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Giovedì, 1 giugno 2023 - Numero 272

A scuola si alza il livello della prevenzione: basta un positivo in classe e si finisce tutti in dad. Cresce il fenomeno delle assenze strategiche per ‘salvare’ il Natale

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di ALBERTO BRUZZONE

Sono passate dall’essere luoghi sicuri all’essere tra i centri nevralgici dei contagi da Covid-19, “e questo perché ormai il virus, per il 30% dei casi, circola nella fascia sotto i 18 anni, e in particolare nella fascia sotto i 12 anni, per la quale la campagna vaccinale è iniziata da pochissimi giorni”. Così le scuole stanno vivendo il momento peggiore dalla ripartenza al 100% in presenza dello scorso settembre. Nel territorio di competenza dell’Asl 3, che comprende Genova, il Golfo Paradiso, l’entroterra e i comuni di Arenzano e Cogoleto, al momento le classi in quarantena sono più di cento e il tracciamento della pandemia è diventato sempre più arduo. Più di cinquanta anche le classi in quarantena nel territorio dell’Asl 4, ovvero il Tigullio e il relativo entroterra.

Così le aziende sanitarie locali, in deroga ai protocolli nazionali, hanno innalzato il livello di allerta. “Questo ci viene consentito in base all’andamento dell’emergenza sanitaria e al numero dei casi nelle scuole”, afferma Anna Opisso, dirigente della struttura complessa di Igiene, Sanità Pubblica e Strategie Vaccinali dell’Asl 3. “Quindi, dall’ultima settimana di novembre, abbiamo scavalcato le normative generali e nella fascia under 12 basta un solo positivo in classe perché tutti vadano in quarantena e in didattica a distanza per due settimane”. Per la Asl 3 e per la Asl 4 è stata una scelta obbligata perché era diventato praticamente impossibile seguire tutte le singole situazioni e perché “si è voluto in questo modo frenare eventuali focolai, scegliendo un percorso più prudenziale”.

È chiaro che si tratta di una notevole battuta d’arresto rispetto ai programmi settembrini del Ministero dell’Istruzione, che si era posto l’obiettivo della scuola al 100% in presenza sino a giugno. “Il sistema dei tamponi T0 e T5 regge quando la curva dei contagi è relativamente bassa – prosegue Anna Opisso – ma non è assolutamente compatibile con numeri così alti”.

Il protocollo nazionale, infatti, prevede che una classe vada in dad se ci sono tre o più contagi, mentre di fronte a uno o due casi, questi ovviamente rimangono a casa, e per tutti i compagni e compagne si eseguono tamponi di controllo il primo e il quinto giorno. “Quando lo abbiamo fatto, abbiamo visto che in una classe c’erano anche sette positivi, quindi anche per questo abbiamo innalzato il livello della prevenzione”. Peraltro la Liguria da lunedì scorso è in fascia gialla, “ma speriamo che i quindici giorni di pausa della scuola per le festività natalizie servano ad azzerare la situazione delle classi in quarantena, di modo da ripartire dopo l’Epifania in una maniera più tranquilla”. Al momento, in base alla circolare che la Asl 3 ha inviato a tutte le scuole e che viene rigirata ai genitori con i figli in quarantena, si rientra in classe al settimo giorno, con tampone antigenico o molecolare negativo, per gli alunni che hanno concluso il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni; al decimo giorno, con tampone antigenico o molecolare negativo, per gli alunni che non hanno concluso il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni; dopo quattordici giorni dall’ultima esposizione al caso, senza aver eseguito il tampone antigenico o molecolare.

L’ultimo caso è quello più frequente, in quanto riguarda le classi della scuola elementare, quindi i bambini che sino allo scorso mercoledì sono rimasti fuori dalla campagna vaccinale. Campagna che, da più parti, viene vista ora come l’unica via per salvare la scuola in presenza sino a giugno, come già affermato dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

Lorenzo Sampietro, direttore socio-sanitario dell’Asl 3, osserva: “Il virus circola nelle classi in una maniera importante, a differenza di tre settimane fa. La situazione resta sotto controllo, non voglio fare allarmismi, ma indubbiamente è molto impegnativa. Per questo si è scelta una linea di maggiore prudenza, ma nel frattempo continuiamo a portare avanti la nostra attività di testing, nel caso vengano individuati eventuali cluster, e allora interveniamo con le nostre squadre a effettuare tamponi rapidi e anche nel caso dei tamponi salivari, che ci consentono di avere un quadro complessivo dell’andamento pandemico”.

Intanto, l’ultima del 2021, in fatto di scuola, si chiama ‘assenza strategica’ ed è un comportamento che, in periodo di Covid e con una forte impennata dei contagi, specie nelle ultime settimane, stanno adottando parecchie famiglie genovesi. ‘Assenza strategica’ nel senso che, per non pregiudicare le vacanze di Natale e per mettere i propri figli il più al sicuro possibile da un’eventuale contrazione del virus, i genitori hanno iniziato a lasciare bambine e bambini a casa, sperando in tempi migliori quando saranno passate le festività e si ripartirà con la didattica in presenza al 100%, in una situazione di quarantene più o meno azzerata.

Al momento, infatti, il Covid continua a correre tra le aule: in tutta la Liguria sono quasi cinquecento le classi in isolamento e in conseguente didattica a distanza, il tracciamento è diventato sempre più faticoso e da tutte le parti lo stop per le vacanze di Natale e fine anno viene visto come una manna.

“Ci siamo arrivati a fatica, ma finalmente ci siamo arrivati – racconta Alessandro Clavarino, direttore scolastico per le province di Genova e di Savona – Non parlerei di sistema saltato, perché mi sembra eccessivo. Continuiamo a mantenere il contatto con le varie Asl sul territorio, certo i positivi sono sempre di più e la pressione sul sistema scolastico aumenta. Per questo, ben vengano le vacanze di Natale, che ci permettono di alleggerire la situazione”. Sul caso delle ‘assenze strategiche’, Clavarino commenta: “Mi è arrivata da più parti questa informazione e la confermo. Non saprei quantificare il fenomeno, ma direi che interessa soprattutto gli istituti comprensivi, in particolare le scuole elementari. Le preoccupazioni da parte dei genitori sono comprensibili, ma da insegnante devo dire che non possono essere condivise, perché la scuola sta facendo sacrifici enormi per andare avanti e se la scuola dev’essere in presenza, allora chi non è in dad è giusto che entri in classe”.

Ma come sarà il rientro a gennaio? “Siamo pronti ad adeguarci anche a eventuali nuove restrizioni, che però speriamo non ci siano. I docenti sono allenati per qualsiasi situazione, ormai ci facciamo trovare pronti”.

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