di ALBERTO BRUZZONE
Chissà se le legge veramente. O, se almeno, qualcuno gliele legge. Qualche settimana fa, anche suscitando qualche giusta e motivata critica per l’enorme spreco di carta, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha postato sui suoi social network (in particolare sulla seguitissima pagina Facebook) una fotografia con le stampe di tutte le mail che gli arrivano giorno per giorno dai cittadini.
Magari tra queste c’erano anche le numerose lettere che nei mesi scorsi sono state inviate dal Comitato Assistenza Malati del Tigullio, in particolare dal presidente Giancarlo Mordini, in cui, oltre a evidenziare problemi, si segnalano proposte, si indicano soluzioni, si propongono delle prospettive concrete e reali.
Il Cam Tigullio continua a scrivere e prosegue nella sua battaglia per ‘una migliore sanità nell’Asl 4’, ovvero lo stesso titolo che venne dato al convegno organizzato a settembre, qualche giorno prima delle elezioni regionali, dallo stesso comitato in collaborazione con il nostro settimanale.
L’ultima missiva a Toti è datata 21 dicembre e prende spunto da alcuni articoli usciti sulla stampa locale il giorno 17 dicembre. A proposito delle risorse europee previste dal Recovery Fund, si informa che la Regione Liguria ha avanzato un piano chiedendo la dotazione di 1600 milioni di euro per quanto riguarda la sanità. Un complesso enorme di finanziamenti, che si prospetta di ripartire nelle cinque Asl territoriali, attraverso il coordinamento della Regione stessa e del suo braccio operativo rappresentato da Alisa.
Ma se per alcune Asl il blocco dei finanziamenti è assai ingente, per la Asl 4 Chiavarese pare assai risicato. Il dettaglio prevede: 265 milioni per Asl 3 (Genova), 358 milioni per Asl 1 (Imperia), 360 milioni per Asl 2 (Savona), 10 milioni per Asl 5 (La Spezia), oltre a 137 milioni per interventi all’Ospedale San Martino di Genova e 115 milioni per interventi all’Ospedale Pediatrico Gaslini, sempre a Genova.
E l’Asl 4? La dotazione prospettata da Regione Liguria è di 15 milioni. I progetti inseriti sono: per Lavagna, l’ampliamento del pronto soccorso e del blocco operatorio per circa 2,4 milioni di euro e l’adeguamento antisismico per circa 1,9 milioni di euro; per Sestri Levante, l’adeguamento antincendio del polo ospedaliero per 2 milioni di euro e l’adeguamento antisismico per 2,33 milioni; per Chiavari, l’adeguamento antisismico e antincendio dell’ex ospedale per 2,9 milioni di euro.
Stop. Nessun investimento di tipo sanitario, almeno per quanto riguarda Sestri e Chiavari, mentre un’attenzione, seppur parziale, viene riservata solamente a Lavagna. Per il Comitato Assistenza Malati del Tigullio tutto questo non è soltanto molto poco, ma è anche lontanissimo dalle richieste avanzate nei mesi scorsi dallo stesso comitato, richieste peraltro già previste e preventivate all’interno del Piano Sanitario Regionale della Liguria.
Come mai quel documento non è stato più tenuto come punto di riferimento? Come mai non sono mai state valutate le proposte del Cam? Come mai è stata completamente ignorata la mano tesa del comitato, con la volontà di mettere a disposizione ben tre milioni di euro per aggiungere un piano all’ospedale di Lavagna?
Giancarlo Mordini è una persona che non si arrende, che continua a scrivere e a combattere, che continua a ‘tirar per la giacca’ i politici, in particolare in questa fase i consiglieri regionali del Tigullio e del Levante genovese (che sentiremo a proposito nel prossimo numero di ‘Piazza Levante’), ma in piazza De Ferrari ancora troppe volte continua a finire per sbattere contro un muro di gomma: “Non ha mai risposto nessuno – afferma – Eppure abbiamo dato soluzioni concrete, offerto collaborazione, ragionato sempre con spirito costruttivo. Davvero non capisco, qui si continua a considerare il Tigullio come abitato da cittadini di serie B”.
