di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *
Quando mi chiedono la data di chiusura del Teatro Cantero sento il cuore fare una sorta di tonfo, un senso di smarrimento, un velo d’angoscia! Era il lontano 31 di dicembre del 2017, sono passati ben sette anni: un tempo lunghissimo, specie se si rileggono le cronache e le tante dichiarazioni di quei giorni.
Una sola garanzia è costituita dal doppio vincolo emesso nel 2010. In questa occasione i funzionari della Soprintendenza dettavano le norme di tutela e indicavano l’assoluta indisponibilità a trasformazioni architettoniche e d’uso dell’intero complesso.
Le prime avvisaglie arrivarono ben prima della effettiva chiusura, e precisamente nel 2014. Si tratta di preoccupate indicazioni della proprietà che ribadiva di non essere più in grado di mantenere la funzionalità del teatro: “Troppo costosi gli interventi di adeguamento alle nuove normative in termini di sicurezza”. Dopo qualche settimana intervenne l’allora sindaco Marco Di Capua: “La mia amministrazione ritiene necessario affrontare l’argomento, in sede ufficiale, con gli altri enti territoriali, con la Soprintendenza e con l’Università di Genova, per fare chiarezza sugli effettivi problemi che la proprietà ha manifestato”.
Alle dichiarazioni riprese dalla stampa facevano eco puntuali precisazioni e si confermava un incontro al quale vennero invitati, tra gli altri, il presidente della Regione, Giovanni Toti, l’assessore regionale alla Cultura, Ilaria Cavo, il sindaco della Città Metropolitana, Marco Bucci, e il vice, Carlo Bagnasco, oltre al soprintendente, Vincenzo Tiné.
Il dibattito e le preoccupazioni proseguirono, sino alla data del 31 dicembre del 2017. Manco a dirlo, non sarà una metafora a drammatizzare i titoli dei giornali, ma un titolo verità: “Cala il sipario sul Teatro Cantero”. Dopo ottant’anni, con la proiezione di “Star Wars: gli ultimi Jedi”, si interrompeva una pagina fondamentale della storia culturale di Chiavari, e la sala piombava nel buio della chiusura. Ora rimaneva attiva la sola pagina internet del Teatro che laconica aggiungeva: “Il teatro cinema Cantero chiude e augura a tutti un sereno 2018”.
Il teatro era stato aperto nel 1930, come ci rammenta il rosone in oro zecchino sopra l’arlecchino del palcoscenico, ma l’inaugurazione ufficiale giunse con le serate del 15 e 16 maggio del 1937. Fu la “Tosca” di Puccini a dare l’avvio a questa storia. Sulle tavole del palco si muovevano la “celebre cantante Tosca”, il pittore Cavaradossi, il Capo della Polizia Barone Scarpia: e via via si snocciolava una serata indimenticabile per Chiavari. Naturalmente, ripassando la storia nelle emeroteche si registrò un “tutto esaurito!”.
Le ragioni dell’amarezza di quella chiusura stanno proprio nella rilettura della vita di questo teatro. A rileggere gli articoli che seguirono quel lontano 31 dicembre del 2017, dopo ben sette anni siamo ancora a vivere di più o meno probabili speranze: anni trascorsi con raccolte di firme, avvenimenti, tentativi di specifiche serate promosse dagli “Amici del Teatro Cantero”, un meeting d’innanzi allo storico ingresso di piazza Matteotti promosso da “Impegno Comune”. Rileggiamo una città che tenta di non rassegnarsi e rammenta i cinque cinematografi che operavano in Chiavari, qualcuno ricorda il mitico Teatro Verdi, raso al suolo per ricavarne un parcheggio; notizie allarmanti giungono anche per il Cinema Mignon, poi forse rientrate per nostra fortuna. Ecco cosa succede a Chiavari!
La storia e i tentativi di tener vivo un dibattito proseguono, rimbalza la notizia che giorno dopo giorno le lettere che componevano la storica insegna precipitano al suolo, il segno di un lento declino evidenziato da un’ininterpretabile groviglio di sillabe illeggibili. Il destino del Cantero non poteva essere questo. Si giunge all’iniziativa del 24 febbraio del 2024. Presso la Sala Ghio Schiffini dell’Economica la Duferco presenta un progetto di ristrutturazione e riuso del Teatro Cantero. Antonio Gozzi ne sottolinea la validità, offrendo alla città uno studio completo che consentirà, in caso di finalizzazione dell’acquisto della struttura da parte del Comune di Chiavari, di risparmiare, oltre al costo stesso del progetto, più un anno di tempo durante la fase esecutiva. In un bellissimo ed affollato pomeriggio i chiavaresi si presentano numerosissimi e applaudono a questo sforzo per fare un passo avanti e continuare a operare per la riapertura.
Passano alcune settimane e si verifica un nuovo passaggio: l’Amministrazione di Chiavari Messuti-Segalerba sigla un contratto preliminare per l’acquisto del Teatro al costo periziato di circa due milioni di euro. La notizia è subito ripresa dai mezzi d’informazione e dalla minoranza in consiglio comunale. Si evidenzia che non esiste nessuna certezza che la Regione Liguria finanzierà l’operazione; inoltre si precisa che nessuna delibera è stata approvata, ma che in merito ci sono solo le parole pronunciate dal presidente Toti a Chiavari in occasione della visita del 15 marzo. Come stanno le cose in Regione Liguria è cosa nota, ne riparleremo tra mesi.
Ho voluto riprendere una sorta di Bignami sul Teatro Cantero, un modo per continuare a sperare. Prima di concludere, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa l’Assessore alla Cultura del grande e complesso tema di una possibile riapertura, di come affrontare la programmazione, come riprendere il dialogo con un possibile pubblico, quale pubblico e quale teatro riaprire. Un vero tema scespiriano per la nostra assessora. Continuiamo a sperare!
(* storico e cultore delle tradizioni locali)