Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Roberto Co’, fondatore e amministratore delegato di Aqua, all’editoriale di Antonio Gozzi intitolato ‘Sentirsi tutti di Lavagna’, uscito lo scorso 6 maggio 2021 (leggi qui).
di ROBERTO CO’ *
Desidero rispondere al suo editoriale del 6 maggio sottoponendo a lei e ai suoi lettori alcuni dati e considerazioni che forse possono aiutare a valutare il rapporto costi benefici da lei richiamato, portato dalla nostra attività.
Vent’anni di coesistenza con il turismo, anzi di sinergia, a nostro avviso smentiscono chi ci vede poco compatibili. Del resto, gabbie uguali alle nostre o in numero e dimensione anche più ampie sono collocate di fronte alle spiagge più belle d’Italia.
In Sardegna, in Costa Smeralda e a Stintino. In Toscana nel Golfo di Follonica e Piombino e all’Isola d’Elba. O ancora di fronte alla spiaggia di Mattinata in Puglia. Tutti luoghi che hanno saputo fare del simbolico valore ambientale dell’acquacoltura e del pregio del loro pescato un motivo di vanto e di attrattiva.
Dove si fa questo tipo di acquacoltura il mare è pulito. Il pesce è più buono. I turisti si sentono rassicurati e chiedono di visitare l’allevamento.
Le nostre orate e i nostri branzini sono un orgoglio di Lavagna conosciuto in tutta Italia. Siamo invitati a spiegare come funziona l’impianto e la sua sostenibilità in convegni in tutto il mondo. Fuori dai confini della nostra città i branzini e le orate di Lavagna sono riconosciuti come simbolo di qualità ambientale e alimentare.
Abbiamo chiesto il raddoppio dello spazio perché potremmo con facilità portare in Italia e in Europa il doppio del pesce di Lavagna, perché è una eccellenza riconosciuta. La città ne deve essere fiera. Gran parte della città ne è fiera! Ogni pesce di Lavagna in giro per l’Italia racconta in positivo la nostra città, il nostro mare.
Dovremmo essere capaci di fare sistema intorno alle nostre eccellenze come hanno saputo fare tanti territori anche qui vicino. Pensiamo a Recco e alla sua straordinaria focaccia.
I ristoranti di Lavagna possono proporre un pesce tra i più buoni del mondo, a chilometro zero, allevato in modo pienamente compatibile, rispettoso, come certificato da Arpal e dalle associazioni ambientaliste.
La città potrebbe accogliere i turisti valorizzando il simbolo di sostenibilità che rappresenta la piscicoltura in mare aperto. Decine di ragazzi delle scuole vengono a visitarci e portano a casa ricordi straordinari di Lavagna e della capacità di coniugare allevamento e ambiente.
Le opinioni sono tutte legittime ma io credo che quello che manca sia la lungimiranza. Il mugugno non aiuta lo sviluppo, non aiuta il turismo, non fa vedere le opportunità che imprese come la nostra portano al territorio.
Quelle gabbie sono già un simbolo positivo di questa città. Decine di ristoranti prestigiosi, di gruppi d’acquisto solidali in tutto il Nord mettono il pesce di Lavagna tra le loro eccellenze.
Chi continua a vedere le nostre reti solo come dei cerchi nel mare non sta vedendo nulla. Non ha compreso il valore che rappresentano. Non solo per le decine di posti di lavoro ma per l’immagine stessa del territorio. In Sardegna, Toscana, Puglia, in Scozia lo hanno compreso. A Lavagna abbiamo grandi opportunità. Proviamo a costruire insieme un futuro basato sui valori che sappiamo esprimere.
(* Fondatore e amministratore delegato di Aqua)