(r.p.l.) Il Consiglio Regionale della Liguria ha approvato la delibera di integrazione al piano di dimensionamento della rete scolastica, che le consente di adeguarsi all’obiettivo minimo dei dodici accorpamenti previsti dal cosiddetto decreto Milleproroghe. “Con il voto – sottolineano il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e l’assessore regionale alla Scuola, Simona Ferro – si chiude finalmente un dibattito a tratti surreale che ha smascherato le contraddizioni delle opposizioni: i consiglieri di minoranza sono infatti esponenti degli stessi partiti che a Roma hanno approvato e applaudito la riforma voluta dal governo Draghi nel 2021 e qui, invece, per puro opportunismo politico, hanno sollevato polemiche strumentali pur sapendo benissimo che nessuna scuola chiuderà e che i ragazzi continueranno a frequentare le classi come hanno fatto fino ad oggi”.
Il documento approvato martedì scorso stabilisce tre accorpamenti a Genova e uno a Savona e in totale la Regione Liguria raggiunge per l’anno scolastico 2024/2025 il target di 174 autonomie scolastiche richiesto dal Ministero, approvando complessivamente quattro accorpamenti a Imperia, tre a Genova, tre alla Spezia e due a Savona.
“Nell’aula del Consiglio Regionale – proseguono Toti e Ferro – si è volutamente trasformato un argomento, che a conti fatti coinvolge l’assetto amministrativo della scuola e non certamente quello formativo, in una diatriba esclusivamente politica. Le polemiche strumentali sollevate dalla minoranza hanno avuto il solo effetto di alimentare la paura tra le famiglie e i ragazzi, paventando il rischio, del tutto infondato, che il provvedimento comportasse la chiusura dei plessi e una riduzione dell’offerta formativa”.
Il piano di dimensionamento passa con diciassette voti a favore (maggioranza) e dieci contrari (opposizioni). Nella Città Metropolitana di Genova si procede con tre accorpamenti: Istituto secondario superiore ‘Rosselli’ (489 iscritti nell’anno 2023/24) con l’Istituto professionale statale servizi alberghieri ‘Bergese’ (963 iscritti nell’anno 2023/24) in quanto le due scuole hanno avviato da oltre cinque anni uno stretto rapporto di collaborazione; Istituto comprensivo ‘San Gottardo’ (520 iscritti nell’anno 2023/24) con l’Istituto comprensivo ‘Staglieno’ (704 iscritti nell’anno 2023/24) in quanto i due istituti sono contigui e i plessi sono situati in zone contigue e, inoltre, nell’istituto ‘San Gottardo’ non è presente un dirigente titolare da oltre cinque anni ed è quindi offerto in reggenza; Istituto comprensivo ‘Burlando’ (504 iscritti nell’anno scolastico 2023/24) con l’Istituto comprensivo ‘Montaldo’ (783 iscritti nell’anno scolastico 2023/24) in quanto i due plessi sono molto vicini e si situano all’interno di un perimetro inferiore ai due chilometri.
In provincia di Savona viene cancellato l’accorpamento fra l’Istituto comprensivo di Carcare con il liceo ‘Calasanzio’ di Carcare, previsto nella precedente versione del piano di dimensionamento. Nella integrazione è previsto, invece, l’accorpamento fra l’Istituto secondario superiore ‘Boselli-Alberti’ (istituto tecnico) e l’Istituto secondario superiore ‘Mazzini-Da Vinci’ (istituto professionale).
I vari movimenti hanno scontentato le opposizioni. Secondo il consigliere regionale del Pd, Davide Natale, “sindaci, docenti e famiglie avevano richiesto un nuovo incontro, ma a fronte delle richieste alcuni consiglieri di maggioranza hanno presentato un emendamento che prevede l’accorpamento di due istituti diversi da quelli indicati dal territorio. Come se la logica da seguire fosse riferita solo ai numeri da presentare al Ministero e non alla ricerca, seppur difficile, di soluzioni che migliorino l’offerta formativa nell’interesse dei ragazzi”. Pippo Rossetti, consigliere regionale di Azione, aggiunge: “Un dimensionamento determinato dalle prossime elezioni amministrative di giugno, dai rapporti all’interno del centrodestra che governa la Regione. Le scelte del dimensionamento non sono state determinate dalle esigenze e dalle potenzialità didattico-formative, dalle progettualità delle singole autonomie scolastiche, dalle caratteristiche sociali e culturali dei territori, dal numero di alunni o dalle distanze tra i plessi dei comprensivi”.
Critico anche Gianni Pastorino di Linea Condivisa: “È del tutto insolito che il piano venga approvato in due tranche, che non si sia riusciti a farlo entro il 31 dicembre e che sia stato, in seguito, impugnato dal Governo in carica: forse un caso unico in Italia. Il piano ha sollevato molte proteste e causato disagi sia dentro il Consiglio regionale che, soprattutto, nel territorio, tra comuni, dirigenti scolastici, famiglie e associazioni che si occupano di processi educativi e formazione. Insomma un vero e proprio caso politico che da tempo è andato oltre i confini stessi della nostra regione”.