(r.p.l.) Il Consiglio Comunale dello scorso giovedì, tenutosi ancora per ragioni di Covid senza pubblico e senza giornalisti, è stato molto importante per il lavoro fatto e per le questioni poste dai consiglieri comunali della minoranza: Silvia Garibaldi del gruppo di Forza Italia, Daniela Colombo del gruppo di Fratelli d’Italia, Sandro Garibaldi del gruppo della Lega, Giovanni Giardini del gruppo Cambia con me e Lino Cama del gruppo del Partito Democratico. Gli interventi dei consiglieri comunali di minoranza hanno messo in difficoltà l’Amministrazione Comunale e suoi esponenti (si veda il video di Marisa Spina su questo numero).
Breve riassunto delle puntate precedenti.
Esiste un palazzo sul lungomare di Chiavari denominato Ferden che dal 1986, grazie a un accordo privatistico tra proprietà e Comune, è vincolato e adibito a uffici pubblici.
Dal 2015, con l’adozione del nuovo PUC (Piano Urbanistico Comunale), definitivamente approvato nel 2018, al vincolo privatistico si è aggiunto un vincolo urbanistico, di natura pubblica, che rinforza ancora la destinazione ad uffici pubblici. Come già detto, il vincolo privatistico si può togliere con una semplice delibera della Giunta Municipale; per togliere quello urbanistico, invece, bisogna andare in Consiglio, cambiare il PUC e ottenere il parere favorevole della Regione: una procedura molto più lunga e complessa.
Il Palazzo quindi oggi è assolutamente vincolato e non può che essere adibito a uffici pubblici. C’era l’Agenzia delle Entrate, che però nel 2019 se ne va e i privati proprietari incominciano a cercare una soluzione alternativa. Non avendo più inquilini pubblici che pagano l’affitto, decidono di mettere in vendita il palazzo.
Qui incominciano le cose strane.
Più di un anno fa, come si vede dalla foto pubblicata nel titolo, il palazzo viene imbandierato da striscioni “Vendesi Alloggi”.
Ma come alloggi, se c’è il vincolo ad uffici? La risposta la dà a mezzo stampa il consigliere comunale Luca Ghiggeri, che è l’agente immobiliare della proprietà a cui è affidato il compito di vendere gli appartamenti che finora non esistono; Ghiggeri con spietata ingenuità dichiara: “Prima di arrivare al rogito c’era l’accordo che l’edificio sarebbe stato svincolato”.
Ma l’accordo di chi? Della maggioranza consigliare di cui lui stesso fa parte, la quale potrebbe avere il suo voto in Consiglio come determinante? Della Giunta Municipale Di Capua, che in effetti nel 2019 toglie il vincolo privatistico?
Non si capisce, e comunque da qui in poi entriamo in un’area molto delicata perché c’è un incrocio tra interessi privati, quelli dei proprietari che vogliono la trasformazione del palazzo in appartamenti, quelli dell’agente immobiliare Ghiggeri che se si vendono gli appartamenti incassa la mediazione, e le funzioni pubbliche del consigliere Ghiggeri stesso che con il suo voto, o comunque con la sua influenza, potrebbe avere peso sulla decisione di togliere il vincolo.
Iniziano veloci cambi di proprietà dell’immobile.
Ottenuta dall’Amministrazione Comunale la delibera di svincolo privatistico (delibera n.183 del 7.11.2019) evidentemente “l’accordo” di svincolo incomincia a inverarsi, l’immobile viene venduto dalla vecchia proprietà a una nuova. E chi c’è dentro la nuova società che acquista? Una semplice visura camerale rivela che nella società acquirente il socio accomandante, cioè quello che ci mette i soldi, è Gian Marco Ghiggeri, padre del consigliere comunale Luca. E qui la cosa si incasina ulteriormente perché non c’è solo il potenziale interesse privato alla mediazione dell’agente immobiliare ma c’è anche l’interesse privato proprietario del padre.
Con riferimento a questo passaggio di proprietà c’è un’importante novità emersa nell’ultimo Consiglio Comunale grazie a una domanda posta dalla consigliera Silvia Garibaldi al Presidente del Consiglio Comunale, avvocato Antonio Segalerba. Chiede la consigliera Garibaldi: “Presidente, Lei nella sua attività professionale ha avuto rapporti diretti o indiretti, con incontri o con email, con la proprietà del Palazzo Ferden o con tecnici da questa incaricati?”.
Il Presidente avvocato Segalerba dà una risposta complessa e imbarazzata. Non nega il ruolo professionale di assistenza alla nuova proprietà, motivandolo con una conoscenza antica con la famiglia Ghiggeri. Ammette di aver svolto attività professionale a favore degli acquirenti dell’immobile nel novembre del 2020 perché “…c’erano problemi di carattere civilistico”, ma rendendosi conto che il tema è super delicato si affretta a dire “…mai conosciuto mai ipotizzato mai visto questioni di altra natura”. Quali, diciamo noi, quelle dello svincolo? Se no quali?
Forse l’imbarazzo del Presidente avvocato Segalerba è dovuto al fatto che l’assistenza professionale è prestata a favore di una proprietà che ha comprato l’immobile perché vuol farne appartamenti oltreché un centro medico, tanto da incaricare il figlio agente immobiliare di promuoverne la vendita sul presupposto che “…c’era l’accordo…”, ma per farlo ha bisogno che si tolga con modifica del PUC il vincolo urbanistico;e quel vincolo può essere tolto solo con un voto del Consiglio Comunale da lui presieduto.
