di ALBERTO BRUZZONE
La strada urbana che va da Chiavari a Zoagli è pericolosa in condizioni normali. Curve a gomito, tratti in discesa, rettilinei dove si tende ad accelerare, punti d’intersezione con vie minori (come il temutissimo incrocio a Y nei pressi della discarica di Bacezza), il curvone all’altezza del Santuario con l’attraversamento pedonale davanti, uno dei più rischiosi dell’intero territorio.
Sono anni che il ping pong di documenti tra Palazzo Bianco e Anas, cui spetta la competenza di questo tratto di Aurelia, prosegue. Con risultati finora scarsi, e non certo per la cattiva volontà delle amministrazioni comunali che si sono succedute a Chiavari e che, anzi, hanno sempre avuto il merito di non mollare la presa, di non arrendersi, di non far scendere l’attenzione.
Oggi, oltre ai problemi consueti (alcuni dei quali hanno comportato incidenti tragici, con persone ferite e pure decedute, anche in tempi recentissimi), se ne aggiungono altri, che rendono tutto il quadro ancora più grave e pericoloso.
Nel tratto che va dal Santuario di Bacezza alla zona di Rovereto si sono moltiplicati, nei mesi scorsi, i cantieri. In gran parte, quelli per l’installazione della fibra ottica, in altri casi per altre emergenze o interventi. Fatto sta che la chiusura dell’asfalto praticamente in nessun caso è stata ottimale. Anzi, come spesso avviene (ormai è una bruttissima abitudine pure nei centri abitati), non si è andati oltre al ‘tappullo’ della peggior specie. E i risultati si vedono, ma soprattutto si sentono.
Si vedono a occhio nudo salendo verso Rovereto: toppe messe in maniera superficiale, buche, asfalto che salta, avvallamenti improvvisi.
Si sentono sulle ruote anteriori dei tanti che guidano moto e scooter e che ogni giorno rischiano brutte cadute, quando non si fanno male per davvero. Non siamo ancora a raccontare un incidente mortale, e non vorremmo certo farlo. Nessuno se lo augura, ma i presupposti, purtroppo, ci sono tutti.
“Chi viaggia su due ruote – raccontano alcuni residenti della zona di Rovereto – è in una situazione di pericolosità estrema. Parliamo di asfalto asciutto e in condizioni normali: è tutto uno slalom tra buche e affossamenti, si è costretti ad assurdi zig zag che rischiano di far perdere il controllo del proprio mezzo. Oltretutto, è anche difficile modificare la traiettoria, perché se si va a destra si rischia di andare fuori strada, mentre a sinistra può anche manifestarsi lo scenario peggiore di tutti: l’incidente frontale. Figuriamoci poi quando piove e il fondo stradale diventa viscido”.
I motociclisti chiedono sicurezza. Al cittadino che scende in strada per andare a scuola o a lavorare, poco importa di chi sia la competenza. Chiede semplicemente che il lavoro sia fatto. E che, quand’anche si apra un cantiere, poi questo venga chiuso a regola d’arte. Sulla strada da Bacezza verso Zoagli ne sono stati aperti una decina, già dalla scorsa estate. Con altrettanti semafori a regolare il transito. Poi, si è rotto un po’ più avanti, ma i segni dietro sono rimasti ben evidenti.
Marco Di Capua, sindaco di Chiavari, ha già ricevuto parecchie lamentele al riguardo. E s’impegna a segnalare nuovamente il disservizio ad Anas: “Geograficamente, siamo dentro al Comune di Chiavari, è chiaro. Ma quella strada è di loro competenza. Comunque, ho dato mandato agli uffici di scrivere nuovamente una lettera. Non è accettabile che ci sia questa situazione di pericolosità. Spero che il problema venga risolto quanto prima. Il discorso dei cantieri della fibra ottica sta portando parecchi disagi un po’ da tutte le parti. Occorre fare molta attenzione. Noi, finché compete al Comune, arriviamo direttamente, e abbiamo fatto pure parecchie azioni perché i lavori di chiusura venissero fatti come si deve. Anche dagli altri si pretende lo stesso impegno”.
Non è l’unico problema, sull’Aurelia in zona Bacezza. Quello delle buche e delle toppe è solamente il più attuale. Un altro, molto annoso, è quello relativo all’incrocio a Y che conduce alla strada (questa sì di competenza comunale) verso la discarica.
“Da tempo – ricorda Di Capua – chiediamo ad Anas la possibilità d’installare un impianto semaforico per chi esce dalla strada comunale e si vuole immettere sull’Aurelia. Ci sarebbe obbligo di svolta a destra in direzione Zoagli, ma non sempre questo viene rispettato. E il rischio di collisione con i veicoli che arrivano da Rapallo, e che lì viaggiano anche a velocità molto elevata, è particolarmente alto. Anas ha sempre fatto melina, rispetto a tutte le richieste anche inviate prima di me dall’amministrazione Levaggi. Ora, però, sono riuscito a spostare di cento metri la competenza comunale sull’Aurelia. La legge lo consente in presenza di un centro urbano che superi le venticinque abitazioni, com’è adesso in quel tratto. Così potremo finalmente installare il semaforo. Per adesso, Anas non ha impugnato il nostro provvedimento. Ma io mi devo comunque muovere con cautela, affidando il progetto a un esperto. Speriamo di risolvere a breve”.
Il semaforo è talmente importante e atteso che pure era finito in entrambi i programmi elettorali dei candidati poi andati al ballottaggio, Di Capua e Levaggi. E, già due anni fa, don Giacomo Canepa, parroco di Bacezza, aveva lanciato la provocazione: “Se non viene messa in sicurezza l’Aurelia, chiudo la chiesa. La Madonna dell’Olivo, finora, ha fatto i salti mortali per proteggerci, non possiamo abusare della sua benevolenza”.
In effetti, quando si parla di sicurezza stradale, dovrebbe bastare il buon senso degli uomini, al netto della burocrazia e del rimpallo di competenze. Senza bisogno di scomodare i santi. E, men che meno, la Beata Vergine.