di ALBERTO BRUZZONE
Nel giorno in cui, attraverso una delibera della Giunta Regionale, è stato nominato il nuovo direttore generale dell’Asl 4 Chiavarese, Paolo Petralia (che subentra a Bruna Rebagliati, non riconfermata, a partire dal prossimo 1° gennaio 2021), nel Levante genovese continua a tener banco il discorso delle risorse finanziarie che la Regione avrebbe riservato a questa azienda sanitaria nell’ambito del flusso di denaro previsto dal Recovery Fund.
Petralia, che è stato per dieci anni alla guida dell’ospedale pediatrico ‘Giannina Gaslini’ di Genova, afferma che metterà “lo stesso impegno anche al servizio del Tigullio e dell’entroterra, in collaborazione con le amministrazioni locali e per il bene di tutta la comunità”.
I consiglieri regionali eletti nel Levante genovese hanno già in programma d’incontrarlo, per presentarsi e per svolgere prime riunioni di tipo conoscitivo e, sicuramente, una delle priorità sarà capire bene di che cosa necessita l’Asl 4, quale direzione farle prendere, quali investimenti per rilanciare una realtà che, specie negli ultimi anni, è finita un po’ in ombra rispetto alle altre aziende sanitarie, al punto che l’ipotesi di un accorpamento con l’Asl 3 Genovese si è alimentata e ha preso corpo sempre di più.
È il discorso che Giancarlo Mordini, presidente del Comitato Assistenza Malati del Tigullio, ha fatto nell’ultima missiva inviata al presidente della Regione Liguria (che ha voluto tenere per sé l’impegnativa delega alla Sanità), Giovanni Toti: i quindici milioni calcolati per l’Asl 4 all’interno dei mille e seicento richiesti dalla Liguria nel Recovery Fund sono nettamente inferiori rispetto ad altre aziende, al punto da essere considerati, secondo Mordini, una vera e propria “elemosina”.
Ne abbiamo trattato nel numero scorso di ‘Piazza Levante’. Ricapitolando, il dettaglio prevede: 265 milioni per Asl 3 (Genova), 358 milioni per Asl 1 (Imperia), 360 milioni per Asl 2 (Savona), 10 milioni per Asl 5 (La Spezia), oltre a 137 milioni per interventi all’ospedale San Martino di Genova e 115 milioni per interventi all’ospedale pediatrico Gaslini, sempre a Genova.
E l’Asl 4? La dotazione prospettata da Regione Liguria è di 15 milioni. I progetti inseriti sono: per Lavagna, l’ampliamento del pronto soccorso e del blocco operatorio per circa 2,4 milioni di euro e l’adeguamento antisismico per circa 1,9 milioni di euro; per Sestri Levante, l’adeguamento antincendio del polo ospedaliero per 2 milioni di euro e l’adeguamento antisismico per 2,33 milioni; per Chiavari, l’adeguamento antisismico e antincendio dell’ex ospedale per 2,9 milioni di euro.
Stop. Nessun investimento di tipo sanitario, almeno per quanto riguarda Sestri e Chiavari, mentre un’attenzione, seppur parziale, viene riservata solamente a Lavagna. Per il Comitato Assistenza Malati del Tigullio tutto questo non è soltanto molto poco, ma è anche lontanissimo dalle richieste avanzate nei mesi scorsi dallo stesso comitato, richieste peraltro già previste e preventivate all’interno del Piano Sanitario Regionale della Liguria.
A commentare l’intervento di Mordini sono i vari consiglieri regionali. Secondo Luca Garibaldi, del Partito Democratico, “il presidente del Cam ha ragione. Negli ultimi anni, si è investito pochissimo in Asl 4, al punto che è rimasta la vera cenerentola. Gli adeguamenti antisismici e antincendio andrebbero fatti con le risorse regionali, perché si tratta di ordinaria amministrazione, e si sarebbero dovuti fare ormai da anni. Il Recovery Fund, invece, è pensato per dare prospettiva. Invece, nel piano della Regione, non si parla di telemedicina, non si parla di assistenza territoriale da parte dei medici di medicina generale, non si parla di case della salute, non si parla di entroterra. Tutti temi mai approfonditi. D’altra parte, l’anno scorso sono stati stanziati dalla Regione venti milioni di euro per l’adeguamento delle strumentazioni sanitarie e all’Asl 4 sono arrivati zero euro. Questo la dice lunga sulla considerazione che si ha del Tigullio all’interno della Giunta. Quindi Mordini ha fondamentalmente ragione”.
A suffragare la posizione di Luca Garibaldi è anche Alessio Chiappe, segretario del Partito Democratico nel Tigullio: “Non possiamo che condividere le parole di Mordini quando parla di elemosina e di ingiustizia. In tutti questi anni c’è stato un continuo depotenziamento dell’offerta pubblica socio sanitaria del nostro territorio: interi piani dell’ospedale di Sestri Levante chiusi, 56 posti letto dell’ospedale di Rapallo andati a bando per i privati e il progetto della sopraelevazione dell’ospedale di Lavagna nemmeno preso in considerazione. Una scelta così penalizzante conferma ciò che affermiamo da tempo: per la Giunta Toti il Tigullio è un territorio marginale e del tutto abbandonato a se stesso. Ciò la dice lunga su quanto poco conti il Tigullio e su come la Regione Liguria consideri di serie B i cittadini del Tigullio”.
