di ALBERTO BRUZZONE
Prima si cominciò con l’accorpamento del Tribunale di Chiavari dentro quello di Genova. Poi, si andò avanti con l’assorbimento di Atp all’interno di Amt. Nel mezzo, tutta una serie di ripetuti tentativi di alleggerire sempre più le competenze del Levante genovese in ambito sanitario, esautorando di fatto l’Asl 4.
E, ora, si sta per aprire un altro fronte delicato: perché nel processo interminabile e assai poco lungimirante di svuotare di poteri e d’indebolire a livello di servizi il Tigullio, il Golfo Paradiso e i relativi entroterra, processo più volte denunciato anche da noi di ‘Piazza Levante’, rischia di finire anche la gestione del ciclo dei rifiuti (ne parliamo anche nell’editoriale di questa settimana). Il tutto in favore di politiche imposte dalla Città Metropolitana che risultano assai discutibili, perché spesso si pretende di smontare modelli virtuosi e che hanno portato a risultati concreti, in favore di gestioni ‘Genovacentriche’ che non tengono e non terrebbero in minima considerazione le peculiarità dei vari territori.
L’allarme, questa volta, è lanciato dalla sindaca di Sestri Levante, Valentina Ghio. Ad accorpamento ormai compiuto sul fronte dei trasporti, con l’unione tra Amt e Atp sancita ufficialmente a partire dallo scorso primo gennaio, potrebbe corrispondere una gestione unica del ciclo dei rifiuti, sotto l’egida della società ‘in house’ del Comune di Genova, ovvero Amiu. Il percorso non è ancora iniziato a livello pratico, ma sono già parecchie le avvisaglie in questo senso e tutto lascia intendere che, se non ci sarà opposizione da parte delle amministrazioni locali, il rischio è che anche sul tema della spazzatura di arrivi a un accentramento di poteri e di competenze. Sarebbe l’ennesima sconfitta per il Tigullio, perché sono proprio i comuni di questa zona a registrare ormai da anni le percentuali migliori per quanto riguarda la raccolta differenziata, quasi sempre sopra a quel parametro del 65% imposto dall’Unione Europea. Cosa che, invece, non si può assolutamente dire di Genova, che ruota intorno al 40% ed è quindi ben al di sotto della soglia minima. Tant’è, ancora una volta, è Genova che vorrebbe imporre il modello e questa volta gli amministratori locali non possono proprio non mettersi di traverso. Ieri, presso Palazzo Bianco a Chiavari, c’è stato un incontro di alcuni sindaci dei comuni della costa, da Portofino a Moneglia, per mettere a punto una strategia condivisa, e intanto Valentina Ghio ha fatto pervenire una lettera aperta a Città Metropolitana, manifestando il proprio punto di vista sull’argomento e, soprattutto, non nascondendo le proprie perplessità, se questa ipotesi di gestione diretta e generale da parte di Amiu dovesse prendere campo.
A partecipare all’incontro sono stati i comuni di Chiavari, Lavagna, Sestri Levante, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Portofino, Zoagli, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese e Moneglia. Gli amministratori chiederanno di essere ricevuti dal sindaco metropolitano Marco Bucci per essere coinvolti concretamente nelle scelte relative ai metodi individuati per l’attribuzione del servizio stesso. “I cittadini – dicono i sindaci – saranno direttamente interessati da tali decisioni in quanto regoleranno l’importo della Tari che dovranno corrispondere e la qualità del servizio di pulizia e raccolta differenziata che andranno a ricevere. Il Tigullio risponde in modo compatto e unito, con spirito di collaborazione, per tutelare le peculiarità e le specificità di un territorio e di una popolazione con esigenze particolari. Verranno, anche, presi contatti con i sindaci dell’ambito del Rio Marsiglia per condividere un percorso comune”.
