di DANILO SANGUINETI
Coerenza e rigore. I cardini che distinguono una società seria da gruppo di amici che mette su una squadra di calcio per passare il tempo. Sono i fatti e non le dichiarazioni di principio – che spesso restano sulla carta – a sottolineare la differenza tra il ‘Bar Sport’ e il Rupinaro Sport, associazione sportiva chiavarese con una squadra di calcio iscritta alla Seconda Categoria, una squadra ‘B’ che partecipa alla Terza, una prima squadra femminile in Eccellenza e sei squadre a livello giovanile, in più ha in gestione il bar e il campo ‘Scuole Maria Luigia’.
Nell’atto fondativo, sette anni e mezzo fa, era indicato chiaramente che il suo scopo principale era “di diventare un punto di riferimento e di aggregazione giovanile basata sulla solidarietà e sui valori cristiani”. Da allora il presidente don Fausto Brioni e il direttore generale Ilario Ghiorzo non hanno permesso ai membri del club di deflettere neppure di un millimetro dal sentiero tracciato.
Non c’erano quindi dubbi che l’episodio increscioso verificatosi due settimane fa durante una partita della prima squadra, militante in Seconda Categoria, a Chiavari, venisse giudicato e risolto con la solita severità. Il tecnico Massimo Maiolino dava in escandescenze, spaccando la copertura della panchina causa alcune decisioni arbitrali a suo dire manifestamente sbagliate. I dirigenti hanno preso atto del comportamento e hanno provveduto senza esitazioni ad esonerarlo, nonostante fosse stato nominato un paio di mesi prima e si fosse messo a lavorare con grande entusiasmo al ripartire dei campionati dilettanti dopo due anni di sostanziale inattività.
Fatale, dunque, per il focoso mister, non la sconfitta casalinga con il Recco (2-3) ma il modo di accettarla. Ammette Maiolino: “Sono stato troppo irruento nel protestare su decisioni arbitrali assurde. Non ho insultato o, peggio, insultato nessuno, ha pagato solo… il plexiglass della panchina. Ma accetto la decisione perché il comportamento non rientra nei parametri della società”.
Ha preso il suo posto Filippo Parente, che aveva collaborato con Maiolino ed era coordinatore tecnico del settore giovanile della società chiavarese. Parente ha un passato importante come giocatore: è stato nel Matera (serie C), Altamura (serie D), Ferrandina (Eccellenza-D), Pisticci (Eccellenza-D), Bernalda (Eccellenza), Matera (Eccellenza-D), Potenza (Eccellenza) e Miglionico (Promozione).
Che il Rupinaro Sport predichi sempre e solo bene lo confermano due episodi successivi. Due ragazzini, due Pulcini di 10 anni, si sono distinti per atti di incredibile fair play. Li racconta Ilario Ghiorzo: “Sono gesti meritevoli della Green Card, in italiano Cartellino Verde, un attestato che la FIGC promuove e assegna sulla base di un comportamento particolarmente significativo compiuto da qualche atleta in ambito giovanile. Tommaso Mazzadi, esterno dei Pulcini 2011, allenato da Danilo Gigante, durante il match disputato contro il Sori, domenica mattina, 7 novembre, dopo aver segnato involontariamente con la mano, senza che nessuno se ne accorgesse, è subito corso dal direttore di gara e gli ha detto di aver segnato con la mano. La rete è stata giustamente annullata e il gioco è ripreso tra gli applausi di giocatori, staff tecnici, dirigenti e pubblico per il nostro Tommaso”.
Per non essere da meno, un suo compagno di squadra, una settimana dopo, ha fatto il bis: “Il portiere Ottavio Mori (nella foto qui sopra) durante il match disputato contro il Rivasamba, sabato pomeriggio, 13 novembre, ha cercato di deviare un tiro, la palla ha colpito il palo interno e poi è carambolata tra le sue braccia. Il nostro numero uno ha detto che la palla aveva superato la linea di porta. Nessuno se n’era accorto. Ottavio ha ammesso che la palla era effettivamente entrata. La rete è stata convalidata. Anche in questo caso standing ovation per il gesto del nostro giocatore. Complimenti Tommaso ed Ottavio, continuate su questa strada, siamo orgogliosi di come avete recepito i valori che proviamo a trasmettervi in ogni ora di lavoro”.