di ALBERTO BRUZZONE
Santo Stefano, il rilancio turistico questa volta è veramente possibile. Gli ingredienti in tavola ci sono tutti: l’impegno e la competenza del sindaco Maria Antonietta Cella; l’interesse e la volontà da parte di Regione Liguria e Città Metropolitana (ribaditi in occasione della recente visita presso gli impianti di risalita del governatore Giovanni Toti e del sindaco metropolitano Marco Bucci); lo spirito di collaborazione e l’obiettivo di fare sistema, anche al di là dei confini geografici, da parte dei sindaci dei comuni vicini, Carlo Berni di Bedonia e Giovanni Malchiodi di Ferriere; l’attività continua dei tanti addetti ai lavori e degli operatori commerciali, che non hanno mai smesso di crederci e di dare il loro contributo.
Il tutto unito a una notizia importante quanto fondamentale: la recente omologazione, da parte della Fisi (la Federazione Italiana Sport Invernali), della pista di Santo Stefano, che a febbraio tornerà a ospitare una gara di livello nazionale e punta a diventare luogo fisso nel calendario delle future stagioni (‘Piazza Levante’ ne ha parlato nel numero 38 dando ampio risalto).
C’è anche un preciso progetto relativo all’innevamento artificiale, oltre a un ricco piano di mantenimento e recupero delle varie strutture sportive del paese. Con alcune opere già iniziate, altre in fase di partenza. L’intenzione è chiara: fare della Val d’Aveto, a cominciare da Santo Stefano, che ha sempre rappresentato il suo punto di riferimento, una meta turistica importante per gli amanti dello sport, sia durante l’inverno che in estate.
‘Fare sistema’ e ‘collaborare’ sono i due imperativi di Maria Antonietta Cella, che guida il comune dal maggio del 2014, dopo aver raccolto il testimone da Giuseppe Maggiolo.
“Il Comune di Santo Stefano – ricorda Cella – ha cambiato la sua vocazione da territorio prettamente agricolo a territorio turistico già a partire dal 1964, quando venne costruito il primo impianto di risalita. Ai tempi nacquero strutture alberghiere, anche di grande prestigio, tra cui un hotel a cinque stelle che in molti ancora ricordano. C’era un transito di turisti veramente importante, non avevamo nulla da invidiare alle località alpine. Sono stati questi gli anni dello splendore economico e del lavoro in vallata”.
Poi, la bidonvia è diventata vetusta e si è fatta avanti l’esigenza di costruire un impianto più moderno: “Agli inizi degli anni Duemila – prosegue Cella – è partito il progetto per la nuova seggiovia biposto, che è stata inaugurata a dicembre del 2008. Prima il troncone da Rocca d’Aveto al Prato della Cipolla, poi quello dal Prato della Cipolla al Monte Bue, con i relativi rifugi”.
Oggi l’intera struttura sul fronte ligure può contare su una seggiovia in due tronconi, uno skilift dall’arrivo del primo troncone sino al Prato della Cipolla e due rifugi. “Quello al Prato comprende anche il ristorante. Quello al Monte Bue, prima aperto solo come bar, è stato inaugurato come ristorante durante la recente visita di Toti e Bucci e, speriamo a breve, verrà allestito con camere per il pernottamento, tutte dotate di bagno privato. È uno dei tanti investimenti che intendiamo fare”.
I dieci anni dall’apertura degli attuali impianti di risalita (è stata questa l’occasione ufficiale della venuta di Toti e Bucci in Val d’Aveto) segnano un punto di svolta. È il momento del grande salto di qualità. Ora o mai più.
Santo Stefano ha sofferto la crisi, negli anni: i turisti sono andati via, le attività commerciali sono entrate in sofferenza, persino lo storico Albergo Leon d’Oro, uno dei simboli della cittadina, ha chiuso i battenti. “Esiste una trattativa – dice la sindaco – per arrivare alla sua riapertura. Sarebbe un segnale veramente forte di come tutti vogliamo reagire e riprenderci con il giusto slancio. La volontà da parte della Regione e della Città Metropolitana è un ottimo segnale. Anche i rapporti ottimi che sono stati instaurati con i sindaci del fronte emiliano della montagna. Quando si è un comune ‘di confine’, bisogna ragionare così”.
Santo Stefano è, senza dubbio, una stazione sciistica con un bacino d’utenza molto interessante. “L’agricoltura – sostiene Cella – resta un tassello fondamentale, anche per quanto riguarda il mantenimento e la cura del territorio. Prodotti agricoli della zona, così come la carne, i formaggi restano assolute eccellenze. Ma mantenere anche la vocazione turistica è un passaggio importantissimo. Abbiamo iniziato riqualificando l’area sportiva, con i campi da basket e da tennis. Appena terminerà la stagione fredda, proseguiremo con i lavori alla tensostruttura: rifaremo i bagni e metteremo mano al campo polisportivo coperto, che potrà ospitare sia tennis, sia basket, sia calcio a sette. L’altro grande progetto, poi, riguarda il campo da calcio a undici esterno. È nostra intenzione riqualificarlo per la serie B. D’accordo con il presidente della Virtus Entella, Antonio Gozzi, l’intenzione è quella di portare qui la prima squadra durante il ritiro estivo. L’Entella vuole infatti che l’indotto rimanga sul territorio ligure. E questa sarebbe una grandissima occasione di lavoro per tutti. Sci in inverno, altri sport in estate”.
Oltre a questo, c’è pure la vocazione di Santo Stefano come meta dell’escursionismo e dei campeggiatori. “Nel 2019 realizzeremo il secondo lotto dell’area funzionale per i camper che si trova dietro al Castello. Abbiamo già approntato i parcheggi, le colonnine di ricarica e gli scarichi igienici, oltre al barbecue. Ora, faremo i servizi igienici indipendenti. Quanto all’escursionismo, completeremo l’anello che inizia e finisce dal Castello e che va a toccare alcune frazioni, attraverso quei sentieri che un tempo fungevano da percorsi per il carbone”.
Un accento anche sul discorso della neve. Dovesse mancare quella naturale, diventa fondamentale il discorso dell’innevamento artificiale. “La temperatura adatta la abbiamo – conclude Cella – Serve una struttura per poterla sparare. Stiamo ragionando su un costo intorno al milione e duecentomila euro, per coprire il Prato della Cipolla e la pista rossa. Con il presidente Toti ci siamo presi un impegno a presentare un progetto nei primi giorni di gennaio. Noi lo abbiamo già redatto. Confidiamo nell’intervento della Regione. Dopo di che sarà tutto nelle mani degli avetani”.
Mani di fatica, di sacrificio, di immensa voglia di riscossa.