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Giovedì, 25 maggio 2023 - Numero 271

Roggero: “Tigullio, serve un manager per politiche culturali e turistiche”

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di ALBERTO BRUZZONE

“Politiche turistiche e culturali? A Chiavari, come un po’ a tutto il Tigullio, servirebbe un manager. Ma con la M maiuscola. Una persona in grado di guardare il territorio a livello complessivo, un professionista d’esperienza, non nominato né coinvolto con la politica, assolutamente super partes rispetto alle singole logiche cittadine e ai gruppi di potere. Questo sarebbe uno dei modi per fare il salto di qualità. Per dare un’impronta, capire dove si vuole andare. Per dare una precisa identità”.
Sono le parole, pienamente condivisibili, di Giampaolo Roggero, il presidente dell’Ascom chiavarese e già guida, a suo tempo, del Civ – Ci Vediamo in Centro, la principale realtà cittadina che riunisce i commercianti (l’altra, ovvero il Civ – Le Vie del Levante è nata di recente ed è guidata da Stefano Cataldo, che per pura coincidenza ha un negozio di ottica, proprio come Roggero).

In una città come Chiavari, che ha perso negli anni la sua centralità a livello di servizi (e spesso non per colpe esclusivamente sue o di chi l’ha amministrata), la categoria del commercio è una di quelle che rimane di maggior peso. Vuoi per il numero dei negozi, vuoi per la quantità di persone che vi lavorano. Si tratta, e le cifre non mentono in questo senso, di una delle principali ‘aziende’ della città, se considerata a livello complessivo. Chiaro quindi che, quando parlano Ascom o Civ, il ragionamento è pur sempre di un certo spessore. Roggero poi, persona molto schietta, ha sempre cercato di mantenere un certo equilibrio: complimentoso quando c’è da complimentarsi, critico quando c’è da criticare.
L’ultimo confronto è della scorsa settimana, contrappuntato dalla replica dell’assessore a Turismo e Commercio Gianluca Ratto (commerciante pure lui). Ma, al di là del confronto sulle colonne del quotidiano locale, è la proposta di Roggero a essere veramente interessante.

Il parallelismo tra Genova e Tigullio è d’obbligo. E spinge a dover considerare il Tigullio stesso come sistema, come insieme, superando campanilismi e interessi locali e localistici, se davvero si vuole imitare il percorso che, pur con fatica, ha iniziato negli scorsi anni e sta cercando di portare avanti il capoluogo ligure.
Le premesse sono analoghe. Genova un tempo era città prevalentemente a tradizione e trazione industriale: basti pensare a porto, Ilva, Ansaldo e altre enormi realtà nazionali. Poi, a poco a poco che si perdevano i pezzi pregiati, è emersa la necessità di reinventarsi. Di creare occasioni e posti di lavoro in altri settori. E si è puntato con gran forza sulle politiche turistiche e culturali: le Colombiane, Genova Capitale Europea della Cultura, i grandi eventi, il rilancio di Palazzo Ducale e del sistema teatrale, la promozione delle eccellenze, una buona politica a livello di marketing. È un lavoro che deve restare costante, ma il solco è tracciato. E, secondo Roggero, il Tigullio deve ragionare in termini simili, “capire che occorre fare sistema, che il passato non tornerà più e che bisogna trovare ulteriori occasioni”.

Nello specifico di Chiavari, Roggero osserva: “Ho sollevato il discorso dell’identità di Chiavari, insieme ai miei colleghi commercianti, perché, a seguito della perdita della città dei servizi, bisogna colmare questa lacuna in qualche modo. Un tempo c’erano tribunale, ospedale, uffici: il commercio ne traeva beneficio. I servizi erano qualcosa di identificativo. Poi, tutto questo si è perso. Trovare punti di riferimento è una necessità e le politiche turistiche e commerciali possono essere una soluzione”.
Sinora, però, le amministrazioni non sono mai andate al di là del compitino. “Chiavari tiene ancora abbastanza bene – osserva il presidente dell’Ascom – come realtà locale. D’estate un po’ di movimento c’è. D’inverno pure. Ma chi ha un’impresa, come noi, non può guardare solamente al giorno prima o al giorno dopo. Deve porsi delle prospettive a cinque, dieci, quindici anni. E questo sta assolutamente mancando, nel modo di fare politica”.

