di ALBERTO BRUZZONE
“L’unione tra l’istituto tecnico ‘In memoria dei morti per la patria’ con l’istituto ‘Giovanni Caboto’ sarà una grande opportunità per Chiavari, perché si andrà a creare un importante polo per la formazione tecnico-professionale, in un momento in cui c’è forte richiesta in alcuni settori, ad esempio in quello dei geometri”.
Paola Salmoiraghi, l’efficiente e stimata preside del liceo ‘Marconi Delpino’ di Chiavari e reggente del tecnico ‘In memoria dei morti per la patria’, dopo esser stata reggente anche del ‘Caboto’, interviene nel dibattito lanciato da ‘Piazza Levante’ sulle scuole chiavaresi e sulla formazione, dopo la riflessione del nostro editore Antonio Gozzi, l’intervista al presidente di Its Italia, Guido Torrielli, e l’intervento della professoressa e già dirigente scolastica Giuliana Raggi.
Secondo Paola Salmoiraghi, “l’unione tra i due istituti non deve spaventare. Non si tratta di una diminuzione, ma semmai di un potenziamento, a cominciare dal fatto che ci sarà finalmente, dal 1° settembre 2022, un dirigente in carica a tempo pieno e a pieno titolo, accompagnato da un direttore amministrativo in carica anche lui a tempo pieno e a pieno titolo. Non si sa ancora come si chiamerà questa futura scuola: lo dovranno decidere i membri del futuro Consiglio di Istituto, mentre la professoressa Orestina Onofri ed io abbiamo il compito di traghettare sino a questo punto, dopo aver recepito una decisione che è stata assunta dalla Regione Liguria con il parere dell’Ufficio Scolastico Regionale e con l’accompagnamento da parte delle scuole coinvolte. Lo ribadisco, per Chiavari sarà un’occasione”.
Se ci sarà sempre il polo liceale rappresentato dall’eccellente ‘Marconi Delpino’, ci sarà anche il polo professionale rappresentato da questa nuova entità, che non sarà semplicemente il risultato della fusione di due scuole, ma sarà ancora più ricca, per quanto riguarda i percorsi formativi e l’attività di preparazione al mondo del lavoro.
“Le iscrizioni al tecnico per l’anno scolastico 2022/2023, che si sono chiuse ai primi di febbraio, sono andate benissimo – osserva Paola Salmoiraghi – Parliamo di un istituto nevralgico e assai importante non solo per il diurno, ma anche per il serale. Un concetto che vorrei rimarcare e che accomuna il tecnico con il ‘Caboto’: il serale è una bella occasione per quegli adulti che desiderano il secondo diploma, così come per tutte quelle persone che hanno l’occasione di diventare cittadini a tutti gli effetti. La scuola, infatti, consente di imparare la lingua italiana e questo è un requisito essenziale non solo per sentirsi cittadini a tutti gli effetti, ma anche per accedere più facilmente al mondo del lavoro”.
Su questo punto, la preside Salmoiraghi ha le idee chiare: “Le richieste ci sono, specialmente dal mondo dei geometri. Molte non vengono soddisfatte per mancanza di figure professionali, e si finisce per rivolgersi altrove. Io vorrei che il nostro territorio trovasse le risorse al proprio interno, senza andare a cercarle fuori, per questo il ruolo del nuovo istituto sarà centrale”.
I geometri sono ricercati per le ristrutturazioni edilizie (letteralmente ‘esplose’ anche grazie ai vari bonus concessi dallo Stato), ma anche per le infrastrutture autostradali e stradali e per tutti quei progetti legati alla messa in sicurezza dal rischio idrogeologico: è evidente che per spendere bene le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza servono progetti, e sempre nelle progettazioni l’intervento e la firma da parte dei geometri è fondamentale.
Ecco allora un altro motivo per cui il futuro istituto sarà ancora più prezioso. “La commissione orientamento ha fatto un grande lavoro – conclude Paola Salmoiraghi – e riusciremo a mettere nelle mani del futuro dirigente una scuola dal profilo innovativo, anche grazie al livello del corpo docenti. Tutto questo andrà a beneficio non solo del sistema scolastico, ma della stessa città di Chiavari”. Città che ha un grande, ma grande bisogno di riconquistare la sua centralità anche grazie al valore della sua offerta formativa e didattica. Più che fantomatici poli scolastici alla Colmata, servono scuole capaci di funzionare e di essere attrattive. Come ha perfettamente capito chi ci lavora all’interno.