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di DANILO SANGUINETI
Il senso di Santo Stefano per la neve si è risvegliato. La vocazione sciistica del capoluogo e fulcro della Val d’Aveto – da sempre trait d’union tra Appennino e mar Ligure – non è mai stata realmente in discussione ad onta di alcune scelte fatte negli ultimi decenni del secolo scorso.
I dubbi sull’anima montanara, meglio montagnarda, degli avetani spazzati via con precise scelte di campo degli amministratori, degli operatori economici, degli appassionati di sci alpino e di fondo, di rocciatori e trekker, che si sono coalizzati per mantenere in vita le strutture che già c’erano. migliorarle ove possibile, in alcuni casi crearle ex novo.
Cruciale per dare nuova linfa al locale sci club il portare una gara del calendario nazionale FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) sulle piste di Rocca d’Aveto. Un progetto complicato, che ha richiesto impegno, lavoro e coordinamento tra diversi enti.
Missione compiuta da pochi giorni. Il via all’’Operazione Slalom’ la scorsa primavera. Il presidente del comitato di Genova della Fisi chiese al consigliere Marco Pinat – il patron di Entella Tv che antepone la sciolina persino alle amate steadycam – se a Santo se la sentivano…
“Un sì senza esitazioni – ricorda Pinat – la nostra pista principale che scende dal Monte Bue sino alla partenza degli skilift nel piazzale di Rocca d’Aveto anni fa ospitò competizioni di ogni genere, doveva tornare a essere la pista del Comitato di Genova. Abbiamo cominciato a lavorarci a inizio estate, c’era molto da fare e lo abbiamo fatto”.
Essenziale la messa in sicurezza del tratto prescelto, di oltre un km, su un totale di 3000 metri di discesa. “Un intero lato del tracciato confina con il bosco, bisognava prima allargare il tracciato per essere conformi alla misure richieste dalla federazione, correggere qualche curva, soprattutto stendere le reti che proteggono gli atleti da impatti con i tronchi. Abbiamo dovuto muoverci con grande prudenza per non danneggiare le piante e allo stesso tempo garantire che non ci possano essere impatti con ostacoli naturali”.
Un lavoro, va detto incidentalmente, che sarà utile anche per gli sciatori della domenica che potranno scendere lungo il tracciato più impegnativo d’ora in avanti in totale sicurezza. La time line dei lavori è quasi in dirittura d’arrivo.
Ancora Pinat: “La pista è stata visitata dall’omologatore della Fisi e dal presidente regionale. Abbiamo il via libera, la Fisi Liguria potrà far disputare gare federali sul proprio territorio, senza essere costretta a chiedere ospitalità alle località alpine, a dover emigrare ogni volta”.
Lo Sci Club Santo Stefano d’Aveto, nato nel 1964, sarà l’orgoglioso organizzatore di due gare il 23 e 24 febbraio prossimi. Il presidente del comitato di Genova, Antonio Po: “Quasi non ci sembra vero poter fare una gara in una stazione sciistica del comprensorio ligure. La pista è in regola per gare di Slalom e Gigante. In quelle date ospiteremo due Giganti, validi come prova di Coppa Liguria e per assegnare il titolo di campione provinciale”.
Marco Pinat ha ceduto il seggio di consigliere provinciale ma resta il punto di riferimento per lo Sci Club avetano. La riapertura della pista non era sufficiente. “Sistemare gli impianti e poi non popolarli di atleti di ogni tipo e possibilità sarebbe stato uno spreco di inutili energie. Per questo ci siamo attivati perché accanto alle gare per normodotati in quel weekend ci sia uno spazio dedicato ai diversamente abili. Siamo già d’accordo con Lorenzo Repetto, presidente di ‘Discesa Liberi’ che porta sulla neve e fa gareggiare persone con disabilità fisiche e psichiche. Assieme andremo dal Comune di Santo e dall’Associazione Maestri di Sci per fissare i termini di una loro partecipazione alla festa del 23 e 24 febbraio”.
Manca un solo tassello, purtroppo quello indispensabile. In valle la neve fa la sua comparsa tra Natale e l’Epifania, al momento la pista indossa ancora la divisa autunnale: splendide gradazioni di marrone, verdi sempiterni che occhieggiano qua e la. Per passare al total white si attende che il Generale Inverno faccia il suo dovere.
LE INTERVISTE A MICHELE TORINI, ENRICO CORBANI E PIETRO SQUERI
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