Nell’ultima lettera a Toti, Mordini rimarca “la scarsa considerazione riservata all’Asl 4 Chiavarese. Secondo gli estensori del piano, a fronte dei 1600 milioni di euro da attribuire a tutta la regione, solo 12/15 milioni verrebbero assegnati alla Asl 4 Chiavarese. È una vera elemosina, nonché una grande ingiustizia. Ciò la dice lunga su quanto poco conti il Tigullio e su come la Regione Liguria consideri di serie B i cittadini del Tigullio”.
Secondo Mordini, “è evidente che la Regione Liguria intende depotenziare la sanità del Tigullio, tanto da cedere ai privati addirittura un piano dell’Ospedale di Rapallo, tanto da non considerare in alcun modo l’offerta del Comitato Assistenza Malati Tigullio di finanziare con tre milioni di euro la sopraelevazione dell’Ospedale di Lavagna. Stiamo attraversando un tragico periodo di pandemia, posso immaginare e comprendere tutti i problemi”.
Mordini, riferendosi a Toti, sostiene che “non è certo facile governare una barca nella tempesta, talvolta con equipaggi inadeguati. Si possono commettere errori, ma, quando possibile, è sempre bene correggerli. Questo dei finanziamenti del Recovery Fund e quello della privatizzazione dell’Ospedale di Rapallo si possono correggere”. A latere, il presidente del Cam Tigullio osserva: “Qui si parla quasi solo ed esclusivamente di adeguamenti antisismici e antincendio. Va bene tutto, ma di investimenti a livello sanitario quando vogliamo parlare?”.
Al riguardo, è bene ricordarla, la proposta del Cam. In sintesi, il Piano Sanitario Regionale prevede l’accentramento dei reparti per acuti a Lavagna, dove c’è il Pronto Soccorso. Per fare ciò, mancano gli spazi e occorrerebbe aggiungere un piano allo stabile esistente. Il costo stimato è appunto di tre milioni: il Cam è ancora pronto a metterli a disposizione, a fronte della garanzia che l’operazione si compia veramente, così come già previsto dallo stesso Piano Sanitario Regionale.
Secondo il Comitato, infatti, “l’ospedale di Lavagna dev’essere dotato di tutti i reparti per malati acuti che, attualmente, sono in parte a Rapallo e in parte a Sestri Levante. In questi ultimi tempi riconosciamo che, anche per le nostre forti pressioni, questa azione di concentramento è stata iniziata, ma dobbiamo anche rilevare che gli ostacoli da superare sono ancora molti. Infatti, questa concentrazione necessita di spazi che, attualmente, non sono disponibili nell’edificio di Lavagna. Naturalmente il Comitato respinge qualsiasi operazione politica che, in nome della riorganizzazione, svuoti un ospedale per fini puramente di elettorato, e si propone come soggetto finanziatore per la costruzione di un ulteriore piano nell’edificio che ospita l’Ospedale di Lavagna. La disponibilità di un ulteriore piano creerebbe gli spazi necessari per avere finalmente un ospedale completo per l’emergenza, a disposizione di tutti i cittadini del Tigullio”.
Nelle aree limitrofe all’Ospedale, precisa il Comitato, così come previsto dal Piano Regolatore del Comune di Lavagna, “esistono gli spazi per la realizzazione di edifici connessi al Servizio Sanitario. Un’area adiacente all’ospedale, già di proprietà della Asl, potrebbe essere utilizzata per costruire un parcheggio al servizio di questa nuova edificazione. Non ultimo, il progetto potrebbe prevedere un eliporto per l’atterraggio degli elicotteri che trasportano pazienti. La sopraelevazione verrebbe realizzata sull’ala a nord dell’edificio esistente e metterebbe a disposizione ulteriori 1500 metri quadrati circa. Il costo dell’operazione, considerando un costo di costruzione vicino ai 2000 euro/mq, sarebbe di circa tre milioni di euro. Il Comitato Assistenza Malati Tigullio è pronto a finanziare l’opera, ma naturalmente vuole la certezza che, alla fine dei lavori, vengano concentrati a Lavagna tutti i reparti che competono al Pronto Soccorso”.
E il presidente Toti, che ha tenuto per sé la delega alla Sanità, che fa? Stampa le mail. Chissà se le legge. Di certo, al Cam non ha ancora risposto.