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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Chiavari, l’utopia del polo scolastico alla Colmata. E intanto l’ultimo asset della città, il sistema dell’istruzione, rischia di andar perduto

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(r.p.l.) Nei primissimi mesi di mandato dell’attuale Giunta Comunale di Chiavari nacque una suggestione che ci si porta avanti da più di quattro anni, senza che si sia fatto un solo passo in avanti nella direzione auspicata, senza che sia stato fatto un tracciato, un progetto, uno schizzo, quantomeno a matita.

Prontamente rilanciata dal quotidiano locale, nel 2018 venne partorita l’idea di un “campus scolastico all’americana nella zona della Colmata a mare”. Era il modo, evidentemente, per provare a indorare la pillola rispetto alla collocazione in quella zona del depuratore di vallata: una scelta incomprensibile, come detto più volte da ‘Piazza Levante’ e non solo, perché va a pregiudicare e a compromettere l’unica area di sviluppo e l’unica area strategica per la città di Chiavari.

Non però per l’attuale amministrazione, evidentemente, che ha continuato a trattare il depuratore come se fosse un ingombro qualsiasi e non come un impianto che deve seguire determinati criteri di costruzione e determinate regole: e così, mese dopo mese, sono venuti fuori i costi monstre della difesa a mare dell’impianto (stimati allo stato attuale in circa 14 milioni di euro), sono venuti fuori muraglioni alti più di otto metri di pertinenza di un parcheggio interrato che sarebbe tutt’altro che interrato, sono venute fuori le perplessità di costruire un impianto a filo di banchina, tant’è che la parola definitiva non è stata ancora pronunciata.

Quello che non è mai venuto fuori, e non si vede in alcun render, è come diamine farci stare il polo scolastico della Colmata in mezzo a questo guazzabuglio, è come passare dalle promesse a un minimo di visione, o almeno di visuale. Niente da fare, e questo perché la Regione Liguria, proprio perché ancora non vi è alcuna direzione definitiva rispetto al depuratore di vallata, ha stralciato dal Piano urbanistico comunale di Chiavari il polo scolastico alla Colmata. Troppo prematura come indicazione, senza sapere quali saranno gli esatti ingombri dell’impianto di depurazione e come verrà riallestita l’area in sua funzione.

Già il fatto che tutto ruoti in funzione di un depuratore, nell’unica zona strategica di Chiavari, lascia intendere quanto sia sbagliata alla radice la scelta della Colmata, ma c’è di più: ovvero che sul tema dell’edilizia scolastica l’attuale amministrazione abbia promesso tanto e mantenuto poco, se non quelle ordinarie manutenzioni (e ci mancherebbe altro) che hanno permesso di mantenere lo status quo, ma che non hanno risolto mezzo problema.

C’era un tempo in cui Chiavari era capitale degli studi. E c’è ancora un tempo in cui Chiavari può continuare a giocare questo ruolo, per l’eccellenza di alcuni suoi istituti superiori: a cominciare dal liceo ‘Marconi Delpino’, passando agli istituti ‘Caboto’, ‘In memoria dei morti per la patria’ e l’artistico ‘Luzzati’, oltre allo sportivo ‘Gianelli’.

Il primo schiaffo è arrivato qualche anno fa, quando l’indirizzo linguistico a Chiavari, che sarebbe stata una novità, è stato stoppato dalla Regione, in favore della creazione di una succursale del ‘Da Vigo’ di Rapallo. Peccato che la succursale non avesse gli spazi dove andare e solo un intervento da parte della Diocesi ha parzialmente risolto il problema. Poi, c’è stata la questione più recente di come sistemare altre classi del ‘Da Vigo’, ed è stato rivoluzionato il ‘Luzzati’. Poi c’è la continua ricerca di spazi da parte della Città Metropolitana, poi c’è l’enorme vulnus rappresentato dal liceo ‘Marconi Delpino’, scuola tra le più importanti e tra le più frequentate di tutto il territorio che va da Genova a La Spezia, con oltre mille e cinquecento iscritti: è spalmata su cinque plessi, prossimi a diventare sei, con tutte le conseguenze del caso.

Dispiace che in cinque anni tutti questi problemi non siano stati affrontati, dispiace che la città non abbia saputo offrire gli spazi adeguati, perché se è vero che le politiche dell’istruzione spettano agli enti sovraordinati, è altrettanto vero che una buona amministrazione può e deve mettere nelle condizioni di effettuare le scelte migliori e di dare un servizio che sia sempre all’altezza. Non può essere così, invece, quando un liceo è spalmato su sei plessi e quando una succursale è divisa un po’ di qui e un po’ di là. Di questo passo, Chiavari rischia di perdere, dopo il Tribunale, l’Agenzia delle Entrate e tutta quella lista lunghissima che una volta la rendeva città dei servizi, l’ultimo asset importante: il sistema scolastico. Gettato via, nel pantano di un depuratore che più impantanato non si può.

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