di DANILO SANGUINETI
Si può perdere la bussola anche in piscina. Gli strascichi di due stagioni disputate a spizzichi e bocconi, in condizioni di estremo disagio, hanno lasciato scorie a ogni livello e in ogni categoria di uno sport di nicchia, alle prese con guai episodici e crolli strutturali ancor prima che l’uragano Covid 19 si abbattesse sull’Italia. A scendere per li rami e a calare di rilevanza, i tormenti e i rischi aumentano in maniera esponenziale.
Oltre agli ostacoli comuni in uno sport povero praticato in impianti per ricchi – nel senso che le piscine sono costose e poco, molto poco, fruttifere – c’è uno spiccato ‘gender gap’, la differenza di genere, a complicare il percorso della waterpolo rosa. Le società della nostra regione sono nell’occhio del ciclone.
Nella Serie A1 femminile una sola ligure sopravvive, il Bogliasco; la sottostante Serie A2 femminile ha il Rapallo che è rimasto l’unico a tenere alta la bandiera da Genova a La Spezia. Nell’ultimo campionato arrivò alla semifinale play off, mentre le altre due liguri, Locatelli e Imperia, si salvarono ai play out.
Giunti a questo punto una soluzione obbligata ancor prima che cercata era quella di unire le forze per contrastare e sanificare i bilanci ancor prima che gli impianti. Il presidente della Rapallo Pallanuoto, Enrico Antonucci, dall’alto della sua esperienza, ha fiutato il vento e si è mosso per tempo.
“La nostra stagione agonistica sarà impegnativa e lunga. Nella stagione 2021-22 saremo in vasca per partecipare a tutti i campionati a disposizione nel settore femminile, ossia dalla Serie A2 con la prima squadra sino alle più ‘piccole’ tra le categorie giovanili”.
Un piccolo miracolo reso possibile dall’aver stretto un patto multisocietà, una novità assoluta. “Sì, abbiamo stretto un accordo che non esito a definire storico. Noi della Rapallo Pallanuoto, la Aquatics Livorno, la Chiavari Nuoto e la Venere Azzurra La Spezia dopo una serie di incontri tenutisi durante tutta l’estate, abbiamo trovato un’intesa totale. Ormai siamo ai nastri di partenza. Faranno parte dell’accordo tutte le atlete che militano nelle rispettive società che svolgono l’attività di pallanuoto”.
Lo scopo è uscire fuori dalla palude. Antonucci e i suoi colleghi erano preoccupati che le tante ragazze che ancora ‘ci credono’ avessero un futuro. “Il nostro obiettivo è semplice e impegnativo allo stesso tempo: sviluppare la pallanuoto femminile nel levante ligure e spezzino, a tutti i livelli, cercando di dare una risposta alle atlete e le famiglie appassionate a questo sport che in due stagioni rovinate dalla pandemia hanno avuto gravissimi problemi nel riuscire a frequentare gli allenamenti e i relativi tornei, con tante gare cancellate e calendari pieni di buchi. Compito del nostro gruppo sarà quello di portare avanti al meglio questo sport che non ha sostegni di nessuna natura, se non la passione irriducibile di presidenti, dirigenti, tecnici, genitori, appassionati e atleti che se ne fanno carico. Questo pool di società è unito. Affrontiamo questa nuova avventura con il sorriso, cercheremo di condividere successi e formare nuovi legami, rinsaldare vecchie amicizie. Siamo convinti che riusciremo a dimostrare quello che siamo e che ci siamo”.
La necessità oltre ad aguzzare l’ingegno obbliga a trovare soluzioni e cancellare i particolarismi. Chissà che da mesi neri e un periodo oscuro non possa scaturire una nuova speranza per la pallanuoto femminile ligure.