di DANILO SANGUINETI
Non sono i successi a fare grande una società sportiva, o meglio non sono solo quelli. Servono serietà, autorevolezza e soprattutto una storia sufficientemente lunga e decisamente onorevole.
La Rari Nantes Camogli risponde in pieno all’identikit del club meritevole, nei decenni ha avuto alti e bassi, affrontato momenti tremendi, assaporato gioie intense: ciò che conta è il non avere mai lasciato che la fiamma si spegnesse, soprattutto è andato avanti a testa alta, mai una macchia a sporcare il palmares.
Esaltanti vittorie, qualche tremendo ko, mai rinunciato all’immagine di un club eponimo di un paese, di un borgo, di una cittadina che vive e respira pallanuoto oramai da oltre un secolo. L’anno di nascita è il 1914, un anno dopo i cugini della Pro Recco, che però hanno cambiato denominazione sociale nel corso della loro storia.
Le alte sfere dello sport italiano hanno dovuto prendere atto che nel Golfo Paradiso esiste e prospera una società sportiva che ha vinto scudetti e titoli, nella pallanuoto maschile, in quella femminile, nel nuoto, nelle categorie giovanili. Nella piscina naturale, all’acqua di mare, nel Porticciolo, prima, nella piscina arrampicata sul poggio, in mezzo agli ulivi, il Boschetto appunto, che rimodernata venti anni anni, è ancora oggi un piccolo scrigno di meraviglie progettuali con il suo tetto rimovibile e le altre diavolerie che esige la pallanuoto del Duemila, sono cresciuti fior di talenti, nazionali e internazionali.
Il Coni ha siglato la eccellenza e la eccezionalità di questa storia conferendo al club due settimane fa la massima onoreficenza alla quale un club italiano possa aspirare: la giornata del 19 dicembre resterà per sempre nella storia della Rari Nantes Camogli. In quella mattina infatti la società ha indossato sopra la livrea bianconera il Collare d’Oro al Merito Sportivo.
A ritirare il premio nella Sala delle Armi del Foro Italico sono andati il presidente della R.N. Camogli Massimo Bozzo e lo storico consigliere, ancora oggi segretario sportivo Pierluigi La Firenza.
Il Presidente con grande orgoglio e un pizzico di commozione vuole condividere il successo con tante persone: “Tifosi, amici, conoscenti e simpatizzanti, è giusto che tutti siano con noi in questo momento così speciale. Questo è il premio più bello al quale una società sportiva possa aspirare. Questo riconoscimento ripaga anni di sacrifici nei quali, seppur con degli errori, abbiamo sempre cercato di mettere la Rari Nantes Camogli davanti a tutto, combattendo momenti di crisi e cercando di fortificare quello spirito di appartenenza che ci rende unici. Non ci siamo mai arresi, neanche quando tutto sembrava finito. Abbiamo cercato di salvaguardare la nostra storia restando fedeli ai nostri colori e alla nostra identità, senza mai scendere a compromessi”.
Bozzo conclude: “Permettetemi questa dedica: condivido questo premio con tutti coloro che non hanno mai smesso di credere nella calottina bianconera. Il Collare d’Oro rappresenta un punto di partenza importantissimo che ci dà tanti stimoli per continuare il nostro lavoro. La storia della Rari Nantes Camogli non ha bisogno di presentazione, ma siamo certi che con impegno, determinazione e umiltà, riusciremo tutti insieme a costruire un grande futuro”.
E conclude: “Il premio giunge in un momento speciale: dopo diverse stagioni siamo tornati in vetta a un campionato nazionale con la prima squadra. A sorpresa il team guidato da Temellini è al comando da solo e a punteggio pieno dopo 4 turni della A2 maschile, è presto per farsi illusioni, siamo competitivi ma la strada che porta ai play off e…oltre, è ancora lunghissima. Mi permetto di fare una sola richiesta: venite sempre più numerosi alle nostre partite casalinghe, la squadra è giovane, il sostegno della città è importante”.
Messaggio condiviso in toto dal segretario, il mitico ‘Pigi’ La Firenza, camoglino al 101 per cento, uomo di tutte le stagioni e per tutte le occasioni, che si è presentato alla cerimonia con una cravatta che raffigurava i gabbiani in volo su una scogliera, gabbiani bianconeri naturalmente a richiamare uno dei loghi del club: l’ennesimo atto di amore verso il suo Camogli valeva il prezzo di uno sberleffo alla moda imperante.