di ALBERTO BRUZZONE
La Regione Liguria entra nel concreto con l’obiettivo di abbattere le liste d’attesa per le prestazioni mediche. È notizia di ieri la delibera di Alisa, ovvero l’Agenzia ligure della sanità, con la quale vengono assegnate a erogatori privati di tutta la Liguria oltre centoventimila prestazioni di diagnostica per immagini, che saranno offerte dal sistema sanitario regionale ai cittadini in Liguria, grazie a un finanziamento regionale di 7,4 milioni di euro.
“Il provvedimento di Alisa – dichiara il presidente della Regione, Giovanni Toti – si inserisce in un pacchetto di finanziamenti finalizzati all’abbattimento delle liste d’attesa, grazie all’ausilio di soggetti privati che affiancano il pubblico, che continua a garantire la stragrande maggioranza di visite e prestazioni. Entro la metà del mese le singole aziende sanitarie potranno firmare i contratti. Il ruolo del privato è fondamentale anche in virtù di un crescente aumento della domanda, in particolare di prestazioni di diagnostica”.
“È particolarmente positivo – aggiunge l’assessore alla Sanità, Angelo Gratarola – che abbiano risposto alla manifestazione d’interesse realtà di tutta la regione: questo ci consentirà di dare risposte in modo omogeneo in tutte le Asl liguri”. La manifestazione di interesse sulla diagnostica assicurerà Tac, risonanze, radiologia tradizionale ed ecografie tramite contratti con ventotto strutture distribuite su tutto il territorio ligure ed è prevista dalle normative vigenti nell’ambito delle attività a garanzia dei Lea (livelli essenziali di assistenza), della qualità dei servizi di prossimità delle cure per i cittadini.
Saranno a disposizione oltre 48mila ecografie, 37mila rx, 17mila risonanze e 17mila Tac, suddivise tra area metropolitana genovese, area di levante, area di ponente. Alisa ha inoltre approvato una delibera con la quale si prorogano fino al 31 dicembre i contratti in essere per le prestazioni del privato accreditato di natura sanitaria e socio sanitaria che riguardano riabilitazione, prime visite, esami di radiologia, di laboratorio e attività del sociosanitario.
Abbattere le liste d’attesa è l’obiettivo da centrare a tutti i costi, anche perché è proprio la sanità il nervo più scoperto dell’amministrazione Toti. Lo ha toccato nel vivo, nei giorni scorsi, la Corte dei Conti, durante la consueta relazione annuale in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Sezione Giurisdizionale della Liguria.
A parlare è stato il procuratore regionale, Roberto Leoni: “Non sempre quella che viene indicata come ‘malasanità’ in realtà è tale per imperizia di medici o infermieri. All’osservazione della procura è emerso che alcune vicende sono connotate da un danno alla salute del paziente risarcito dalle amministrazioni sanitarie non per inadeguatezza della prestazione tecnica ricevuta, bensì dal ritardo con il quale la terapia è stata praticata”. Il nodo, insomma, è quello della tempestività e delle liste di attesa. “Lunghe attese, fin dalla fase diagnostica – sottolinea Leoni – possono pregiudicare la piena efficacia delle pratiche terapeutiche e su questo punto le stesse amministrazioni e la stessa Regione sono chiamate ad uno sforzo di riflessione e reingegnerizzazione dell’utilizzo delle risorse, per definizione scarse, al fine di evitare il perpetuarsi di queste evenienze e rendere piena l’espansione del diritto alla salute”. A margine il procuratore ha chiarito ulteriormente: “Che il problema organizzativo nasca dalla scarsità di risorse è pacifico, però sappiamo anche che la scarsità di risorse è dovuta a tanti fatti. Cioè registro anche quanti costi si potrebbero risparmiare. Un po’ come accade per le buche delle strade, le amministrazioni dovrebbero forse interrogarsi se riparare le buche non costi meno che pagare i risarcimenti a chi rompe l’auto, e contemporaneamente arricchisca il patrimonio. Lo stesso vale per la sanità”.
A stretto giro, il presidente della Regione, Giovanni Toti, ha voluto replicare: “Siamo pronti ad accogliere suggerimenti, se ce ne sono”. Secondo Toti, “occorre investire di più nel sistema sanitario, su questo non c’è dubbio, ma soprattutto bisogna semplificare quelle regole su cui vigila proprio la Corte dei Conti. Da un punto di vista delle prestazioni, sottolineano un fatto piuttosto noto : vi è una crisi di prestazioni del sistema sanitario nazionale in tutto il Paese e probabilmente in tutta Europa. Il sistema inglese, che ha fatto scuola, non fa eccezione rispetto ai problemi che stiamo vivendo in questo Paese: carenza di medici, aumento dell’anzianità della popolazione, aumento delle prestazioni arretrate dopo il gelo del Covid a cui stiamo cercando di mettere riparo. Ho piacere che la Corte dei Conti abbia contezza di tutto ciò. Spero che ci sia dai magistrati un aiuto non formale ma sostanziale ad andare all’obiettivo delle cose mirando sempre di più al risultato operativo che non al controllo formale”.