Secondo la sindaco di Sestri Levante, “la possibilità che potrebbe prospettarsi è quella di una gestione diretta da parte di Amiu. Così, nella mia lettera, ho voluto far presenti i grandi risultati raggiunti in pochi anni dalla città in tema di rifiuti e sostenibilità ambientale, frutto di programmazione dimensionata al proprio territorio e di un’ottima risposta dei cittadini, ma anche del rapporto di costante dialogo e confronto con il gestore sulle specifiche nostre peculiarità, che ha consentito un continuo perfezionamento e adattamento del servizio”.
Non ci sono più singole gestioni da parte dei singoli comuni, ma le normative impongono di creare dei consorzi tra varie città vicine: “Noi – prosegue Valentina Ghio – lo abbiamo fatto con i comuni della Val Petronio, ovvero con Casarza Ligure, con Moneglia e con Castiglione Chiavarese, con Sestri Levante come capofila in quanto città più grande. Per quanto ci riguarda, abbiamo avviato un percorso nel 2015, che ci ha consentito di passare dal 32 a oltre il 75% di raccolta differenziata e di essere il primo comune costiero ligure con più di quindicimila abitanti ad avere tale percentuale. Inoltre, siamo riusciti a realizzare un centro del riuso con oltre diecimila accessi annuali”.
Sono risultati e traguardi di cui non si può tener conto, “e soprattutto sono stati ottenuti perché alla base c’è una precisa conoscenza del territorio, comprese le ampie fluttuazioni che hanno i comuni della costa tra periodo invernale e periodo estivo. Mi domando se una gestione centralizzata sarebbe altrettanto in grado di mantenere queste peculiarità, se avrebbe altrettanta conoscenza delle singole esigenze. Ma, soprattutto, mi domando il perché occorra proprio smontare un sistema che non solo è virtuoso, ma che può vantare ancora ulteriori margini di miglioramento. Sono ormai troppi i casi in cui Genova tende a spianare tutto il resto dopo di sé, ma questo è particolarmente eclatante, perché semmai è Genova che dovrebbe prendere esempio dai comuni del Levante, non già i comuni del Levante farsi imporre le regole da chi fa risultati decisamente minori e decisamente insufficienti”.
La sindaco di Sestri Levante chiede quindi alla Città Metropolitana di tenere in considerazione “le specificità territoriali del Comune di Sestri Levante e dei comuni del territorio, dei servizi attivi e delle strutture a supporto degli stessi che l’Amministrazione ha creato, come il Mercato del riuso e il Centro di raccolta urbano”.
Viene chiesto, inoltre, “un grande coinvolgimento delle amministrazioni all’interno del processo di valutazione, così da scegliere il percorso più idoneo per le caratteristiche di ogni territorio, anche in considerazione del bisogno di flessibilità per adattarsi alle superiori esigenze del periodo estivo dei comuni prettamente turistici come il Sestri Levante”.
Il discorso di Valentina Ghio analizza l’attuale ma guarda anche in prospettiva: “L’obiettivo del Comune di Sestri Levante è l’implementazione di ulteriori servizi migliorativi nel prossimo appalto, come l’intensificazione di un servizio sempre più individualizzato e di sperimentazione migliorative come la tariffazione puntuale – chi conferisce correttamente meno spende – adattata alle peculiarità della città, tema di cui si è dibattuto anche nel corso del primo Forum internazionale del progetto ‘Clima’, di cui Sestri levante, grazie proprio alla sua esperienza in tema di gestione dei rifiuti, è capofila. Il progetto ‘Clima’ è un progetto europeo attivo nel bacino del Mediterraneo che ha come obiettivo la riduzione della produzione del rifiuto con particolare riferimento alla sua componente organica”. Anche altri sindaci, insieme a Valentina Ghio, condividono “la stessa preoccupazione. Occorrerà muoversi in tempo e trovare delle linee condivise, per arrivare alla soluzione migliore”. E, soprattutto, per non allungare la lista di quei servizi un tempo funzionanti e poi finiti sotto un unico ‘calderone’, con la sola conseguenza che a rimetterci sono i cittadini. La storia del Tribunale accorpato insegna, ma evidentemente non è stata abbastanza.