di MATTEO GERBONI
Un libro che ti appassiona, un libro che rapisce, un libro scritto da un giornalista di razza. Lo capisci subito, dopo aver letto soltanto una manciata di pagine.
Un treno di pendolari, in Liguria, tra Sestri Levante e Genova Voltri. Un treno, tanti omicidi, un colpevole: è ‘Carnaio 8844’, un giallo scritto dal giornalista e scrittore Paolo Fizzarotti che in 205 pagine riassume la sua vita da cronista di nera, ma anche i tanti anni passati a bordo dei treni da pendolare tra Pavia, lavorava alla ‘Provincia Pavese’, e la sua Santa Margherita.
Un giallo avvincente che si legge velocemente e tratteggia storie di tante persone, di un vice questore, uno dei pendolari, il tramite fra l’indagine della polizia e i passeggeri.
Un treno affollato, dove tutti si conoscono e contemporaneamente sono perfetti sconosciuti. Storie che si intrecciano, o che procedono parallele senza incontrarsi mai: come i binari. Tutto avviene sul regionale, che diventa un mondo parallelo: un microcosmo autonomo, che attraversa la realtà esterna come se fosse impermeabile. Poi una serie di delitti, inspiegabili, che sembrano scollegati fra loro. Ci sono un poliziotto, la sua ragazza; un telepate che naviga nei pensieri dei suoi compagni di viaggio; due pendolari cinici e disincantati, che tengono la conta dei morti; uno stalker e la sua vittima; un controllore che traghetta ogni giorno il suo carico di umanità dolente. Su tutto, una domanda: chi sarà il prossimo?
Paolo Fizzarotti, giornalista e scrittore genovese, abita a Santa Margherita ligure da decenni. ‘Carnaio 8844’ (Casa editrice L’Orto della Cultura) è il suo esordio come romanziere per adulti, dopo avere scritto due graphic novel e un libro storico-scientifico per ragazzi sulla conquista dello Spazio. Un cronista attento e puntuale, cresciuto con il culto della notizia, del ‘buco’ dato agli altri giornali che la mattina ti permette di iniziare la giornata con il buonumore. Un giornalista scrupoloso, capace di avere buone fonti e una capacità di scrittura che oggi è merce per lo più rara.
L’autore spiega la scelta del titolo: “All’inizio del libro c’è una definizione della Treccani, che lo spiega. Un carnaio come sappiamo è un luogo molto caldo e affollato, come un treno di pendolari in estate, ma è anche un cumulo di cadaveri. Dato che qui abbiamo un serial killer in azione”.
Sulla scelta del numero ammette: “È il numero del treno regionale, in questo caso ovviamente è un numero di fantasia. Ma fino a un certo punto. Infatti basta andare sul sito ufficiale del gioco del lotto, scegliendo la Smorfia Moderna per interpretare i sogni (o gli incubi). Se scriviamo ‘treno’ esce fuori il numero 88. Se scriviamo ‘omicidio’, esce il numero 44”.
Fizzarotti ricorda come “i pendolari si riconoscano con un colpo d’occhio, viaggiatori che non si abbattono per niente e che per sopravvivere ai lunghi viaggi hanno imparato varie tecniche per dormire. Treni che alla fine degli anni ’90 un serial killer lo hanno ospitato davvero, Donato Bilancia, il giocatore d’azzardo e ladro di appartamenti che uccise 17 persone, quasi tutte donne, alcune a bordo dei treni, tanto da diventare l’incubo dei pendolari”.
Una tragica storia vera di cui si conosce il finale, l’arresto di Bilancia e poi la sua morte in cella per Covid, e una storia inventata come ‘Carnaio 8844’ il cui finale è invece tutto da scoprire.
Un libro bello, scritto molto bene e, facile dirlo, perfetto per essere letto a bordo di un treno.
