(r.p.l.) Il fenomeno è dilagante, preoccupante e mai visto prima in questi termini. E, soprattutto, mai visto prima in queste zone.
Mai come in questa estate post Covid, cioè, le tranquille cittadine del Tigullio, tradizionalmente a misura di famiglia e piuttosto compassate, per quanto riguarda la ‘movida’, sono diventate teatro di episodi di violenza in serie, risse, aggressioni e danneggiamenti alle vetrine, al verde e agli arredi urbani, ad opera principalmente di gruppi di ragazzi che, secondo le forze dell’ordine, vivono nella zona ma arrivano pure da fuori.
C’è da tenere l’allerta ai livelli massimi, anche perché, specie nella zona di Santa Margherita, gli episodi sono stati diversi nei giorni scorsi e si è arrivati persino a un’aperta ‘sfida’ con le istituzioni: al monito lanciato dal sindaco Paolo Donadoni, mercoledì scorso, è arrivata una risposta in termini di ulteriori danneggiamenti la sera successiva. Non ci siamo, insomma, e sembra non funzionare neppure più l’opera di prevenzione e di controllo a distanza, ovvero attraverso il solo utilizzo delle telecamere.
L’altra sera, a Sestri Levante, una persona è stata aggredita nella via pedonale, a Chiavari è successa la stessa cosa sul lungomare: il ‘branco’, insomma, agisce incurante delle altre persone, del fatto di essere visto o non visto, filmato o non filmato, come dimostrano alcuni video che sono stati diffusi sui media locali.
Come si è arrivati a tutto questo? E, soprattutto, come si può fronteggiare una simile escalation di violenza? Come mai questi episodi sono arrivati a funestare il tranquillo Tigullio?
È ormai chiaro a tutti che non bastano le telecamere, anche perché spesso risulta difficile riuscire a identificare i responsabili. Serve un controllo massiccio sul campo, per scoraggiare simili comportamenti, anche con un eventuale intervento di tipo coercitivo: perché, lungi dal farne un discorso politico – anzi proprio per evitare che qualcuno lo faccia e si appropri di un tema che è meramente di ordine pubblico, cavalcando la tigre della sicurezza per un po’ di voti in più (come spesso avviene, ormai in certi ambienti) – alle risse, alla violenza, alla ‘sfida’ lanciata verso le istituzioni occorre rispondere con decisione e intransigenza, senza accettare alcun tipo di compromesso, proprio per evitare che certi comportamenti assumano poi preoccupanti livelli di emulazione.
Non è accettabile, cioè, che un sindaco, come successo a Santa Margherita, condanni severamente una serie di episodi e, per pronta risposta, ottenga la sera successiva altri episodi ancora più gravi. Perdere il polso significa perdere autorevolezza a poco a poco e, in questo, le amministrazioni cittadine vanno aiutate non solo attraverso la polizia locale, ma anche e soprattutto attraverso un’opera di prevenzione interforze che sappia mettere in campo tutte le risorse a disposizione, anche se spesso, specie nei territori ‘periferici’ rispetto alla grande Genova, risultano essere piuttosto risicate dopo una certa ora.
In questo senso, pare giusta la decisione presa da Chiavari: sul lungomare, da sabato e domenica prossimi, arriveranno gli agenti del reparto mobile della Questura di Genova, proprio con l’obiettivo di contrastare eventuali risse, disordini, nonché la violazione delle normative anti Covid 19. Il commissariato ha chiesto e ottenuto rinforzi, per un totale di dieci uomini. È questa la strada giusta.
A Santa Margherita, invece, il sindaco Paolo Donadoni, dopo un confronto con le forze dell’ordine – Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale – coordinate dalla Compagnia dei Carabinieri di Santa Margherita Ligure, ha integrato l’ordinanza relativa alla somministrazione di bevande alcoliche sul territorio cittadino.
I locali, oltre al già previsto obbligo di non servire bevande alcoliche da asporto su tutto il territorio comunale dalle 20 alle 7, avranno anche quello di chiudere tra le 3 e le 6. L’amministrazione ha condiviso il provvedimento temporaneo con i rappresentanti dei commercianti (Ascom Santa Margherita Ligure – Portofino), con l’auspicio che tale ordinanza “possa essere da subito efficace e risolutiva per garantire un’atmosfera che meglio si addice a Santa Margherita Ligure: per i residenti, per i turisti e per le attività commerciali stesse”, come si legge nella nota emessa dal Comune.
Pure a Santa, dagli scorsi giorni, i controlli lungo le strade si sono intensificati e, infatti, non si sono verificati più episodi come quelli della settimana precedente. Ma bisogna mantenere alta l’attenzione, è evidente.
In campo ci sono i Carabinieri, con il comandante della Compagnia di Santa Margherita Ligure Simone Clemente, la Guardia di Finanza, con il comandante della tenenza di Rapallo Emidio Maravalli, la Polizia Locale con il comandante Luigi Penna. Il tavolo si riunisce ogni venerdì: le pattuglie interforze vengono intensificate in specifici momenti, con particolare attenzione al consumo di alcol tra minorenni.
Perché il punto è esattamente questo: il consumo di alcol, una piaga ‘antica’, alla quale si unisce, in quest’estate post Covid, anche il fattore psicologico di ragazzi che sono rimasti chiusi per due mesi e più in casa. Non secondario, poi, il fatto che le discoteche non abbiano ancora riaperto: solitamente, infatti, fungono pure esse non solo da filtro, ma anche da controllo, anche grazie all’utilizzo di personale apposito per la sicurezza.
E, quest’ultimo, è un ulteriore punto: occorre che ogni locale, serale o notturno che sia, sia in grado di dotarsi di un servizio adeguato di vigilanza privata, non solo per gestire flussi e accessi, ma anche per fungere da deterrente rispetto a certi comportamenti. La situazione, insomma, va gestita meglio e va gestita con persone sulla strada. Percorso che sembra esser stato intrapreso.
“Santa Margherita Ligure – ricorda il sindaco Donadoni – ha degli standard qualitativi, di accoglienza e di vivibilità che non devono essere messi in discussione o compromessi da ragazzi stupidi in cerca forse di visibilità sui social, nel rispetto dei cittadini, degli ospiti e dei lavoratori”, e questa è una posizione che vale per tutte le cittadine del Tigullio.
Hai visto mai che, oltre ai danni del Coronavirus e delle Autostrade impercorribili, a dare la mazzata finale al turismo in Riviera arrivino gruppi di facinorosi e impuniti. Non ce lo possiamo veramente permettere.