di ALBERTO BRUZZONE
Una notizia calda e una notizia fredda, dopo l’incontro della scorsa settimana tra le rappresentanze sindacali del comparto scuola e l’Ufficio Regionale Scolastico della Liguria. La notizia calda: gli organici per l’anno 2023/2024, relativamente ai docenti, sono stati confermati. La notizia fredda: ci saranno tagli in quelle classi laddove non è stato raggiunto il numero minimo di iscrizioni, a meno che non si tratti di situazioni al limite (ad esempio in istituti delle aree interne e meno popolate), per cui le eventuali deroghe saranno prese in esame caso per caso.
Antimo Ponticiello, direttore dell’Usr, commenta: “Il punto di partenza per il prossimo anno scolastico è ottimo, in quanto l’organico docenti resta invariato rispetto al precedente e, anzi, ci sono alcuni posti di diritto in più sul sostegno. Grazie al consueto lavoro di squadra con istituzioni scolastiche, organizzazioni sindacali e territorio, si procederà a un’attenta distribuzione delle risorse per la nostra comunità”.
I sindacati restano in attesa che i numeri vengano ratificati: ci saranno 7153 cattedre su Genova (ogni cattedra corrisponde a un posto di lavoro per un docente), 2057 su Imperia, 2060 su Spezia e 2494 su Savona. Oltre a queste, c’è la parte di organico incrementale, per un totale di 363 cattedre: 145 a Genova, 74 a Imperia, 66 a Spezia e 78 a Savona.
Crescono anche i docenti di sostegno: saranno 2908 in tutto, di cui 1672 a Genova, 412 a Imperia, 349 a Spezia e 475 a Savona, “oltre a quelli che potranno essere ammessi in deroga successivamente, sulla base delle certificazioni degli alunni”, spiega Monica Capra, segretaria generale di Cisl Scuola per la Liguria. “Sugli organici – prosegue la sindacalista – siamo soddisfatti. Registriamo un calo di iscrizioni nelle primarie e nelle medie, ma i numeri sono positivi per quanto riguarda la materna”. Effetti del calo demografico? “Abbiamo perso duecento studenti dallo scorso anno, poteva andare peggio”. Ma il calo nelle primarie, per quanto non verticale, comporterà alcune scelte: “Abbiamo chiesto di non tagliare in quelle zone periferiche o in quelle aree interne dove la scuola è l’unico presidio. Sarà invece più difficile salvare le classi laddove sono possibili gli spostamenti degli iscritti in altri plessi”. Quanto alla scuola infanzia, ci sono lunghe liste d’attesa sia nei servizi statali che in quelli comunali.