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Giovedì 11 settembre 2025 - Numero 391

San Marco: la chiesa scomparsa e le tracce ancora presenti in piazza Verdi (prima parte)

Sfogliando i profili storici dei diversi analisti, in particolare i manoscritti del Busco, possiamo affermare che San Marco figura tra le prime tre parrocchie del territorio cittadino, con San Michele di Rì e San Giacomo di Rupinaro
Tracce di San Marco sono presenti sia a Chiavari che a Genova
Tracce di San Marco sono presenti sia a Chiavari che a Genova
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di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *

Il titolo è eclatante, ma commisurato alla storiografia di uno dei più antichi luoghi di culto della nostra città. La ricerca d’archivio mette in difficoltà per la scarsità di documentazione, ma tale affermazione risulta valida allo stato attuale delle ricerche.

Iniziamo la nostra esplorazione e la ricostruzione dei fatti documentabili. Le cartografie disponibili, poche e tarde rispetto alla sua edificazione, collocano la Chiesa di San Marco nell’attuale piazza Verdi di Chiavari, in posizione parallela al corrente murario che cingeva interamente Chiavari, nella zona nord-est affianco all’attuale Palazzo Rocca, sulla prospettiva di via Ravaschieri. Per facilità di lettura vi rammento il nuovo piazzale compreso sotto il Parco Rocca: il grande marciapiede rettangolare rispecchia l’ingombro dell’antico edificio. 

La ricerca documentale si è svolta in diversi archivi: Archivio Storico dell’Arcidiocesi di Genova, competente sino alla creazione della Diocesi di Chiavari nel 1892; l’Archivio della Diocesi di Chiavari, quello Storico del Comune di Chiavari e l’Archivio della Chiesa di San Giovanni.

La prima risultanza è che non si è conservato nessun ‘faldone’ specifico su questa chiesa, ma solamente frammentarie informazioni da ricercarsi in altri fondi di conservazione. Questi dati, raccolti e analizzati, ci permettono però di seguire un profilo attendibile delle vicende che caratterizzarono la costruzione dell’edificio, le sue diverse destinazioni e infine la demolizione. 

Andiamo con ordine: con la fondazione di Chiavari, decretata dei Consoli di Genova nel 1167, all’interno della città fortificata si rilevavano diversi edifici religiosi e di culto. Uno di questi era la Chiesa di San Marco; a questo punto è interessante verificarne la diffusione del culto sul territorio più ampio, considerando che questo santo era patrono di VeneziaRepubblica Marinara con non buoni rapporti con Genova. Proprio a Genova troviamo un’antica Chiesa con questo titolo: San Marco al Molo, nel porto antico, fondata nel 1173. Nei pressi della facciata è presente un marmoreo leone alato, razziato durante il saccheggio di Pola.

Torniamo a Chiavari: sfogliando i profili storici dei diversi analisti, in particolare i manoscritti del Busco, possiamo affermare che San Marco figura tra le prime tre parrocchie del territorio cittadino, con San Michele di Rì e San Giacomo di Rupinaro. Questa indicazione suggerisce la storica suddivisione dei primissimi quartieri del borgo medievale, in cui San Marco comprendeva il territorio dalla Chiesa di San Giovanni sino alla Valletta delle Monache di Santa Chiara. La prima data che ci conferma non la sua costruzione, ma la sua destinazione a parrocchia è il 1182, solo nove anni dopo quella del porto a Genova. 

Una traccia ben più consistente è riportata in un manoscritto conservato preso l’archivio diocesano di Chiavari, si tratta d’informazioni circa la riedificazione della Chiesa di San Giovanni. Queste vicende ci ripropongono informazioni sulla chiesa di San Marco, che ospiterà la parrocchia di San Giovanni momentaneamente non utilizzabile. Siamo nel 1623: “Sebbene la Chiesa di San Giovanni fosse stata ristorata nel 1501 e nel 1601, minacciava di rovinare nel 1623. Francesco Maria Onza, Capitano di Chiavari, insieme al parroco, sacerdote Ambrogio Bacigalupo, ne promuovono la riedificazione”. Gli appunti successivi ci dicono che il 2 luglio del 1624 è steso il Capitolato per la ‘fabbrica della Chiesa’. Il 5 luglio è posata la “prima pietra d’angolo di ponente – mezzogiorno, presente il Consiglio, l’Illustrissimo Francesco Maria Onza è posta l’iscrizione sulla pietra MDCXXIV. Perizia di lire 30 mila. I lavori saranno diretti dagli architetti genovesi Andrea Ceresola detto Il Vannone e Rossi Bartolomeo. Era stabilito che la nuova Chiesa avesse la stessa lunghezza e larghezza dell’antica”. Due anni dopo si stende una relazione per verificare i fondi disponibili e si accerta che non sono sufficienti per portarli a fine, in particolare per edificare il coro, progetto predisposto dall’architetto Bartolomeo Bianchi.

Durante questo periodo la vita della parrocchia di San Giovanni si trasferirà nella vicina San Marco. La documentazione d’archivio, Arcidiocesi di Genova, indica una visita pastorale nell’ottobre 1630, quando era Arcivescovo Domenico De Marinis; in poche righe si descrive lo stato della chiesa e si suggeriscono migliorie, il tutto conferma pienamente l’attività della parrocchia in quel momento. Il 2 marzo del 1631 i lavori in San Giovanni sono terminati e si può procedere alla consacrazione della Chiesa e alla sua riapertura, il manoscritto conservato in Curia ne propone la cronaca: “Consacrazione della nuova Chiesa, fatta da Monsignor Gio. Vincenzo Spinola Campi, Vescovo di Brugnato e delegato dall’Arcivescovo di Genova Domenico De Marini, segnando la festa della dedicazione al 31 agosto, in memoria della prima consacrazione dell’antica Chiesa”. La cronaca trova puntuale conferma negli annali di Agostino Buschi, eletto nell’Officiatura di San Giovanni e cronista di quei tempi. “Il Vescovo con molto clero e popolo portò processionalmente le reliquie dei Santissimi Marco e Achilleo dalla Chiesa di San Marco alla Chiesa di San Giovanni per riporle nell’Altare consacrato”. Con questa funzione San Giovanni riacquistava il suo ruolo e tornava in piena attività. 

Da quel momento la vicina San Marco conobbe un lento declino. Divenne Oratorio di Nostra Signora della Valle e sede di alcune Confraternite, Mortis et Orationis, poi sede provvisoria dei Filippini, ancora nel primo Settecento ospitò Leonardo da Porto Maurizio per le sue prediche. 

L’ultima traccia di San Marco la possiamo trovare, non a caso, nella composizione della facciata di San Giovanni, sarà l’architetto Gaetano Moretti a porre l’iconografia dell’evangelista affianco a quella di San Giovanni; correva il 1936 (segue nel prossimo numero).

(* storico e cultore di tradizioni locali)

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