di ALBERTO BRUZZONE
Rifiuti e gestore unico nel Levante genovese, i sindaci del territorio confermano la propria linea e ci sono anche le prime amministrazioni a metterlo nero su bianco. Dopo l’incontro in Città Metropolitana delle scorse settimane, nel quale il fronte della Riviera e dell’entroterra è riuscito a dimostrarsi compatto, di fronte alla proposta del sindaco metropolitano, Marco Bucci, di assegnare tutto il servizio della raccolta e dello smaltimento della spazzatura ad Amiu, società in house del Comune di Genova, i primi cittadini dei rispettivi comuni si erano impegnati a varare, nei vari Consigli Comunali, delle delibere con indicazioni ben precise e con la specifica richiesta che, se proprio gestore unico dovrà essere, questo arrivi attraverso una gara a evidenza pubblica, e non tramite un affidamento diretto, come invece è stato prospettato dal sindaco del capoluogo di provincia.
Non è una guerra di campanili, ma una questione di buon senso, come detto più volte: qualsiasi comune del Tigullio e delle rispettive vallate ha servizi di raccolta rifiuti decisamente migliori rispetto a Genova, per non parlare delle percentuali della differenziata. Quindi perché dovrebbe essere proprio Amiu, che sconta già questi risultati fortemente negativi, oltre ad avere un bilancio con una forte passività, a sostituirsi rispetto ad aziende o cooperative che garantiscono già una prestazione migliore? Per questo viene chiesta una gara a evidenza pubblica.
Il documento del 7 aprile
Il documento varato dai sindaci al termine dell’incontro in Città Metropolitana, lo scorso 7 aprile, parla chiaro. A firmarlo sono le amministrazioni di Castiglione Chiavarese, Moneglia, Casarza Ligure, Sestri Levante, Lavagna, Chiavari, Zoagli, Rapallo, Santa Margherita Ligure e Portofino.
Secondo i sindaci, “va preferito un modello gestionale di raccolta rifiuti da assegnare tramite una gara pubblica competitiva, che risulta maggiormente premiale per i propri cittadini sia sotto il profilo economico che dell’offerta del servizio stesso. La scelta del modello gestionale, con gara pubblica, verrà formalizzata con apposita delibera in tutti i rispettivi consigli comunali entro il mese di aprile”.
Oggi, giorno 22 aprile, e quindi a nove giorni dalla fine del mese, ad aver votato la delibera sono le amministrazioni di Casarza Ligure e di Sestri Levante. La stessa Sestri Levante, attraverso la sindaco Valentina Ghio, è tra le capofila rispetto a questo confronto con Città Metropolitana. Ancora da votare, invece, le delibere degli altri comuni, in particolare delle altre principali città, ovvero Chiavari e Rapallo, dove governano amministrazioni politicamente più vicine alla Giunta Bucci e alla Giunta Toti all’interno della Regione Liguria.
La delibera di Sestri Levante
Come andrà a finire? Intanto, l’indirizzo di Sestri Levante è molto chiaro: “Città Metropolitana proceda con una gara pubblica con criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti nell’area del Tigullio, al fine di garantire il miglior servizio per i cittadini e maggiori premialità per il territorio rispetto a un meno competitivo affidamento in house dello stesso, come prospettato”.
Nel testo del documento varato, si ricorda che “le amministrazioni del territorio sono giunte in maniera unanime a questa decisione, in considerazione dei notevoli progressi portati avanti come area del Tigullio in termini di sostenibilità ambientale e in particolare di gestione dei rifiuti, con una media di raccolta differenziata che supera l’obbligo normativo del 65%, e che in particolare nel caso di Sestri Levante supera il 75%”.
E Valentina Ghio aggiunge: “Questo risultato è frutto di un lavoro costante e quotidiano portato avanti dalle amministrazioni comunali nella gestione dei servizi al cittadino, in stretto rapporto con il gestore del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti, con continuo presidio del territorio, del servizio e degli utenti. È fondamentale che i territori abbiano voce in capitolo per decidere come organizzare la gestione dei rifiuti con la propria cittadinanza”. L’obiettivo primario è quello di non far gravare sui cittadini eventuali aumenti della Tari.
Per questo, nella delibera si chiedono a Città Metropolitana dei punti ben precisi. Primo: di disporre la delega delle funzioni in favore dei comuni ricompresi nell’ambito del bacino di gestione del Golfo del Tigullio.
Secondo: di impegnarsi fin da subito a promuovere tavoli tecnici per mettere a sistema le esperienze del territorio del Bacino Golfo del Tigullio al fine di predisporre i necessari documenti per l’affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti del sub-ambito.
