di ALBERTO BRUZZONE
“In Val Trebbia, nell’entroterra di Genova, non c’era più un solo medico di medicina generale. Così abbiamo affrontato e risolto il problema”. Il direttore generale dell’Asl 3 Genovese e presidente di Federsanità Liguria, Luigi Carlo Bottaro, ne ha parlato nei giorni scorsi a Roma, all’interno di una delle ‘case history’ (storie simbolo) di successo del convegno ‘Missione Italia’ organizzato dall’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani. Quanto imbastito da Asl 3 nella vallata, grazie al lavoro dei sindaci del territorio, di Anci e di Federsanità, “è un unicum a livello nazionale e può essere interessante ora che si parla delle Case di Comunità con i fondi del Pnrr”, sostiene Bottaro.
In sostanza, “in Val Trebbia è stata creata una rete laddove non c’era più nulla. Sono stati coinvolti i medici specialisti, specialmente i geriatri e gli pneumologi, poi i medici della continuità assistenziale, poi i medici funzionari dell’Asl, poi quelli che operano presso le Rsa convenzionate, in questo caso quella di Rovegno. Infine, è stato coinvolto l’infermiere di comunità, che funge da regista di tutte queste professionalità: abbiamo dato una risposta soddisfacente ai cittadini e siamo riusciti a mantenere il servizio in un momento assai critico. In più, è stato attivato un numero di telefono dedicato che può essere composto in base alle esigenze dei pazienti: rimodulare il servizio ci ha consentito di non lasciare un’ampia fetta di territorio scoperta e anche grazie a questo abbiamo fronteggiato, facendo la nostra parte, il fenomeno dello spopolamento”.
Bottaro parla di “idea semplice, ma estremamente funzionale, assicurata anche dal supporto delle farmacie”.
In Val Trebbia la rete è partita lo scorso primo marzo e già si possono osservare i primi risultati positivi: “Tutto questo – puntualizza Bottaro – in attesa che le gravi carenze di personale medico e infermieristico vengano superate grazie alle nuove normative, che inevitabilmente devono essere attuate a livello centrale. Nel progetto è previsto anche il coinvolgimento di comuni come Fascia, Propata e Rondanina, che non sono mai stati coperti da ambulatori medici. La Asl si è impegnata, nel minor tempo possibile, a individuare degli accessi anche presso questi comuni che non dispongono di strutture idonee, mettendo a disposizione i propri mezzi mobili, per portare comunque l’offerta almeno di prevenzione presso la popolazione, estremamente importante per il territorio ligure, per Anci e per Federsanità. I risultati? Certamente vanno condivisi con i sindaci e con Federsanità Anci Liguria, sempre con il fondamentale supporto di Regione Liguria”.
E se l’esperimento in Val Trebbia è stato virtuoso, parimenti ha ispirato, nell’Alta Val di Vara, la prima ‘Comunità in Salute’, ovvero il nuovo modello operativo di servizi sociosanitari per i territori interni della Asl 4, frutto della scelta di collaborare stabilmente tra la Asl 4 e i comuni di Varese Ligure, Carro e Maissana, il Distretto Sociale 16, gli enti del terzo settore e le farmacie locali per offrire una risposta integrata e sempre più adeguata ai bisogni di salute degli abitanti.
Il coordinamento avviato dall’Asl 4 e il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti partecipanti hanno permesso di organizzare una rete di servizi, connessi tra di loro grazie anche alle nuove tecnologie digitali, secondo un modello di sanità diffusa, personalizzata e di prossimità. Ciò ha permesso di implementare e raccordare le attività già presenti, potenziando ulteriormente alcuni servizi rivolti alla popolazione e nella prospettiva di sviluppo futuro.
“Il progetto che nasce tra l’Asl 4 e alcuni comuni dell’entroterra è l’espressione naturale della medicina di prossimità che sarà lo strumento fondamentale della grande riforma dettata dal decreto ministeriale 77 – dichiara l’assessore alla Sanità di Regione Liguria, Angelo Gratarola – Proprio al fine di evitare che i cittadini debbano recarsi presso strutture ospedaliere per problematiche di media e bassa complessità, è l’Azienda Sanitaria che si muove verso i cittadini portando servizi e tecnologia. Ancora una volta il territorio della Asl 4 diventa laboratorio per testare progetti, modalità, forme innovative che potranno essere applicate in futuro a tutta la Liguria”.
La rete di servizi integrati prevede anche la disponibilità di tredici posti letto convenzionati, di cui otto per anziani totalmente non autosufficienti e cinque per anziani parzialmente non autosufficienti, presso la Residenza accreditata ‘Casa Gianelli’ di Carro, e una sempre più organica collaborazione con il terzo settore e le comunità religiose, nonché con le Pubbliche Assistenze di Varese Ligure e San Pietro Vara (Croce Rossa e Pubblica Assistenza San Pietro) che garantiscono anche il servizio convenzionato di emergenza urgenza h/24 tutti i giorni nell’ambito del sistema 118, che si avvale della disponibilità di un’automedica di stanza a Lavagna e della presenza dell’elisuperficie resa idonea anche per il volo notturno a Carro.
Stare uniti e fare sistema, per superare l’isolamento e mantenere un servizio capillare. Con le idee, la buona volontà e la giusta organizzazione tutto questo è possibile. Si potrà sempre migliorare, ma intanto tutto ciò è un ottimo punto di partenza.