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Giovedì, 25 maggio 2023 - Numero 271

ScenaMadre, la fatica di essere profeti in patria: prestigio a livello nazionale, ma non ci sono spazi sul territorio per l’attività teatrale

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di ALBERTO BRUZZONE

Quanta fatica si fa, a essere profeti in patria. Ma quanta. A Chiavari c’è una compagnia teatrale che, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia e l’attività didattica fortemente ridotta, ha continuato a operare sul territorio, ha continuato a insegnare recitazione ai bambini e ai ragazzi più giovani, e poi si è ben distinta a livello nazionale con una delle sue produzioni.

Ma, al tempo stesso, ha fatto, sta facendo e continuerà a fare, almeno nelle prossime settimane, una fatica enorme per trovare spazi, perché il teatro ha bisogno di location adeguate e, in questo caso, anche di locazioni adeguate: nel senso stretto e pieno di canoni d’affitto che non siano dei salassi e che possano consentire alla compagnia di rimanere in piedi, senza dover caricare smisuratamente i costi sulle persone iscritte.

È la storia, bella da una parte e un po’ meno dall’altra (ma non certo per colpa loro) di Marta Abate e di Michelangelo Frola: coppia sul lavoro e anche nella vita, li avevamo presentati ai lettori di ‘Piazza Levante’ attraverso un articolo uscito nell’agosto del 2019.

Dopo un anno e mezzo, ne torniamo molto volentieri a parlare perché ScenaMadre, la compagnia da loro fondata, è tra le finaliste del Premio In-Box Verde 2021, un importante contest di livello nazionale, dedicato ai professionisti del teatro contemporaneo italiano.

Che cosa significa? A spiegarlo, sono proprio Marta Abate e Michelangelo Frola: “Abbiamo partecipato a questo concorso con la nostra più recente produzione, intitolata ‘Tre’. Erano in competizione 166 spettacoli e noi siamo arrivati tra i primi sei. Adesso, a metà giugno, si terrà la finale a Siena, e verrà stilata la graduatoria definitiva”.

L’aspetto molto interessante del Premio In-Box Verde 2021 è che non si vincono premi in denaro, ma si vince una posta in palio che, per chi fa teatro, è molto ma molto più preziosa, tanto più dopo esser rimasti fermi per lunghissimo tempo e con le prime uscite in scena che iniziano a poco a poco in questi giorni, grazie all’allentamento delle misure anti Covid-19: si vincono possibilità di rappresentazioni.

“Le repliche in palio sono trenta – raccontano i due attori – una per ogni componente della giuria, che è anche direttore di un teatro o di un festival e che, con il suo voto, impegna il teatro che rappresenta a comprare una data dello spettacolo che vota. Noi siamo già contentissimi di essere in finale, ma speriamo di ottenere pure qualche replica, perché in questo periodo tanti spettacoli anche validi non riescono a girare, visto che il mercato è un po’ fermo e chiuso e quindi questa occasione può essere un’opportunità”.

ScenaMadre è stata fondata nel 2013 a Lavagna ed è attiva su tutto il territorio del Tigullio, nonché ormai piuttosto nota pure a livello nazionale. ‘Tre’, come il numero degli attori in scena, è una pièce dedicata alla famiglia: sul palco, infatti, ci sono una madre, un padre e un figlio adolescente.

Lo spettacolo è prodotto da ScenaMadre e coprodotto dall’associazione Gli Scarti di La Spezia (“ci ha dato gli spazi per le prove e la realizzazione”), ed è interpretato da Giulia Mattola, Simone Benelli e il giovane Francesco Fontana. Oltre a essere un lavoro che ha stimolato l’interesse di alcuni direttori artistici, visto che è già stato in tournée la scorsa estate, è anche uno spettacolo molto attuale. Non è improbabile che, durante i vari lockdown, possa essere capitato, in una qualche famiglia italiana, un momento come quelli contenuti nella pièce: ‘Non c’è democrazia in questa casa, non si può parlare di niente. Non si può parlare di sesso, non si può parlare del nonno, non si può parlare di quando tu papà eri grasso ma tanto le ho viste le foto, non si può parlare della morte, ma insomma cosa credete? Che vivremo per sempre felici e contenti?’.

Marta Abate e Michelangelo Frola raccontano: “Desideriamo proporre una riflessione sul tema della famiglia, intesa come ambiente di cui tutti facciamo esperienza. Famiglia come microcosmo dove impariamo la relazione con l’altro, il confronto, lo scontro; come luogo a volte positivo e a volte negativo, ma sicuramente indispensabile alla crescita di un bambino prima e di un adolescente poi. Per una famiglia di oggi non è certamente facile mantenere un equilibrio senza farsi travolgere da un mondo che incita al ‘tutto e subito’, dove non c’è spazio per la complessità delle relazioni. ‘Tre’ racconta gli alti e bassi di una famiglia dei nostri giorni, con ironia, disincanto e, forse, poesia: una famiglia fatta di relazioni e dinamiche non sempre facili, ma assolutamente necessarie, dove a volte ci si riesce ad ascoltare e capire, a volte decisamente no. Riteniamo importante proporre una riflessione di questo genere nel mondo di oggi: le relazioni sono qualcosa di infinitamente complesso, richiedono cura e tempo. Come nella metafora dei porcospini, i tre personaggi dello spettacolo cercano un equilibrio nel loro essere famiglia, inseguendo un dialogo che non sia scontro, ma un modo per stare ‘insieme’ davvero. Una vicinanza che permetta di dimostrarsi il reciproco affetto, ma senza ferirsi”.

E se ‘Tre’ è piaciuto moltissimo anche agli organizzatori del Premio In-Box Verde 2021, e se ScenaMadre è stata nuovamente invitata in Svizzera anche la prossima estate (come accaduto nel 2020), peccato che non ci sia altrettanta attenzione sulla scena… locale.

“Dobbiamo combattere quotidianamente per gli spazi. La faccenda è molto complessa e ci fa male la mancata collaborazione con le amministrazioni locali: stiamo dimostrando di essere una piccola eccellenza nazionale, ma fatichiamo a trovare ascolto a livello di territorio”.

ScenaMadre conta “di trovare spazi all’aperto per l’estate, ma dobbiamo già pensare al prossimo autunno e non possiamo prendere in considerazione affitti troppo elevati, perché poi dovremmo far pagare eccessivamente le quote d’iscrizione. Chiediamo dei canoni che siano ragionevoli. Noi, anche nei mesi più difficili, ci siamo sempre stati: con i corsi di teatro riservati alla fascia sino a diciassette anni, con il rispetto di tutte le regole. Siamo stati, crediamo, un’ancora di salvezza per molti. Nel Tigullio, purtroppo, mancano le strutture per fruire gli spettacoli. Non esiste solo il turismo, ma anche la cultura, perché il Tigullio è vissuto tutto l’anno. Inoltre, la pandemia ci ha insegnato che le performance teatrali sono importanti per creare esperienze di aggregazione di qualità soprattutto tra i ragazzi, fortemente provati dalla didattica a distanza. La cultura non è un tema secondario o superfluo”.

Una delle difficoltà sta nel fatto che ScenaMadre non può ricevere contributi dal Comune in quanto associazione, non avendo sede legale a Chiavari. “Possiamo provare a stare in piedi da soli – concludono Marta Abate e Michelangelo Frola – ma solo a determinate condizioni”. A qualcuno interessa che rimangano in piedi? Dovrebbe interessare a molti.

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