Secondo Chiappe, “non possiamo esimerci dal dare un giudizio più generale del piano ligure del Recovery Fund, che pare un mero copia incolla di progetti, alcuni dei quali parecchio datati, senza una visione complessiva di sviluppo futuro. Per queste ragioni, condividiamo l’auspicio conclusivo dell’intervento di Mordini, circa un ripensamento di scelte dannose come quelle dell’affidamento ai privati di una parte dell’ospedale di Rapallo e delle linee di programmazione degli interventi legati all’utilizzo del Recovery Fund”.
Anche Fabio Tosi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, è scettico: “Occorre partire dal presupposto che soldi, progetti e idee lasciano il tempo che trovano. Mi pare una lista della spesa, anche piuttosto datata, perché alcuni sono progetti vecchi di anni. Peraltro, non essendo esecutivi, non potranno essere finanziati dalle risorse del Recovery Fund. Sull’Asl 4, è verissimo quanto sostiene Mordini: non viene tenuta in debita considerazione. Ma tutto il Tigullio, in generale, viene poco considerato, basti pensare alla formazione della Giunta Regionale: nessun rappresentante del nostro territorio e, al contrario, tre rappresentanti per l’Imperiese”.
Tosi promette: “Noi continueremo a opporci alla parziale privatizzazione dell’ospedale di Rapallo e, appena sarà possibile, incontrerò il nuovo direttore generale, Paolo Petralia, per capire anche con lui che cosa si potrà fare per migliorare la situazione e per far arrivare più risorse, e mirate al sistema sanitario”.
Tra i consiglieri di maggioranza, Sandro Garibaldi della Lega osserva: “Quando si parla di sanità, specialmente in un periodo di emergenza sanitaria come quello che stiamo attraversando, le risorse sono sempre poche. Qualcosa in più per l’Asl 4 è giusto che venga stanziato, anche se restiamo l’azienda sanitaria più piccola e non possiamo aspettarci grandi cose. Io sono arrivato da poco e gli indirizzi, peraltro di natura tecnica, erano già stati presi, ma sarà mio compito darmi da fare per portare avanti le istanze del territorio e per fare in modo che vengano stanziate risorse aggiuntive”.
Analogo impegno anche da parte di Giovanni Boitano, eletto nelle liste di Cambiamo: “Anzitutto, ci tengo a elogiare il lavoro di Giancarlo Mordini, che in questi anni ha fatto un’opera profonda e meritoria nell’assistere i malati del Tigullio e tutte le loro famiglie grazie al suo Comitato e anche grazie alle numerose donazioni che sono state fatte. Lui è sempre stato di stimolo ed è giusto che sia così: è giusto che i comitati e i cittadini in generale, che conoscono molto bene il territorio, facciano le loro proposte e che queste vengano ascoltate dalla politica, che ha poi il compito di prendere le decisioni. Sono sicuro che il presidente Giovanni Toti terrà in debita considerazione anche le sue segnalazioni, che mi impegnerò a riportare anche personalmente. L’Asl 4 ha bisogno di un ulteriore impulso e chi ha delle idee e delle proposte va sempre ascoltato. Parlerò della questione anche con il nuovo direttore generale, Paolo Petralia, persona che ho avuto modo di conoscere e di cui ho apprezzato le doti professionali”.
Per Cambiamo esprime le sue valutazioni anche il consigliere regionale, neoeletto, Domenico Cianci: “Mordini e il Comitato Assistenza Malati rappresentano un valore aggiunto per il nostro territorio. Le risorse previste dalla Regione Liguria per l’Asl 4, nell’ambito del Recovery Fund, sono assolutamente da rivedere. È chiaro che da altre parti si parla di costruire ospedali nuovi, e quindi sono necessari più fondi, ma qui dobbiamo fare in modo di far funzionare al meglio quello che abbiamo, facendo diventare i nostri ospedali delle vere eccellenze, a cominciare da Rapallo. Continuiamo a lavorare con i sindaci e gli amministratori locali in questa direzione”.
Cianci, nell’occasione, vuole anche rivolgere “i migliori auguri di buon lavoro al nuovo direttore generale, Paolo Petralia, ma voglio anche ringraziare Bruna Rebagliati: so per certo, anche se non ci ho mai lavorato insieme, quanto sia stata stimata dalla maggior parte dei sindaci del territorio”.
Fuori dal coro, invece, la voce di Claudio Muzio, consigliere di Forza Italia, che rispetto alla lettera inviata da Mordini al presidente Toti non nasconde le sue perplessità: “Io non discuto il ruolo importante che ha avuto il Comitato Assistenza Malati nell’assistenza delle persone, né il ruolo che ricopre dal punto di vista sociale. Ma si dovrebbero limitare a quello e, invece, ultimamente hanno preso una deriva un po’ troppo politica. Così vengono stravolti ruoli e competenze. Quindici milioni di euro per l’Asl 4 sono un’elemosina? Io ho un’altra idea del valore dei soldi. Le risorse vanno rapportate in base ai progetti che si hanno e i progetti individuati per l’Asl 4 sono frutto di un vasto confronto dal punto di vista tecnico che si è svolto nelle scorse settimane. Io resto a disposizione nel mio ruolo, ma se qualcuno vuole far politica, allora si dovrebbe candidare”.
Non la prende bene, quindi, Claudio Muzio, ma intanto il tema resta caldo e, sinché se ne continua a parlare, questo rappresenta un buon segnale. Per il futuro dell’Asl 4 e per tutti i cittadini. Ora spetterà al nuovo direttore generale prendere in carico questo articolato fascicolo. E a difendere il più possibile l’autonomia e l’identità dell’azienda sanitaria del Levante.