di ALBERTO BRUZZONE
Un vademecum per dirigenti scolastici, insegnanti e studenti: la Città Metropolitana di Genova lo ha preparato in questi giorni, in modo da poterlo inviare ai vari istituti prima dell’accensione degli impianti di riscaldamento nei vari plessi. “Conterrà – racconta Laura Repetto, consigliere metropolitano con delega all’edilizia scolastica e alle manutenzioni – precise indicazioni legate al risparmio sia di gas che di acqua e corrente elettrica. Dobbiamo fronteggiare il più possibile l’aggravio di costi che ci aspetta”.
Numeri alla mano, Città Metropolitana ha previsto un aumento di circa due milioni di euro sino al termine dell’anno scolastico per le scuole superiori, mentre gli altri maggiori esborsi andranno a gravare sulle singole amministrazioni comunali per quanto riguarda gli istituti comprensivi. “Partiamo dal concetto delle buone pratiche – prosegue Laura Repetto – mentre a lunga gittata bisognerà portare avanti sempre di più gli interventi legati all’efficientamento energetico, oltre che alla telegestione delle caldaie. Il discorso della temperatura minore nelle aule andrà ovviamente conciliato con un vestiario adeguato e con la necessità di areare i locali, perché il Covid è ancora presente”.
Città Metropolitana, a sua volta, girerà il decreto del Governo, che recita così: “Il periodo di accensione degli impianti è ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio”. Prima accensione il 22 ottobre, temperatura massima di 19 gradi.
Intanto, a Chiavari c’è una scuola dove gli studenti entrano nel bel mezzo di un cantiere aperto, dove non c’è linea telefonica, non c’è internet e non c’è la possibilità di attivare i laboratori. Succede in via Castagnola, presso uno dei plessi del ‘Caboto – In memoria dei morti per la patria’ (i due istituti si sono fusi lo scorso anno, per creare un unico polo formativo-professionale), e questo disagio interessa quindici classi dalla prima alla quinta, come riferito dagli studenti stessi, che hanno inviato una lettera nei giorni scorsi alla Città Metropolitana per denunciare la situazione.
A lamentarsi sono anche docenti e personale Ata, che “hanno dovuto adattarsi a una situazione di grandissimo disagio con la massima disponibilità, sopperendo con mezzi propri a grosse carenze”. Gli studenti raccontano: “Già entriamo da uno stretto marciapiede con impalcatura davanti e sopra, nel quale si riporta il cartello ‘Pedoni dall’altro lato’. In più, non sono presenti né l’uscita di sicurezza né un piano di evacuazione. Lo scorso 5 ottobre, abbiamo chiamato i Vigili del Fuoco e i Carabinieri di Chiavari che hanno fatto un sopralluogo e, sebbene non siamo a conoscenza del verbale redatto, possiamo riportare quanto riferito, ovvero che questa sede non è in sicurezza. Città Metropolitana è intervenuta chiedendo che siano accelerati i lavori ma, ad oggi, circa 350 studenti, in caso di emergenza, avrebbero grosse difficoltà a lasciare l’istituto. La nostra dirigente anch’essa preoccupata, ha convocato il nostro responsabile della sicurezza che ha dichiarato di non avere deciso neppure il punto di raccolta”.
Ragazze e ragazzi concludono: “Si potrebbero trovare soluzioni intelligenti e più adeguate anche a costo di fare Dad, alternando le classi della sede”, mentre Città Metropolitana spiega, con la consigliera delegata all’edilizia scolastica, Laura Repetto: “Questa situazione si è creata in quanto devono essere fatti i lavori presso la vecchia sede del ‘Caboto’ in via Ghio. La vedo sempre come una cosa positiva, quando si rendono le scuole più funzionali, moderne e sicure. Agli studenti di via Castagnola posso dire che i lavori termineranno entro la fine dell’anno e che non ci sono problemi per la sicurezza. Approfitteremo delle vacanze di Natale per fare i necessari traslochi e dal 2023 ci sarà una scuola completamente rinnovata”.