Roggero indica due strade possibili: puntare sulle cose che si hanno già, oppure ribaltare tutto e decidere di essere completamente innovativi. “Il primo percorso è quello più semplice, anche perché in parte già tracciato. Intendo il puntare sulla silver economy, facendo nostro un discorso molto attuale a livello mondiale. Siamo la regione più anziana d’Italia, dentro la nazione più anziana d’Europa. Ci sono quindi le basi per far partire questo ragionamento. Parliamo di over 65 che hanno disponibilità economica, piacere di viaggiare, interesse per la cultura, predisposizione allo shopping e voglia di mangiare e bere bene. Dobbiamo saper offrire loro sempre più occasioni. È una realtà importante, anche perché l’aspettativa di vita è notevolmente cresciuta. Secondo alcune proiezioni, nel 2050 ci sarà un 10% in più di persone over 65. È un’economia da prendere in considerazione. Bisogna anche qui agganciarsi al treno delle grandi città. E anche a quelle start up che sono già operative in questo senso”. Come dire: è l’ora di uscire dal piccolo cabotaggio e di guardare i più bravi, non guardarsi sempre l’ombelico.

L’altro turismo che va per la maggiore, è quello di impronta sportiva: “Un mercato pazzesco. Ci sarà una crescita del 6% a breve termine. E anche qui il Tigullio può essere protagonista. Ma dove lo si trova un posto dove poter andare a correre d’inverno con dieci gradi? La Liguria è una terra che si presta assolutamente per praticare lo sport. Nel Ponente hanno puntato sulle mountain bike creando un enorme indotto. Qui l’occasione di Chiavari Comunità Europea dello Sport, a parte i campionati di scherma e qualche altro evento, è stata completamente buttata via”.

In attesa di far partire tutti questi discorsi, è possibile affrontare un fatto concreto: “Proviamo a mettere a posto, una volta per tutte, la nostra città. Ripulire i caruggi, creare aree a tema come avevamo a suo tempo proposto. Se le bacheche non ci stanno, come dice l’assessore, pazienza. Facciamo intanto marketing territoriale come va fatto. Iniziamo a promuoverci in maniera seria anche al di fuori dei nostri confini. Sfruttiamo il marchio Chiavari. Ci sono posti come Brugnato o Serravalle dove la gente va, e prima non c’era nulla. Noi abbiamo un centro storico splendido, negozi molto belli. Non ci manca niente in confronto ad altri. Ma alle persone bisogna comunicarlo. E qui è la politica che deve dare l’indirizzo. I commercianti hanno già fatto molto. Proposto le soluzioni, indicato le aree a tema, collaborato ai principali eventi, organizzato molti altri per conto proprio, allargato il centro storico costruendo una rete notevole, una delle più ampie a livello commerciale di tutta la Liguria. Il nostro compito lo abbiamo pienamente assolto. E gli altri?”.

L’altra strada, secondo Roggero, è molto più complessa e, soprattutto, mai solcata: “Non va bene puntare su ciò che si ha? Allora rivoluzioniamo tutto. Vogliamo puntare sui giovani? Bisogna dare discoteche, locali notturni. Si tratta di scegliere. Molte realtà commerciali sono nate nel corso degli anni. Ma è sempre tutto merito dei privati. Non c’è mai stata un’indicazione sulla città che vogliamo, su dove intendiamo andare”.

Anche l’aspetto culturale ha la sua rilevanza: “Ora è difficile poter dare un giudizio. Ma secondo me, con tutto il rispetto, è stato fatto pochino. Io sogno eventi di alto livello, dal Festival della Parola in su. Vorrei veder arrivare dei pullman per importanti appuntamenti. Altrimenti continuiamo a raccontarcela tra di noi”. Stesso discorso per le crociere: “Ci vuole – sostiene Roggero – una regia complessiva. Sono anni che si parla di portare i crocieristi a Chiavari e nel Tigullio Orientale. Le scelte vanno fatte. Si è in grado di andare oltre alle parole?”.

Il presidente dell’Ascom è propositivo, sostiene che la città e il comprensorio stanno tenendo. Ma sino a quando potrà durare? Ed è questo l’interrogativo che deve porsi la politica. Perché è dalle scelte generali che dipende la vita del commercio, l’ultimo motore degno di questo nome rimasto a Chiavari.

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