Poco tempo dopo l’acquisto la società divenuta proprietaria dell’immobile, forse sempre assistita dal Presidente del Consiglio Comunale avvocato Segalerba, società che lo ripetiamo vede Gian Marco Ghiggeri tra i soci, rivende una parte dell’immobile, i piani superiori, ad una società di Genova che evidentemente acquista anche lei con il presupposto di vendere appartamenti. In definitiva “…c’è l’accordo…”, che si è manifestato pochi mesi prima con la delibera della Giunta Di Capua per lo svincolo privatistico.
Chi è il progettista della società genovese acquirente che presenta in Comune una pratica edilizia per trasformare gli uffici in appartamenti grazie allo svincolo privatistico ottenuto? L’architetto Massimiliano Bisso, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Chiavari. Sì, avete ben compreso: l’Assessore ai Lavori pubblici della Giunta Di Capua che qualche mese prima ha votato lo svincolo privatistico del Palazzo.
L’assessore viola la legge. Il Testo Unico degli Enti Locali all’art.74 recita testualmente: “I componenti la Giunta comunale competenti in materia urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi nell’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nei territori da loro amministrati”. La ratio della norma è fin troppo chiara: vogliono evitare incroci pericolosi tra interessi pubblici e interessi privati, favoritismi e quant’altro.
Ma la minoranza consigliare, lavorando sul sito del Comune di Chiavari che consente di seguire le pratiche edilizie con l’oggetto delle stesse, i nomi dei proprietari e quelli dei professionisti proponenti, scopre anche che l’Assessore Bisso la legge la viola sistematicamente da quando nel 2017 è diventato assessore dell’Amministrazione Di Capua. Da quella data sono infatti 11 le pratiche e i progetti firmati dall’architetto assessore Bisso e presentati agli Uffici Comunali.
Qualcuno dovrà spiegare perché uno sconosciuto (fino al 2017) architetto di Uscio diventa Presidente dell’Associazione politica Avanti Chiavari e in forza di ciò viene scelto come Assessore ai Lavori Pubblici della Giunta Di Capua. Ma soprattutto la cosa che colpisce è che l’architetto Bisso, che non risulta lavorasse molto a Chiavari prima del 2017, inizia da quella data un’intensa attività professionale nella nostra città.
Bisso ha dichiarato che fare progetti è il suo lavoro e che quindi non vede nulla di strano in quello che ha fatto e fa, mostrando una singolare concezione del rispetto della legge da parte di un amministratore pubblico e pubblico ufficiale.
L’Amministrazione Comunale ha sostenuto, tramite il suo Sindaco facente funzione Silvia Stanig, che nessun interesse pubblico è stato leso perché il vincolo pubblicistico è ancora là. E però, diciamo noi, quello privatistico è stato tolto. E che senso aveva togliere il vincolo privatistico se si voleva lasciare l’immobile ad uffici pubblici?
Ma c’è di più. La minoranza consigliare ha scovato un’altra determina dell’Amministrazione Comunale, la numero 406 del 2021, con la quale si affida ad un architetto un incarico professionale per la stesura di una aggiornamento ai documenti del PUC. L’aggiornamento riguarda, tra l’altro, le previsioni relative agli Ambiti destinati a Servizi “…onde attualizzarle e conformarle alle reali esigenze territoriali…”. Tra i punti dell’incarico c’è “…il particolare riferimento alle norme di attuazione e all’ambito dei Servizi FC 7”, guarda caso proprio la zona del Ferden. Passi prodromici allo svincolo urbanistico? Chissà?
Sempre la Sindaca facente funzione Silvia Stanig, del gruppo Partecip@ttiva, che avrebbe il compito di vegliare sulla legalità non soltanto degli atti dell’amministrazione ma anche dei comportamenti dei suoi assessori, che possono essere da lei nominati e revocati, ha detto in Consiglio Comunale, in maniera surreale, che tutto va bene. In pratica il suo Assessore ai Lavori pubblici può continuare a violare la legge e per lei tutto va bene.
Sarà forse il caso che qualcuno spieghi alla signora Stanig quale è il ruolo e quali sono i doveri del Sindaco.
Questi sono i fatti.
Quindi ricapitoliamo: intorno a compravendite di valore molto elevato (si parla di diversi milioni di euro) e il cui valore molto elevato è principalmente legato al fatto che a quell’immobile venga tolto il vincolo a uffici pubblici, hanno operato a livello professionale, con un incrocio pericolosissim o tra interessi pubblici e interessi privati, l’Assessore ai Lavori Pubblici, il Presidente del Consiglio Comunale e un consigliere di maggioranza.
Lo svincolo privatistico è stato fatto, quello urbanistico probabilmente era in corso di preparazione, almeno a giudicare dalla determina 406 del 2021.
Non sta a noi trarre conclusioni. Il compito della libera stampa è informare l’opinione pubblica. Sulla vicenda, al di là del meritorio impegno della minoranza consigliare, c’è invece un silenzio assordante. Noi continueremo ad occuparcene.
Stay tuned.