Terzo: di approvare che la scelta del gestore del servizio di gestione integrata dei rifiuti nel Bacino Golfo del Tigullio debba essere garantita attraverso un affidamento mediante gara pubblica con criterio di aggiudicazione mediante l’offerta economicamente più vantaggiosa, al fine di garantire il miglior servizio per i cittadini ed utenti e per il territorio, non sussistendo per tale bacino i presupposti e le condizioni di un affidamento in house.
Quarto: di trasmettere il provvedimento agli altri Comuni del Bacino Golfo del Tigullio, alla Città Metropolitana di Genova e alla Regione Liguria.
Lo strano caso di Chiavari: va avanti la minoranza
E mentre Sestri Levante e Casarza Ligure posano le prime bandierine, si attende ancora un passo ufficiale da parte, ad esempio, del Comune di Chiavari. A provare ad anticipare la questione, con un apposito ordine del giorno da discutere nel prossimo Consiglio Comunale, sono i consiglieri di minoranza di Noi di Chiavari, Roberto Levaggi e Silvia Garibaldi, che affermano: “Riteniamo che i comuni del Tigullio abbiano caratteristiche peculiari e vocazione turistica, e necessitino quindi di una gestione attenta e differente dal Genovesato. Inoltre nel Tigullio si sono raggiunti livelli di servizio più che buoni, che vanno mantenuti”.
Ma come mai l’iniziativa a Chiavari è partita dalla minoranza? Come si comporterà la maggioranza che guida Palazzo Bianco, e della quale fa parte l’attuale consigliere metropolitano Antonio Segalerba, anche presidente del Consiglio Comunale di Chiavari? Perché su altri temi (come Colmata e Area Italgas, tanto per fare due esempi) l’amministrazione Di Capua ha varato per prima appositi Odg e invece si è lasciata sfuggire l’occasione a proposito dei rifiuti? C’è da auspicare che nei giorni intercorsi tra l’incontro in Città Metropolitana dello scorso 7 aprile e l’attuale periodo, il fronte sia rimasto comune, insomma. Perché un qualsiasi tipo di sfilacciamento verrebbe visto come un segnale di debolezza o di disaccordo, rispetto al percorso che prevede l’affido dell’appalto alla società in house del Comune di Genova.
Le divergenze tra Cgil e Cisl sul fronte sindacale: un altro caso
E mentre anche da alcuni consiglieri regionali di maggioranza, Claudio Muzio e Domenico Cianci, giunge l’invito a ragionare in un’ottica di soluzione condivisa, i sindacati si spaccano. Da una parte la Cgil: “Appaiono comprensibili – osserva Domenico Del Favero, responsabile della zona Tigullio e Golfo Paradiso – i timori e le proteste dei sindaci, che temono un peggioramento degli ottimi livelli di raccolta differenziata raggiunti nel nostro comprensorio e, contestualmente, un aumento delle tariffe. I sindaci si interrogano inoltre sull’opportunità di una gestione in house, preferendo la modalità della gara pubblica. Da tempo sosteniamo, come Cgil Tigullio Golfo Paradiso, la necessità di trovare una sintesi ragionata che non penalizzi il nostro territorio, ma al contrario contribuisca a migliorare il servizio reso ai cittadini e le condizioni dei lavoratori”.
Dall’altra parte la Cisl, che per quanto riguarda Amiu, è il sindacato di riferimento: “Abbiamo letto – commenta Umberto Zane, coordinatore regionale della Fit Cisl nel comparto Igiene Ambientale – l’ostracismo dei sindaci rispetto all’azienda del Comune di Genova che opera in trentacinque comuni del ponente genovese e non ne capiamo il motivo. Amiu è un’azienda che in tutti i comuni dove presta servizio ottiene ottimi risultati di percentuale sulla raccolta differenziata, a parte Genova, per cui pare essere un gioco politico sulla pelle dei lavoratori. La favoletta di Genova matrigna oggi non è più accettabile, e siamo fiduciosi che la Città Metropolitana farà la scelta migliore per i lavoratori e per i cittadini del levante ligure. Al più presto possibile attiveremo le nostre strutture territoriali per organizzare delle assemblee unitarie con i lavoratori per decidere tutti insieme quali saranno le iniziative da mettere eventualmente in campo”.
Il pressing da parte della Cisl come si spiega? Che rapporti intercorrono tra il sindacato e l’azienda? Come mai questo aperto endorsement verso Amiu? Perché un sindacato non dovrebbe preferire la trasparenza di una gara a evidenza pubblica? È evidente che i sindaci del Levante devono continuare a difendere il fronte e a tenere alta la guardia. No, non è una questione di Genova matrigna. È una questione di tutelare un servizio efficiente. Perché, purtroppo, di cambiamenti in peggio è piena la storia.