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Giovedì, 8 giugno 2023 - Numero 273

La scuola riparte senza mascherine e senza distanziamento, ma i presidi denunciano: “Le indicazioni sono troppo generiche”. E mancano sia docenti che personale Ata

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di ALBERTO BRUZZONE

“Siamo preoccupati per la genericità delle indicazioni. Va bene tentare un primo ritorno alla normalità, a una situazione pre Covid, ma le regole andrebbero scritte in una maniera più precisa”. Mancano pochi giorni alla partenza dell’anno scolastico 2022/2023: i primi di settembre per la scuola dell’infanzia, il 14 settembre per tutti gli altri ordini e gradi, secondo il calendario messo a punto dalla Regione Liguria. Eppure, l’ultima circolare del Ministero dell’Istruzione lascia parecchi punti scoperti e apre all’interpretazione su alcuni nodi fondamentali, “tra cui la definizione di fragili”, come osserva Santo Deldio, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi della Liguria. “Chi sono i fragili? Che cosa s’intende per fragili? Devono possedere un certificato, un’attestazione che indica questa loro particolare condizione di salute?”.

Sono domande che i presidi si stanno facendo, per poter gestire al meglio il rientro in classe in sicurezza e anche i singoli casi che si verranno inevitabilmente a presentare. La circolare ministeriale esenta sia gli studenti che il personale scolastico dall’utilizzo della mascherina, salvo le persone fragili, per l’appunto, e quelle particolarmente a rischio. “Ma secondo noi – prosegue il rappresentante ligure dell’Anp – sarebbe molto più semplice e funzionale lasciare una libera interpretazione. Nel senso che se una persona se la sente, può stare senza mascherina, ma se si sente più tranquilla a tenerla su, dev’essere libera di farlo. Fermo restando, ovvio, l’obbligo di mascherina per tutti i casi sospetti, perché non ci possiamo permettere assolutamente di rischiare”.

Prevale una certa prudenza, perché il Covid ha insegnato che è capace di riesplodere in qualsiasi momento: “Siamo vigili – commenta Alessandro Clavarino, provveditore di Genova e di Savona – È un bel segnale che la scuola riparta senza mascherine, speriamo di andare avanti così. Rimane invece preoccupante la situazione del personale, perché possiamo contare su molti meno insegnanti e su molto meno personale Ata, dal momento che non ci sono più i contratti Covid: studieremo le soluzioni più efficaci”.

Secondo il ministro della Salute, Roberto Speranza, “l’Istituto superiore di sanità non prevede l’obbligo di mascherina a scuola se non per categorie particolarmente fragili, poi lo stesso Iss dice che bisognerà valutare come sempre l’andamento epidemiologico. Manterremo un livello di monitoraggio e attenzione per cui è evidente che l’evoluzione epidemiologica ha sempre il suo peso. L’obiettivo è avere lezioni in sicurezza e in presenza, e penso che ci siano le condizioni per farlo. Siamo in una fase diversa e possiamo permetterci di affrontare il Covid, che però è ancora un tema con cui fare i conti, tuttavia ora abbiamo strumenti che prima non avevamo. Quindi possiamo guardare con più fiducia al futuro e questo vale per la scuola e anche le altre attività”.

Ma rimane, molto grave, il problema della carenza di personale, perché i cosiddetti contratti Covid non sono stati più rifinanziati. Mancano all’appello quasi 200mila supplenti e oltre 500 presidi in tutta Italia, oltre al personale Ata. E neanche il problema delle classi pollaio è stato risolto: “Non sono tante ma sono soprattutto nelle scuole superiori e rimarranno tali: secondo noi una classe dovrebbe avere 20-22 alunni ma abbiamo classi di 28-30 allievi quando non di più”, sostiene l’Associazione Nazionale Presidi. Per il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, “serviva l’organico Covid ma non è stato rinnovato: è questa un’enorme responsabilità che porta il governo Draghi. Poi c’è la questione del rinnovo del contratto collettivo di lavoro: servono risorse aggiuntive e lo ribadiremo l’8 settembre in un incontro con tutte le forze politiche”.

Sulla stessa linea Giuseppe D’Aprile, neo segretario Uil Scuola: “Il nuovo anno scolastico parte con il piede sbagliato. Nulla di diverso rispetto agli altri anni. Relativamente all’emergenza Covid, il Ministero ha emanato una circolare per dire che non ci sarà nessuna circolare. L’organico Covid non verrà rinnovato, nessuna concessione relativa all’organico di fatto aggiuntivo rispetto allo scorso anno, le graduatorie sono piene di errori e il contratto di lavoro non è stato rinnovato. Nonostante tutto, il personale il primo settembre si recherà a scuola con la consueta dedizione e professionalità”, afferma.

“Con la riapertura delle scuole e l’inizio del nuovo anno scolastico, si riproporranno gli stessi problemi, probabilmente aggravati non solo dalla possibile ripresa dei contagi da Covid ma anche dagli effetti dell’emergenza energetica”, è il timore di Elvira Serafini che guida il sindacato Snals.

“Queste prime settimane vedranno in campo anche il nuovo assetto governativo: la scuola sarà in una dimensione di attesa rispetto alla compagine dell’esecutivo”, sottolinea Ivana Barbacci, segretario della Cisl Scuola. In mezzo c’è la trattativa per il rinnovo del contratto al personale della scuola, che riprenderà il proprio cammino il 7 settembre. “Questo vuol dire che c’è la volontà di riprendere il negoziato, ma le risorse sono assolutamente inadeguate”. Le sigle sindacali il giorno dopo, l’8 settembre, incontreranno i partiti politici “per trarre dalla campagna elettorale gli impegni per i quali la scuola giudicherà la serietà di quanto messo in campo, oltre che dichiarato”. Infine, motivo di grande scontento per i sindacati, sono le previsioni del dl Aiuti bis sulla formazione, con l’introduzione del ‘docente esperto’: ma neppure lo sciopero unitario dello scorso 30 maggio è servito per bloccare queste sgradite novità.

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