(r.p.l.) Si è appreso recentemente dalla stampa locale che anche il Comune di Chiavari si è rivolto per diverse pratiche allo studio legale Lanzalone & Partners di Genova, che certamente non è tra gli studi più importanti della Liguria.
La notizia è trapelata dopo l’arresto dell’avvocato genovese, fiduciario del Movimento 5 Stelle per la pratica del nuovo stadio di Roma, nominato dalla Giunta Raggi alla presidenza di ACEA (la municipalizzata romana di gas e acqua) e, a quanto si dice, vera eminenza grigia dell’amministrazione capitolina.
Stando a quel che si legge sui giornali, il vero ruolo di Lanzalone più che dell’avvocato era quello del ‘facilitatore’: considerata la sua grande ascendenza sui grillini, ma anche le vaste relazioni in molti ambienti che contano, a lui (o meglio al suo studio professionale) si rivolgevano enti privati e pubblici per sfruttare le sue influenze. Così si legge nella confessione del costruttore romano Parnasi.
Moderne tangenti?
Lasciamo ai giudici fare il loro lavoro, e da garantisti quali siamo (diversamente dai forcaioli del M5S), considereremo l’indagato Lanzalone innocente fino a sentenza di condanna passata in giudicato, qualora ovviamente venisse rinviato a giudizio.
Non è la questione giudiziaria che qui ci interessa, piuttosto quella politica e di costume.
Il sindaco di Chiavari dopo l’arresto di Lanzalone si è affrettato a dichiarare al Secolo XIX: “Nessun contraccolpo”. Non si capisce bene a quale contraccolpo alludesse il primo cittadino. Certamente un po’ di interrogativi sorgono in merito agli incarichi affidati a Lanzalone dal Comune di Chiavari.

Si apprende che un incarico, quello per il ricorso al TAR sul depuratore al Lido, è stato da Lanzalone rifiutato per conflitto di interessi, essendo quest’ultimo già consulente dell’IREN (di questi tempi il legale è gettonatissimo!), mentre altri incarichi, cioè il contenzioso su Preli e il collaudo del porto, sembrano essere in corso. Quest’ultimo, come da determina del Comune di Chiavari datata 18 aprile 2018, ammonta a 23.345,92 euro (!).

La domanda che sorge spontanea è: perché Lanzalone?
Il Comune di Chiavari ha sempre utilizzato molti valenti amministrativisti, di cui la città di Genova è ricchissima: lo storico consulente Rusca, Cocchi, Pericu, Gerbi, Mauceri, Bormioli e molti altri, tutti rigorosamente scelti, dalle varie amministrazioni che si sono succedute, sulla base dell’esperienza, della reputazione, del curriculum.
Come già detto, lo studio Lanzalone invece non è certo tra le top-ten degli studi legali genovesi. E allora, perché ci si rivolge a lui per una pratica altamente delicata come quella del depuratore?
Quale criterio di scelta è stato adottato? Tutta la maggioranza consiliare era informata di questi incarichi, e se sì, li condivideva? I “Partecipattivi” non hanno nulla da dire al riguardo?
Quanto è l’importo complessivo impegnato e/o già speso per le consulenze a Lanzalone & Partners?
Il primo cittadino farebbe bene, in ossequio al principio della trasparenza tante volte invocata in campagna elettorale, a rispondere a questi interrogativi, e non limitarsi a dichiarare genericamente e frettolosamente “nessun contraccolpo”.
L’opposizione farebbe bene ad occuparsi della pratica. Levaggi e il suo gruppo hanno sollevato la questione in consiglio comunale. Dal PD, al solito, un silenzio assordante.
La libera stampa, che dichiara ad ogni piè sospinto di essere il ‘controllore del potere’, non può limitarsi a prendere atto della vicenda. Ha una storia significativa sulla quale lavorare per capire se dietro la questione degli incarichi a Lanzalone si celino intrecci e ricerca di influenze (in fondo lui faceva il ‘facilitatore’) e, se sì, su che cosa; oppure se si sia solo trattato di un incauto affidamento, che non depone comunque a favore dell’amministrazione.
Su questo ci pare giusto che l’opinione pubblica sia resa edotta e tenuta informata.
‘Piazza Levante’ nel suo piccolo lo farà.