nelle motivazioni “un tentativo dell’Agenzia del Demanio o di altri di delegittimare con un proprio intervento il corretto agire dei responsabili politici e tecnici dell’Ente Parco a solo vantaggio di una società privata che intenderebbe trasformare l’intero contesto della struttura del Semaforo Nuovo in un resort di lusso riservato a pochi”. Federparchi promette di vigilare sulla vicenda, a pieno sostegno dell’operato dell’Ente Parco Regionale di Portofino contro ogni tentativo di delegittimarne le scelte a tutela dell’ambiente del promontorio.